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Bosisio: la casa di Giuseppe Parini

casa parini 1A Bosisio, piccolo paese sulle rive del Lago di Como, si trova la casa museo dove nacque e visse i suoi primi anni Giuseppe Parini, uno dei poeti più noti ad amati del Settecento italiano.

Nato il 23 maggio del 1729, Giuseppe era il primogenito di due contadini, che si erano specializzati nell’allevamento del baco da seta, principale fonte di sostentamento economico della provincia di Como in quegli anni difficili.

Dal momento che le modeste risorse finanziarie della famiglia non permettevano a Parini di seguire i suoi sogni di poeta e scrittore, nel 1739, il ragazzo venne mandato presso il convento dei padri barnabiti a Milano, che però fu costretto a lasciare dopo pochi anni a causa delle sue poesie licenziose.

Senza mezzi di sussistenza, Giuseppe fu ospitato dalla prozia, che gli permise di continuare i suoi studi per diventare abate, presso il seminario di Lodi.

Finalmente nel 1754 Parini venne nominato abate e ben presto trovò lavoro presso i conti Imbonati, una delle famiglie più antiche e illustri di Milano.

Mentre pubblicava i suoi primi lavori come poeta e compositore di epigrammi, il giovane abate lavorò anche presso la contessa Serbelloni ed ebbe la possibilità di vedere da vicino l’ambiente cinico e corrotto dei nobili milanesi.

Ben preso le poesie di Parini, che contenevano riferimenti ben precisi alla situazione di quegli anni, si diffusero per tutta la Lombardia, rivelando il vacuo modo di vivere dei nobili, al punto che, nel 1762, il ragazzo venne licenziato.

Poco tempo dopo morì la madre di Giuseppe, che però non si perse d’animo e iniziò la composizione del suo capolavoro “Il Giorno”.

casa parini 2Nel lungo poemetto, rimasto incompiuto, Parini racconta con una punta di sarcasmo la giornata tipo di un nobile milanese, dalla colazione del mattino fino alla serata a teatro, con il suo apice nel notissimo episodio della vergine cuccia, in cui un servitore, per aver preso a calci la cagnolina del suo padrone, è licenziato.

Purtroppo Parini non visse abbastanza a lungo da finire la sua opera, morì, infatti, nel 1799, in una Milano ormai conquistata da Napoleone Bonaparte e dal suo esercito.

La casa di Bosisio, che era particolarmente cara al poeta, dopo la sua morte prima venne abitata dalla sorella Laura e poi dai suoi figli e nipoti, che la conservarono fino al 1930, quando divenne parte del demanio statale.

Nel 1942 il professore Gino Chierici avvertì che la struttura versava in gravi condizioni di degrado ambientale, ma fu solo negli anni Cinquanta che furono avviati i lunghi e complessi lavori di restauro, fino alla riapertura come museo nel 1961.

Costituita di quattro locali, due al pian terreno e due al secondo piano, la casa ospita un piccolo viaggio negli utensili che servivano ai contadini del Settecento, come i genitori del Parini, per lavorare nel mondo dei bachi da seta.

Solo la camera da letto, che offre un panorama splendido sul lago di Como, ha ancora il letto e la scrivania dove il piccolo Giuseppe giocava e iniziava a muovere i suoi primi passi nel mondo della poesia. 

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