Lettera ad una mamma che ancora non sa
Leggendo la lettera di Emanuela è stato automatico anche per me tornare indietro con la memoria ai primi giochi e alle prime parole del mio Riccardo, e forse ci si è messa anche l’omonimia tra i nostri bimbi a rinforzare l’idea che al suo posto avrei potuto esserci io… Allora mi sono chiesta, così come me l’ero chiesta la prima volta che Emanuela mi ha parlato del suo bambino speciale, come posso fornirle il mio piccolo aiuto.
Sostenerla in questo suo desiderio di condivisione non solo di paure e speranze, di cadute e successi, ma anche di esperienze e ricordi che potrebbero a loro volta aiutare e sostenere altre mamme è il minimo che io, e MilanoFree, possiamo fare.
Per questo riprendiamo questa lettera ad una mamma che ancora non sa, anche se la verità è sotto il suo naso, ma la verità è così difficile da accettare che la paura spesso rende ciechi.
Emanuela torna indietro con la memoria a oltre 3 anni fa, quando ha iniziato il suo “viaggio verso il diverso” - all’epoca era “il diverso” oggi dopo anni di lavoro su me stessa è “lo speciale” scrive – e riprende i primi segnali:
Uno dei primi segnali fu proprio il cambiamento del suo carattere, verso i 18 mesi abbiamo salutato i sorrisoni ed abbiamo dato il benvenuto a rabbia ed incomprensione.
Le solite canzoncine andarono in pensione, visto che non sopportava più sentirci cantare, quindi il cucù, la bella lavanderina ed i 3 porcellini presero la via della porta di casa.
Mentre i figli delle mie amiche di pancia indicavano la bottiglia dell’acqua, Ricky si dimenticava persino di averne bisogno.
Mentre Marco iniziava a giocare con le macchinine, Riccardo metteva tutto in fila.
So di essere una mamma fortunata, so anche che la vita è imprevedibile e dietro l’angolo potrebbe esserci ad aspettarmi una prova difficile da superare, e non vorrei farlo da sola perché so che quando le mamme sono capaci di fare rete diventano più forti.
Chiudo con le parole di Emanuela
Sii forte, sii la sua mamma, sii la sua guardiana, sii la sua guerriera, ed a volte la sua voce, ma mamma che mi leggi ricordati di non arrabbiarti con Dio, con il mondo, non chiederti perché a te, perché lui non è una condanna, lui non è una punizione, non potrebbe mai esserlo. Non perderti in questo viaggio perché io lo so quanto sia facile farlo…