Covid 19: Una nuova speranza tutta italiana contro tutte le varianti Intervista al Dottor Maurizio Federico
Mentre in Italia giungono buone notizie sulla diminuzione del numero dei casi e il governo cerca di alleggerire le misure di sicurezza per contenere l'infezione, si accende una speranza per sconfiggere definitivamente il Covid 19.
Un vaccino tutto italiano, utile contro tutte le varianti e per i prossimi richiami da fare probabilmente dopo l'estate.
Un’arma potente capace di procurare una forte immunità acquisita attiva contro l'infezione, evitando di procurare danni agli organi più colpiti dal virus: i polmoni.
Il Dottor Federico Maurizio, biologo, responsabile del centro nazionale per la salute globale dell’istituto Superiore di Sanità, insieme a tanti suoi colleghi, sta dando il meglio di sé stesso per realizzare questa scoperta, attesa da tanto tempo.
Un vaccino per tutte le varianti
Dottore, un vaccino molto forte capace di fermare tutte le varianti e soprattutto utile a prevenire quelle infezioni delle vie respiratorie causate da questo terribile virus. Come nasce questo studio e perché questo nuovo vaccino dovrebbe essere diverso da tutti gli altri utilizzati fino ad ora?
Nel marzo del 2020, immediatamente dopo lo scoppio della pandemia, abbiamo pensato di applicare al SARS-CoV-2 una piattaforma vaccinale che si era già dimostrata utile nel contrastare nei modelli animali il tumore indotto dal papilloma virus ed uno dei più diffusi tumori della mammella.
Questa tecnologia è del tutto originale, e nasce dalla nostra pregressa esperienza nel campo delle vescicole extracellulari. Tutte le cellule del nostro corpo producono continuamente nanovescicole extracellulari, le cui funzioni fisiologiche somigliano a quelle degli ormoni, ovverosia servono alle cellule dei vari tessuti per scambiarsi informazioni e coordinare le rispettive funzioni.
Noi abbiamo sviluppato un metodo attraverso il quale queste nanovescicole naturali possono essere ingegnerizzate, ovverosia siamo in grado di fare incorporare a queste nanovescicole qualsiasi tipo di proteina, nel nostro caso la proteina N del SARS-CoV-2, una proteina che, a differenza della proteina Spike, non mostra mutazioni nelle tante varianti di SARS-CoV-2 finora emerse. Questa è la caratteristica che può rendere il nostro vaccino egualmente efficace contro tutte le varianti di SARS-CoV-2.
Queste nanovescicole così ingegnerizzate sono in grado poi di stimolare un ramo della immunità adattativa, la immunità cellulare, più in particolare quella governata da una sottopopolazione di linfociti definiti come linfociti CD8. In questo la nostra strategia si differenzia totalmente dai correnti vaccini anti-SARS-CoV-2, in grado di stimolare quasi esclusivamente il ramo della immunità adattativa che porta alla produzione di anticorpi.
Una protezione per le vie respiratorie
Abbiamo visto che il SARS-CoV-2 in tantissimi casi attacca le vie respiratorie tra cui i polmoni. In che modo si riescono a proteggere questi organi?
La nostra strategia vaccinale si basa sulla capacita di nanovescicole naturali ingegnerizzate di stimolare il sistema immunitario. Queste nanovescicole, che si generano dalle cellule muscolari che ricevono il preparato vaccinale, hanno la capacità di migrare in molti tessuti periferici, tra i quali i polmoni. Nelle vie respiratorie, che rappresentano la via d’ingresso del virus, esse riescono a stimolare la immunità cellulare in grado di eliminare le cellule riconosciute come infette dal virus, quindi attraverso un meccanismo differente rispetto agli anticorpi neutralizzanti, che possono bloccare il virus prima dell’entrata nella cellula bersaglio.
Un altro risvolto importante della nostra ricerca riguarda la capacità da parte del nostro vaccino di indurre una memoria immunitaria a livello dei polmoni che, in base ai risultati ottenuti sui pazienti sopravvissuti alla epidemia generata all’inizio degli anni 2000 dal virus strettamente apparentato SARS-CoV-1, potrebbe durare più di 10-15 anni.
Sicurezza e tollerabilità
Importante sarà anche la sicurezza e la tollerabilità. Quali studi addizionali saranno fatti per garantire questo?
Considerando l’assoluta originalità del nostro approccio, ove si decidesse di puntare sulla nostra strategia vaccinale, sarà necessario ed ineludibile compiere approfonditi studi che possano escludere la possibilità della insorgenza di possibili effetti avversi. In proposito, la nostra estesissima esperienza sui modelli animali, seppure non abbia mai mostrato l’insorgenza di effetti negativi, potrà essere presa in considerazione solo con molta cautela. Ogni approccio profilattico/terapeutico che si affacci in clinica per la prima volta necessita di approfonditi studi per stabilire la prima condizione per cui potrà essere utilizzato: non nuocere.
I tempi di attesa
Credo che il mondo intero si sta aspettando al più presto una risposta positiva da quello che sta facendo. Quanto tempo dovremo aspettare e perché?
Ringrazio per la troppo generosa considerazione, ma dubito che il mondo aspetti noi.
Comunque, se tutto andrà come speriamo, i tempi per l’utilizzo in clinica saranno strettamente legati a quanto si punterà nello sviluppo di questo vaccino. Se riusciremo, anche grazie al contributo dell’informazione, ad attirare sufficiente attenzione e risorse, i tempi potranno essere rapidi, misurabili in mesi, non in anni.
Dottore, noi la ringraziamo e ringraziamo tutti quelli che sono impegnati in questo studio di ricerca. Un grandissimo in bocca al lupo!
Crepi, e vorrei per finire ricordando che io e tutti miei collaboratori/collaboratrici cerchiamo semplicemente di dare un senso alla fiducia che i cittadini che pagano le tasse hanno riposto in noi nel momento in cui siamo stati chiamati a lavorare per una istituzione pubblica.