Banche aperte: Sindacati contrari, installare scudi in plexiglass
È davvero indispensabile tenere aperte le Banche in un frangente come questo? Sono diversi i sindacati che tutelano i lavoratori del credito a credere che non lo sia.
Unisin, uno dei gruppi sindacali più rappresentativi attacca il sistema e pensa ad uno sciopero nazionale: "Crediamo che i servizi pubblici essenziali possano essere garantiti anche con le modalità a distanza: impianti bancomat (più o meno evoluti), sistemi di home banking, banca telefonica.
Da settimane tutte le massime autorità scientifiche (Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto Superiore di Sanità) e politiche (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro della Salute) ripetono la stessa cosa: per limitare il diffondersi dell’epidemia da COVID-19 BISOGNA RIMANERE A CASA!
Le autorità politiche ne sono così convinte da aver deciso di chiudere i battenti perfino al santuario della democrazia: il Parlamento!
Sgombriamo subito il campo da un equivoco.
I BANCARI, diversamente da molti parlamentari, VOGLIONO LAVORARE, ma vogliono farlo in totale SICUREZZA!
Sicurezza per sé, per i propri familiari, per la clientela con la quale entrano in contatto.
Alcuni Istituti hanno deciso l’apertura degli sportelli a giorni alterni e/o con orario ridotto al solo mattino, a volte abbinando a questa iniziativa anche la necessità di fissare un appuntamento per effettuare le operazioni.
È stato incrementato lo smart working (anche se non in maniera così uniforme, visto che molte Banche partivano dal nulla), abbattendo in molti casi quella barriera di diffidenza che albergava in alcune non lucide menti di capi e sottocapi.
Tutte ottime iniziative, ma tutto questo non basta.
NON BASTA, perché comunque ci sono migliaia di lavoratori che tutti i giorni devono uscire da casa per recarsi al lavoro e viceversa, molto spesso facendo ricorso ai mezzi pubblici, fonte principale di contagio (altro che assembramenti).
NON BASTA, perché ogni giorno ci sono colleghi che incontrano utenti potenziali contaminatori.
NON BASTA, perché la clientela reagisce ogni giorno in maniera sempre più scomposta ed i lavoratori sono costretti a subire minacce, contumelie, offese di ogni tipo.
NON BASTA, perché non si contano più i casi in cui sono dovute intervenire le Forze dell’Ordine per sedare le intemperanze di qualche energumeno.
NON BASTA, perché molto spesso mancano o sono insufficienti i mezzi necessari per ridurre il rischio contagio nei luoghi di lavoro. Le mascherine (non quelle chirurgiche, che servono a poco) non ci sono. È in atto una guerra internazionale per il loro accaparramento (la repubblica Ceca si è appropriata di un carico di 110.000 pezzi regalatoci dalla Cina, alla faccia della solidarietà europea!), e quelle che si riescono a reperire è giusto che siano prima distribuite alle strutture sanitarie.
NON BASTA, perché in assenza delle mascherine è necessario che siano installate degli “scudi” in plexiglass per tutte le postazioni di lavoro presidiate da lavoratori. Bisogna fornire i lavoratori di guanti in materiale anticontagio e dotare tutte le strutture (filiali e non) di termoscanner per rilevare la temperatura di chi accede nei locali di lavoro.
NON BASTA, perché le pulizie continuano troppo spesso ad essere quelle ante epidemia, modello “dove passa il prete”.
NON BASTA, perché non passa giorno senza che qualche collega risulti positivo al COVID-19, entrando in uno stato di profonda prostrazione e gettando nello sconforto più totale la sua famiglia, i suoi cari, i colleghi di lavoro.
NON BASTA, perché a fronte di comportamenti virtuosi da parte di molti responsabili di struttura, direttori di area o di filiale, capi del Personale, subito attivatisi per gestire al meglio questa situazione eccezionale, abbiamo registrato anche comportamenti inqualificabili.
Vi sono “capi” che, chiusi nelle loro eburnee stanze, impartiscono ordini insensati, come se nulla fosse accaduto in quest’ultimo mese (si parva licet, ci ricordano il Fuhrer all’interno del bunker di Berlino, che continuava a spostare armate esistenti solo nella sua mente bacata), ed altri che si comportano come ignavi, incapaci di assumersi un minimo di responsabilità, aspettando che passi “a nottata”.
A tutti costoro, che definiremmo come D’Annunzio fece con Marinetti, “cretini con qualche lampo d’imbecillità”, diciamo una cosa sola: fate attenzione, perché del vostro operato sarete chiamati a rispondere anche davanti all'autorità giudiziaria, e ne risponderete voi personalmente, non la Banca!"
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