Il nuovo album “La rivoluzione” e il futuro della musica: intervista a Enrico Ruggeri
Con l’album “La rivoluzione” torna sul palco Enrico Ruggeri, il noto cantautore milanese che farà tappa anche Milano il 9 aprile al Teatro Nazionale.
Nel suo nuovo disco troviamo di 11 tracce dove si parla di rapporti umani, di sogni adolescenziali e di una generazione che si è scontrata con la vita, rappresentata dall’iconico scatto di copertina, una foto della classe di Enrico Ruggeri al Liceo Berchet di Milano, anno scolastico ‘73/’74.
Enrico Ruggeri negli ultimi 40 anni ha segnato la musica italiana con un record di album (38), diverse partecipazioni a Sanremo, con 2 vittorie e Premi nella Critica Mia Martini: solo per citare alcuni dei suoi numerosi successi in carriera.
Oggi parliamo con lui del nuovo album e dell’evoluzione della musica moderna.
Sei arrivato al 38 esimo album. In diverse interviste hai dichiarato che questo album è nato durante il periodo del covid e lo hai definito un best per il tempo che hai investito.
Come sono nate le ispirazioni per queste canzoni?
E’ sempre “misterioso” dire perché nasce una canzone. Si comincia a pensare e vengono in mente delle cose. Evidentemente a volte i fattori esterni ti condizionano. In questa occasione c’era più tempo per riflettere e non a caso ho scritto il romanzo più importante della mia vita durante i primi mesi di covid.
Inoltre siamo stati quasi 2 anni in studio perché comunque non c’erano impegni esterni e il mondo esterno era totalmente ovattato.
Le canzoni nascono da riflessioni e poi proseguono per un percorso in studio, doveio comunque ho scritto “il decalogo della buona musica”, dove ci si trova assieme e vengono suonate e risuonate e provate fino a quando non si raggiunge quello che è il testo.
Nel video la rivoluzione si vede il tuo viso che si deforma mentre canti. Le alterazioni simboleggiano le paure e ansie che prendono forma espressiva o sono le minacce/contraddizioni della società moderna?
Rappresentano tutto, Dorian Gray e il fatto che quando in sei adolescente hai un’idea della vita che poi è diversa, quanto raggiungi la maturità.
Diciamo che il video è paradossale perché rappresenta l’imbruttimento e il logoramento dell’anima, che poi diventa corpo e poi nella scena finale ci sono io “normale”, che mi specchio nel mio altr’ego danneggiato dalla vita youtube.com/watch?v=k6LIBECAkrc)
Nel prossimo tour ci sarà anche una tappa a Milano, che hai preso come ispirazione per la terza traccia (La fine del mondo) e la quinta traccia (Parte di me) dell’album. Hai voluto riprendere un angolo della città perché rappresenta il tuo quartiere o volevi raccontare la metropoli un po’ in sofferenza?
Il mio quartiere è nel video della canzone “Parte di me”, mentre nel video della canzone “La fine del mondo” tutte quelle corse avvengono nelle varie zone della città.
Milano è una citta particolare dell’umanità per incroci. Uno dei grandi crocevia dell’Europa. È una città simbolo per certi versi perché quello che succede qui, un po’ di tempo dopo succede nel resto d’Italia.
Il concetto “a Milano “ è che ci sono tante umanità diverse e tanto materiale.
In un video ci sono le persone che camminano all’indietro (Parte di me) e nell’altro un ragazzo che corre (La fine del mondo), è curioso questo intreccio
La cosa Piu interessante è questa: nella vita noi facciamo entrambe le cose. Ci sono dei momenti che camminiamo indietro e ci sono dei momenti che corriamo. I due video sono collegati in questo senso e entrambi sono atteggiamenti della nostra mente.
Chi ti verrà a vedere nei prossimi concerti, ascolterà il tuo album e le tue hit. State studiando nuovi arrangiamenti per i pezzi storici? Oltre chitarre elettriche (basso, ritmica, solista) e batteria, ci saranno anche archi/tastiere o strumenti particolari/novità?
Posso dire che non ci saranno sequenze. Il concerto sarà musica. Oggi la gente, soprattutto la parte più ingenua del pubblico, va a vedere i concerti e non si rende conto che quello che ascolta è fatta per l’80% di roba suonata da altra parte e mesi prima.
E io da questo punto di vista conduco una battaglia, in quanto la gente si merita di sentire della musica che viene suonata in quel momento.
Per cui, il gioco artistico è quello di cercare di arrangiare i pezzi vecchi come se fossero dei pezzi del nuovo album.
Oltre che musicista, compositore, conduttore, scrittore, ho scoperto che sei stato professore di storia di musica del dopoguerra al conservatorio di Milano. Hai pensato di fare altro in futuro?
A me piace raccontare storie, naturalmente il mio territorio abituale è quello della musica però ho scritto romanzi, ho fatto radio televisione. La vita è molto spettacolare. Io sono uno di quelli che non va mai in vacanza, perché invece di andare (in vacanza) cambio mestiere per qualche mese e faccio una cosa diversa che mi diverte.
Cosa ne pensi della musica attuale, eccessivamente liquida con tutta musica digitale (Spotify) e sempre meno cd/vinili?
Io dico che vinile è lo champagne, e Spotify è l’acqua del rubinetto. Servono entrambi, ma quando sei con gli amici non servi l’acqua ma lo champagne.
Ultimamente non c’è più Sanremo giovani e i ragazzi vanno direttamente ai talent, senza fare il percorso di gavetta di voi artisti di vecchia data.. nelle cantine o nei piccoli locali. Cosa ne pensi?
Sicuramente io, primi 100 concerti della mia vita, li ho fatti davanti a 20 persone che andavano conquistate e le condizioni durante queste esibizioni non era facili: a volte sentivamo male l’audio e in altre situazioni non c’era l’impianto sul palco.
Quella che viene chiamata la gavetta si forma attraverso le difficoltà. Non a caso, quando ho presentato una trasmissione televisiva 2 anni fa << Una storia da cantare in Rai>> , ho notato che se arrivava un cantante come Fausto Leali , in un attimo faceva delle prove e poi andava a cantare.
Se invece arrivava un ragazzo provava e ci metteva molto più tempo, tra monitor e altre cose.
Chiaramente non è colpa dei ragazzi, che vengono scaraventati subito in un talent e senza aver fatto tutta la parte prima.
Naturalmente i padroni del palco sono altri!
Riportiamo di seguito le info su instore/concernti/biglietti
Queste le date dell’instore tour in cui Enrico Ruggeri incontrerà i fan e firmerà le copie del nuovo album:
5 aprile alle ore 18.00 presso la libreria laFeltrinelli di TORINO - P.zza C.L.N.
8 aprile alle ore 18.30 presso la libreria laFeltrinelli di MILANO - Piazza Duomo
11 aprile alle ore 18.00 presso la libreria laFeltrinelli di GENOVA - Via Ceccardi
13 aprile alle ore 18.00 presso la libreria laFeltrinelli di BOLOGNA - Piazza Ravegnana
20 aprile alle ore 18.00 presso la libreria laFeltrinelli di PALERMO - Via Cavour
21 aprile alle ore 18.00 presso la libreria laFeltrinelli di CATANIA - Via Etnea
Enrico Ruggeri tornerà in concerto da aprile con “La rivoluzione – il tour”. Queste le prime date:
2 aprile al Teatro San Domenico di CREMA
9 aprile al Teatro Nazionale di MILANO
21 aprile al Teatro Ambasciatori di CATANIA
26 aprile al Teatro Olimpico di ROMA
30 aprile al Teatro Cavallino Bianco di GALATINA (Lecce)
I biglietti sono disponibili sul circuito Ticketone www.ticketone.it/artist/enrico-ruggeri.
La Rivoluzione”(video: https://youtu.be/k6LIBECAkrc)
Parte di me” (video: https://youtu.be/vpq8NGddFSA)