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Canottaggio per imparare a superare le sfide della vita

eros pessina La notte era ormai buia come sarebbe rimasta fino al mattino, e quel po' di luce che c'era sembrava provenire dal fiume piuttosto che dal cielo, quando i remi, immergendosi, colpivano qualche stella riflessa.” Charles Dickenscanottaggio

La notte porta consiglio, diceva un vecchio detto, perché solo nel cuore dell’oscurità ci misuriamo con la parte più segreta e vera di noi. C’è chi si sveglia assalito da pensieri e ansie e chi sfrutta la notte per inseguire una passione. Come ci racconta Eros Pessina. 

Accompagnare una sera questo atleta, che si allena solitamente in ore notturne in singolo sul Po, già per noi è un’impresa, imbacuccati con soli gli occhi liberi tutto ci appare più grande.  Armati di coraggio accettiamo la sfida e saliamo noi nel motoscafo e lui nel suo singolo da competizione. canottaggio copy

Sembra una tranquilla serata d'inverno e siamo a Torino, sul Po, le temperature sono sottozero (probabili in alcuni periodi anche a meno 10 o 15 gradi centigradi), una fitta nebbia si dirada tutto intorno, un fiume nero, un buio fitto, una notte deserta e noi risaliamo la corrente all'indietro  tra la storica Canottieri Armida, verso Moncalieri. 

Attorno a noi il silenzio parla, e la notte ci racconta una natura rinchiusa nelle proprie stanze, mostrandoci una realtà diversa, il vento gelido  si infrange sulla collina e torna indietro tagliando la pelle come una lama ghiacciata, ma noi non sentiamo il freddo sentiamo solo il battito del nostro cuore e l’intensità dei nostri pensieri. Possiamo vedere il nostro Eros Pessina dare il massimo, sfidando il suo corpo a resistere alle sollecitazioni del cervello. È come se le due cose si sdoppiassero. Come se fosse una scommessa tra la mente ed il corpo. Ma lui vola via a 25, poi 30 e  poi a 40 colpi al minuto e più, con le pale fendendo l'aria ghiacciata, col sudore che scivola sulla pelle e subito gela. Nessuna pietà.  Nessuno stop. Aumenta il ritmo sino alla passerella. 

Poi su verso il torrente Sangone che entra timidamente nel Po, che la nebbia copre completamente. E su su, fino alla riva del cimitero di Moncalieri. Poi il fiume diventa basso a tratti, la nebbia non permette di vedere la distanza dalla riva. Non si può rischiare. Cadere qui a 7 km dal pontile vorrebbe forse dire il rischio di ipotermia. Se si cade non bisogna fermarsi. Andare a riva e risalire o risalire in acqua. E non fermarsi. Vogare forte per 7 km sino al pontile di partenza. E non sarebbe facile.

Nella notte le domande trovano risposta e anche vincere una sfida diventa un modo per sentirsi più forti. Ora che siamo in salvo guardiamo negli occhi Eros. Scende dal suo canotto con lo sguardo di chi ha imparato i segreti della notte trovando le risposte che cercava. 

Lo rifarà anche domani e domani ancora, ogni sera una sfida. Una sfida con sé stesso e col mondo. Perché occorre vivere ogni giorno. Da protagonisti. Ed ogni giorno dimostrare che i nostri sogni sono realizzabili, se solo lo vogliamo.

Questo è lo Sport, Cultura del benessere.

E proprio il canottaggio rispecchia la cultura del Benessere, essendo uno sport completo.

Grazie e complimenti all'Ass.Tecnico della FIC, Eros Pessina, imprenditore e scrittore, che ci ha dato modo di provare, sebbene noi in motoscafo, e lui sul singolo da competizione, la Bellezza del vivere in solitaria il fiume, il brivido di sfidare se stessi per uscirne più forti. Sotto lo sguardo di una pallida luna ce ne andiamo, infreddoliti, con il suono dell’acqua ancora dentro di noi,  mentre ci affiorano alla mente le parole di Hesse: “Ad ascoltare mi ha insegnato il fiume, e anche tu imparerai da lui. Lui sa tutto, il fiume, tutto si può imparare da lui. Vedi, anche questo tu l’hai già imparato dall'acqua, che è bene discendere, tendere verso il basso, cercare il profondo”.

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