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“Stai Affamato, Stai Folle” – ma ogni tanto alzati dal divano

noiaAvere un incontro oggi come oggi è sempre più facile. Non c’è bisogno nemmeno di uscire di casa: uomini e donne, oramai, si ritrovano tutti quanti sul web.

Nella rete della comunicazione multimediale si stanno allargando i grandi amori virtuali: la ramificazione sta intasando le arterie dei bit e scomponendo a suon di prezzi il romanticismo di Ebay.

Come si dice, l’amore non ha confini. E perché crearseli, diremo noi. Quindi non c’è nulla da temere se si ha un contatto e-mail collegato ad almeno tre siti per incontri, oltre che Fb, Twitter e la Newsletter di Armani.

Si saprebbe sempre quando uscire, con chi uscire e chi evitare quella sera. Il pettegolezzo è più tagliente della lingua del diavolo, anche se non veste Prada.

Perciò si tende a non uscire del tutto. Non solo da casa intendiamoci, ma anche da tutta la mentalità che si plasma quando ci si dedica assiduamente alla nostalgia di una pagina di un qualsiasi social group. “Paperino87 avrà risposto al mio commento?”. La nevrosi cronica non sta nella domanda, ma nel momento in cui sorge come necessità di conoscenza. Ma perché preoccuparci della nostra vita virtuale?

Che si tratti di un senso di sicurezza inattaccabile? Magari una sorta di ricerca del lusso per i nostri sentimenti: un beneamato controllo della nostra immagine.

Ma dov’è la città in tutto questo? Dove sono le strade sempre diverse ad ogni luce del giorno? E le persone?

La seigiorni di Milano è complicata. Innamorarsi per nulla semplice. Si cammina a ritmo di tram. I nostri luoghi sono tutti i luoghi, la pioggia è la stessa per tutti i malinconici. Ma senz’amore, Bice e Cracco, non basteranno mai per saziare uno spirito affamato.

Quindi ci s’accorge di aver perso la sensualità. Ai nostri occhi siamo solo un fermo immagine di copertina, e la nostra mente è ferma lì, in quel posto davanti al pc. Non vorremmo più muoverci, non ci interessa ballare, e le fontane nelle piazze sono solo stupide fotografie in bianco e nero.

Tuttavia, non esiste alcuna soluzione senza un contatto reale, e lo schermo di un personal computer non ne offrirà mai la vera occasione. Quindi, se il mondo gira, perché noi restiamo fermi?

Ivan Potapov

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