Fabio Panza: uno dei più importanti chef italiani del Regno Unito
Partito a diciannove anni, con tanta voglia di lavorare, Fabio Panza, oggi trentaseienne, ha un ristorante ed è uno degli chef italiani più importanti del Regno Unito. Nella nazione d'oltremanica, a mezz'ora da Londra, nella cittadina di Woking, nel Surrey, luogo dove si fabbrica la famosa McLaren, Fabio ha fondato insieme al suo socio Giuliano, il Latino restaurant, un ristorante del tutto italiano, tra i più rinomati del Regno Unito, dove si degustano i piatti tipici della nostra penisola.
Fabio sei partito a diciannove anni, oggi sei uno degli chef italiani più importanti del Regno Unito. Parlaci un po' della tua storia!
Avevo diciannove anni, vivevo a Pratola Serra in provincia di Avellino. Non c'era lavoro, anzi quel poco che c'era era mal pagato. Così un giorno decisi di fare un biglietto da Napoli a Londra, per raggiungere mio fratello Sabino, che viveva a Woking, a mezz'ora da Londra.
Subito ho iniziato a fare tanti lavori, fino al 2005, anno in cui mi proposero di lavorare in questo ristorante; si chiamava cafe latino, gli dissi subito di sì. All'inizio essendo inesperto mi occupavo degli starter, cioè gli antipasti e inizialmente facevo anche il lavapiatti. La passione per la cucina mi ha travolto, non mi sono fermato più, ho imparato a cucinare e piano piano sono diventato il responsabile di cucina.
Come sono stati i primi tempi in Inghilterra?
Durissimi, non parli la lingua, sei lontano dalla famiglia; però ti accorgi che, nonostante le difficoltà, riesci a crearti un futuro. Ho lasciato il tuo paese giovanissimo, solo a diciannove anni.
Cosa hai provato quando hai lasciato l'Italia?
Un grande dispiacere! Ho provato qualche volta a ritornare nel 2010, però non c'è stato niente da fare. Nessuna opportunità lavorativa; così ho deciso di ritornare dopo due mesi di nuovo in Inghilterra. Si sa che nessuno vorrebbe andare via da dove è nato, lasciando familiari ed amici e soprattutto un paese bello come l'Italia.
Oggi oltre ad essere uno chef di alto livello hai acquistato il ristorante dove hai iniziato a lavorare, una bella impresa. Come è successo questo?
Dopo tanti sacrifici tra i fornelli, ho voluto provare a mettermi in gioco.
Insieme a Giuliano, mio caro amico e socio, persona seria ed onesta, abbiamo deciso di iniziare questa bella avventura. Mi ha dato una grande aiuto anche la mia compagna Monika, che prima si occupava della sala, una donna eccezionale, che mi ha incoraggiato in ogni momento di difficoltà. Oggi abbiamo un bel ristorante, lavoriamo tanto e soprattutto in maniera onesta con prodotti di qualità e teniamo a trattare bene sia i clienti che i nostri dipendenti perché chi lavora va valorizzato.
Come è stata la Brexit fino adesso?
Si sente abbastanza, oltre all'aumento dei prezzi del cibo, c'è tanta difficoltà nella ricerca del personale. Non so se con il tempo potrebbe essere un bene, molti sono i lavoratori stranieri che lavorano nella ristorazione.
La pandemia invece come è stata?
E' stato un momento difficile, ma il governo c'è stato sempre vicino. Mi dispiace per i colleghi italiani, i quali non hanno avuto lo stesso aiuto che abbiamo avuto noi. Oggi sembra che piano piano stiamo uscendo da questo brutto incubo.
Quali sono le tue specialità?
Sono un amante sia dei primi piatti che dei secondi, dal pesce alla carne; mi piace tanto inventare, in cucina ci vuole tanta fantasia, essenziale per soddisfare i palati più fini.
Mi piace portare in tavola i sapori dei vari territori e far conoscere bene la cucina del nostro belpaese.
Cosa vogliamo dire ai nostri lettori che faranno un salto in Inghilterra?
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