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Darman, un artista alternative rock che emoziona con il nuovo singolo Agay

In uno scenario musicale attuale così frenetico e schizofrenico ascoltare la musica cantautorale è sempre più difficile. Quasi fuori moda.

Ma fermarsi e chiudere gli occhi, sentire l’anima dell’artista  attraverso i suoi testi e il messaggio che vuole trasmettere rende  il pezzo nudo e intimo.

Questa è la sensazione che ho avuto ascoltando Darman, al secolo Dario Mangiacasale artista alternative rock della nuova scena musicale, con una grande formazione  strumentale e importanti lavori alle spalle.

Con il gruppo Acid Noise vince Music Against ‘Ndrangheta a Lamezia Terme e poi da solista partecipa alle finali nazionali di Festival-Pub Italia e di MArte-live.

Nel 2012 si esibisce al l Concerto del Primo Maggio 2012 in Piazza Maggiore a Bologna.

Nel 2015 a Expo Milano due anteprime di  Four-Leaved Shamrock” e  una partecipazione come da headliner al festival siciliano Musaic-On 2017 a Castelnuovo (PA).

Tanti singoli pubblicati in questi anni, come “Strana Creatura” con oltre 214.000 visualizzazioni,  “Chioma di Berenice” con oltre 140.000 visualizzazioni. Solo per citarne alcuni.

Darman ci racconta il mondo  dell’alternative e il suo nuovo lavoro con il pezzo acustico “Agay”. 

Ti definisci un cantante rock con contaminazioni psichedeliche?

Ciao Raffaele e grazie per l’invito. Dunque, diciamo che il mio mondo musicale di riferimento  è il rock alternativo, che non è certamente l’unico mondo musicale interiore che mi contraddistingue. Amo sperimentare sempre qualcosa di nuovo, sempre dettato dall’ispirazione pura e intransigente. Chi si approccia alla mia musica riconosce anche una forte componente cantautorale, infatti do grandissima importanza anche alle parte testuale, oltre che a quella musicale.

Oltre compositore di testi raffinati , sei  anche un notevole  musicista eclettico che suona diversi strumenti. Come è nato questo percorso strumentale?

Il mio approccio alla musica è nato con me, anche se il primo contatto con uno strumento l’ho avuto con mio nonno che mi hai insegnato l’armonica a bocca. Poi ho iniziato con la chitarra classica, dai 6 ai 10 anni. Poi ho fatto pianoforte per 3 anni prima di passare al mio grande amore, la chitarra elettrica, grazie a un grande lavoro col maestro Pino Mazza.

Osservando i tuoi video su you tube, si notano diversi commenti tecnici e di riconoscimento di  un costante lavoro sulla produzione e arrangiamenti.

Beh, si, mi autoproduco e quando ci si autoproduce bisogna avere la capacità e il coraggio di ascoltare e “osservare” i brani come se fosse un occhio/orecchio esterno a farlo. Su una canzone grezza, infatti, poi bisogna saperci lavorare e devi sapere trarre il meglio dal mezzo artistico. Questo aspetto lo capisci con l’esperienza. È bello ascoltare la discografia di un artista e coglierne le differenze e le evoluzioni. 

L’ultimo singolo appena uscito “Agay” ti ritrae mentre suoni la chitarra su una spiaggia francese. Lo consideri un momento di pausa o discontinuità rispetto al tuo genere rock alternative?

E’ semplicemente figlio dell’ispirazione. Quando componi grazie alla spinta ispirazionale, viene fuori un qualcosa che è figlio di quel momento. L’ultimo disco che uscirà a breve, infatti, sarà acustico perché figlio di questi ultimi due anni nei quali mi sono riavvicinato alla chitarra acustica e a sonorità che si discostano dalle mie proposte precedenti. L’importante è avere sempre l’animo artistico puro, così da avere sempre una forte personalità artistica che ti contraddistingue a prescindere dal genere e dall’arrangiamento.

Nel caso specifico di Agay, nel giugno 2020 mi sono trovato sulla spiaggia di questa splendida località della Costa Azzurra e lì è nata la magia, “condita da fioca eccitazione”. Oltre ad Agay, su quella stessa spiaggia e negli stessi giorni sono nate altre 5/6 canzoni, di getto, che ho voluto lasciare le più intatte possibile, ecco il perché della scelta di un disco acustico.

agay darman

Nelle tue canzoni spiccano testi molto introspettivi con un linguaggio ricercato. Non è facile comprendere i tuoi pezzi. Occorre metabolizzarli. E ‘ una tua caratteristica compositiva?

Come ho anticipato prima, non sono un cantautore di pancia bensì ispirazionale, perciò scrivo solo quando sono ispirato. Non riesco a scrivere una canzone senza che siano le sensazioni a dirmi di farlo.

Sono cresciuto con grandi cantautori come Battiato e ho sempre amato ricercare qualcosa che andasse aldilà delle mie capacità intellettive di quel momento, cosa che va in totale controtendenza con l’attuale modo di concepire la musica e l’arte in generale. Oggi c’è la tendenza a seguire i gusti dei ragazzini, per le visualizzazioni, per gli abbonamenti su spotify.

La cosa che stride è che anche artisti di qualità rimangono imbrigliati in alcune situazioni discografiche dalle quali non riescono a divincolarsi, trovandosi a dovere rincorrere una moda nella quale non si riconoscono. Tutto questo purtroppo si sente troppo spesso nella proposta musicale odierna e credo che venga percepita da chi vuole ritrovare nella musica opportunità di crescita personale e sociale.

Quando avevo 12 anni, di certo Battiato non scriveva canzoni che fossero facilmente fruibili dalla mia generazione, ma scriveva giustamente brani per sé stesso, con un linguaggio e delle sonorità consone per un uomo della sua età.

Se io scrivo a 37 anni per un ragazzo di 12, sto mentendo in primis a me stesso e poi al ragazzo. Perché invece non scrivere una canzone matura, espressione di uomo che ha 37 anni  e regalare il punto di vista personale, figlio di un percorso di vita? Io alcune canzoni di Battiato non le capisco nemmeno adesso ed è giusto così, perché la musica e l’arte devono stimolare, devono rendere curiosi di conoscere ciò che non conosci, altrimenti diventa pura didascalia.

Una curiosità come è nato il brano ARdhanarishvara  e quale è il significato del video?

Ardhanarishvara è un brano “apparentemente” sensuale, che parla “apparentemente” del rapporto uomo/donna. In realtà, è un brano che parla delle parti maschili e femminili che ciascuno di noi possiede dentro di sé. E’ un  fare l’amore con sé stessi, con le proprie parti maschili e femminili. È riconoscerle per crescere da un punto di vista interiore e personale. Questo ci rende esseri più completi, per noi stessi e per il rapporto con gli altri.

https://www.youtube.com/watch?v=Yw-Lvj59ZAY

Prima di diventare solista hai fatto un parte di alcuni gruppi come gli Acid Noise. Perché poi hai scelto la strada da solista?

Acid Noise è stata l’ultima band con la quale ho suonato prima di diventare solista. Eravamo una band alternative rock con tendenze psichedeliche. Dopo la mia laurea in farmacia a Catanzaro, mi sono spostato  al Nord dove ho iniziato la carriera da solista come Darman e ora eccomi qui.

darman foto

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