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I professori precari di Discipline Audiovisive chiedono giustizia: tanti restano a casa perché le cattedre occupate da altri

Sul territorio nazionale vi è un alto numero di cattedre di audiovisivo assegnate a docenti che non possiedono un titolo accademico specifico.

Le problematiche della scuola sono innumerevoli e continuano a tenere sotto scacco diversi docenti precari di discipline audiovisive, con Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale con codice LM65/LS73, appartenenti alla classe di concorso A - 07.

In un mondo dove tutto è notizia sui social, dove si è bombardati costantemente dai contenuti audio – video, pubblicità, comunicazione visiva, e persino scene di vita quotidiana che diventano spettacolo dal vivo, l’audiovisivo rappresenta uno dei rami portanti della comunicazione, diventando la forma più diffusa dell’era tecnologica. Studiare la comunicazione a scuola significa avere un occhio di riguardo sulla società attuale e digitale, così come previsto dal Piano Nazionale della scuola Digitale. È per questo che negli ultimi anni sono nati degli indirizzi specifici di audiovisivo nei licei artistici e nei professionali di nuovo ordinamento ad indirizzo “servizi culturali e dello spettacolo”.

Sino al 2017, infatti,  non esisteva nessuna cdc (classe di concorso)  specifica del settore, per questo le cattedre erano ricoperte da altre discipline: la ex 7/A (arte della fotografia e grafica pubblicitaria) e la A061 (Tecnologie e tecniche della comunicazione multimediali). Per colmare il vuoto didattico non è bastata la riforma delle classi di concorso con il D.M. 259/2017  che avrebbe dovuto dare rilievo e importanza all’insegnamento delle discipline audiovisive. Nella prassi, infatti, risulta palese che ci siano tre classi di concorso che insegnano queste materie: A-10, A-07, A-61. Con la legge dell’autonomia scolastica (“Buona scuola”), i dirigenti possono scegliere autonomamente le classi di concorso da attivare nei propri istituti, interpretandola a danno dei docenti di A07 - laureati in LM65/LS73. Seppur la norma definisca chiaramente a chi devono essere assegnate le cattedre di audiovisivo, i dirigenti scolastici continuano a seguire l'abitudine ben consolidata per cui vengono chiamati docenti di A010 (Discipline grafiche) e A-61 (Tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediale).

●       Ma perché i dirigenti scelgono da A-10?

Prima del 1998 la classe di concorso che insegnava queste discipline era la 7/A - Arte della fotografia e della grafica pubblicitaria, diventata poi - con la riforma-  l’attuale A-10. Nella tabelle ministeriali viene riportato , in nota, che il laboratorio e la didattica dell’audiovisivo nei licei artistici può essere insegnata solo dagli ex 7/A fino ad esaurimento delle graduatorie (perciò i nuovi docenti A-10, i neoimmessi  e chi proviene dalle ex 12/D e 13/D sono esclusi da questo insegnamento). Nella realtà dei fatti, purtroppo, vengono chiamati tutti gli A-10, vecchi e nuovi, contravvenendo alla norma. E questo accade nonostante la legge preveda che per l'assunzione debba essere fatto l’accertamento dei titoli. E’ pertanto necessaria una vigilanza e un controllo più attento da parte delle segreterie e degli Uffici Scolastici.

Invece, ancora più assurdo è il caso della A-61, una cdc atipica, il cui accesso è aperto ai possessori di “qualsiasi laurea” “purché congiunto all'accertamento dei titoli professionali” come specificato in nota. Questo sta a significare che, previo accertamento, si possono trovare ad insegnare questa materia docenti laureati in qualsiasi disciplina (matematica, lettere, lingue, chimica....).

Lo stesso accertamento viene effettuato da parte di un’apposita commissione dell’Ufficio Scolastico Regionale, con criteri e tempi diversi e variabili in ogni Regione, rendendo l'accesso a questa classe di concorso del tutto soggettivo e discrezionale. La cdc A-61 rimane l'unica classe di concorso a non veder garantito l'accesso al proprio insegnamento ai possessori di una laurea specifica, che devono per forza passare dalla trafila burocratica dell'accertamento dei titoli professionali.

Enza  Molinari per il Comitato nazionale di discipline audiovisive A-07, precisa in una nota:

Noi docenti di discipline audiovisive A-07, chiediamo apertamente di fare chiarezza sulla questione delle cattedre mancanti, e sul perchè si continuano a chiamare docenti non previsti dal decreto ministeriale. Per questo, ci impegniamo nel controllo dei titoli tramite accesso agli atti a tappeto,  di tutti i docenti che ora ricoprono ingiustamente le cattedre disponibili.

Ogni anno lo Stato stanzia circa 54 milioni di euro per corsi di Cinema e Immagini per la Scuola (CIPS), potrebbe, altresì,  risparmiare tali fondi utilizzando risorse già in servizio nelle scuole.

Infatti,  L. n°2020 14 novembre 2016 art.27 comma 1 lettera I Disciplina del cinema e dell’audiovisivo,  che promuove l’insegnamento dell’audiovisivo come disciplina extracurricolare ad opera di qualsiasi docente dell’istituzione scolastica (come previsto da CIPS). Sarebbe opportuno trasformare questo insegnamento in curriculare affidandolo ai docenti già esistenti di A007, preparati dal punto di vista teorico e pratico o comunque, qualora rimanesse insegnamento extracurriculare, affidarlo ai suddetti e non a “qualsiasi docente”.

I docenti laureati in LM 65/LS73 Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale dovrebbero accedere direttamente nella cdc A061, perché posseggono già i CFU necessari in ambito audiovisivo e i curriculum studiorum ne sono la prova. Specifichiamo che nelle nuove linee guida per i professionali, è stato istituito l’indirizzo Servizi Culturali e dello Spettacolo, in cui si studiano i diversi mezzi di comunicazione e canali di fruizione, che vanno dal cinema, alla televisione, alla radio, ai social, al web, per finire agli spettacoli dal vivo, organizzazione di eventi e divulgazione culturale. Ambiti di assoluta competenza dei docenti laureati in LM65, esperti di tutto il settore riguardante lo spettacolo.

In Vista della revisione delle tabelle ministeriali, ci aspettiamo che il Ministero chiarisca una volta per tutte le differenze tra le varie cdc. E chiediamo che anche per la A061 sia previsto un titolo accademico di accesso.

La burocrazia e i passaggi amministrativi rappresentano un ostacolo da non sottovalutare e ci aspettiamo una conclusione dell’iter quanto prima, affinché tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico. 

Il continuo svilimento di questo percorso di studi è ciò che alimenta la scarsa conoscenza riguardo la preparazione sottostante. Dissentono a gran voce illustri nomi del settore Universitario e professionale, in merito.

Vorremmo incontrare la commissione cultura su meet per spiegare a voce quanto sono ad ora detto.

comitato enza molinari discipline audiovisive

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