Coronavirus: le ulteriori restrizioni chieste oggi da Lombardia e Veneto
Lombardia e Veneto, le due regioni più colpite da Coronavirus, si sono mosse ulteriormente chiedendo al governo, ulteriori restrizioni, per affrontare la grave emergenza sanitaria.
Con una lettera ufficiale, inviata a Premier Giuseppe Conte, la Regione Lombardia chiede di chiudere "tutte le attività commerciali" salvo quelle di pubblica utilità, i centri commerciali, bar, pub, ristoranti, alberghi e attività artigianali di servizio
Regione Lombardia chiede così formalmente al governo di inasprire le misure già decise dall'esecutivo nella notte tra sabato e domenica, ed estese poi in seconda istanza lunedì 9 marzo all'intero territorio nazionale.
Nella lettera inviata dalla Regione Lombardia al governo vengono elencate una serie di attività da chiudere per contenere il Coronavirus, considerato l’aumento esponenziale dei casi di contagio. Solo in Lombardia i casi sono accertati al 10 marzo sono 5.791, con due focolai in forte espansione nel bergamasco e nel bresciano.
La Regione Lombardia chiede che venga consentita "ogni attività svolta con modalità di lavoro agile" cioè quello da casa con computer o altro strumento tecnologico. Chiede di individuare urgentemente quali siano "le attività di indifferibile necessità", e precisa anche che "è già stato raggiunto un accordo con Confindustria Lombardia" per «regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese". La Lombardia chiede inoltre di "procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in funzione delle attività che permarranno in essere".
Stesse richieste giunte dalla Regione Veneto, dove stanno crescendo focalai di Coronavirus nel veneziano e nella zona del veronese.
Anche il presidente della Regione Veneto, Zaia, ha annunciato di aver chiesto misure ancora più incisive per contrastare il virus, pur senza dettagliarle. «Se continua così si chiuderà tutto per forza», ha detto in una conferenza stampa. «Oggi la partita è nelle mani dei veneti. Voglio vedere le strade vuote, le luci dei locali spente, le spiagge svuotate, le piazze deserte. Al di là della legge: non andate alla cene degli amici, non fate ritrovi familiari, non uscite. Ogni nucleo familiare deve restare isolato a casa sua».
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha rimarcato che: "Se continuiamo a non rispettare le regole entro il 15 aprile rischiamo di avere 2 milioni di veneti contagiati, con tutto quello che ne consegue. Se continua così si chiuderà tutto per forza. Oggi la partita è nelle mani dei veneti. Voglio vedere le strade vuote, le luci dei locali spente, le spiagge svuotate, le piazze deserte. Al di là della legge: non andate alla cene degli amici, non fate ritrovi familiari, non uscite. Ogni nucleo familiare deve restare isolato a casa sua.
Ecco, nel dettaglio, le richieste portate avanti dalla Regione Lombardia:
- chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole;
- chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati sia su strada che al coperto e le medie e grandi strutture di vendita;
- chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere;
- chiusura delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza;
- chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico;
- sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private;
- chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti. Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei termini processuali e degli adempimenti di natura amministrativa, assicurativa, ecc..
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