Il ristoratore Massimo Oldani: torneremo ad ospitarvi e a farvi sentire come a casa
Il settore della ristorazione è uno dei più colpiti dalla crisi pandemica, che sta vivendo mesi durissimi in un quadro economico complesso, che rende impossibile programmare la propria attività.
I ristori messi in campo, laddove sono arrivati in tempi brevi, sono stati irrisori rispetto ai cali dei fatturati subiti, senza dimenticare il problema della forza lavoro che vive abitualmente una condizione di stagionalità e che si trova attualmente nella totale incertezza.
Oggi ascoltiamo la voce di Massimo Oldani noto imprenditore dell’alto milanese, che gestisce l’agriturismo La Barcella a Robecco sul Naviglio in provincia di Milano.
In questo periodo di difficoltà, siete riuscite a re-inventarvi con menu da asporto o consegne?
Ci siamo reinventati sempre e in ogni modo, ma lo abbiamo fatto solo quando abbiamo avuto davanti un periodo di apertura abbastanza stabile. Il fatto di farci aprire e chiudere da un giorno all'altro ha reso vana ogni forma di programmazione e organizzazione: nel nostro caso, così come per tanti colleghi, l'asporto su una realtà così grande e così distante da centri abitati medio grandi non avrebbe mai avuto senso.
La clientela è ritornata presso la vostra struttura dopo il primo lockdwon o avverti riserve/paure della gente nell’andare nei ristoranti?
Lo stupore maggiore e la felicità più grande è stato vedere il riscontro e la vicinanza dei clienti, che non ci hanno mai abbandonato, ci hanno sempre sostenuto e incoraggiato, di persona, via social o via mail.
Ogni volta che abbiamo aperto, abbiamo sempre avuto un grande e immediato riscontro: tra tanti messaggi, il più bello è stato: grazie per averci fatto tornare a un po’ alla normalità. La gente è stanca di vivere a metà, vuole tornare alla vita normale e vuole tornare al più presto a farlo.
Ognuno ha le sue precauzioni per carità, ma sinceramente non ho avvertito particolari paure o timori, forse anche perché venire in Barcella è sinonimo di tranquillità, sicurezza, famiglia.
Avete fatto iniziative sotto natale particolari o dei cestini?
Le avevo pensate tutte: cesti natalizi coi prodotti, menu da asporto per le feste, pranzo della vigilia, pranzo delle festività, possibilità di prenotare e in caso di lock down trasformare la prenotazione in asporto.
Purtroppo i 10 giorni antecedenti al natale sono stati stracolmi di decreti, di chiacchiericci, di voci che un giorno ci facevano propendere per organizzarci e fare, il giorno dopo che era meglio lasciar perdere.
L'ultimo decreto è stato la notte del 18 dicembre che prevedeva dal 24 la zona rossa e l’impossibilità a spostamenti: a quel punto che senso aveva partire e organizzarsi, con i clienti che giustamente avevano il terrore di prenotare anche l'asporto per paura di non poter ritirarlo, e noi col terrore che magari cambiassero ancora per l'ennesima volta le carte in tavola.
Quanto è il vostro calo del fatturato che avete registrato nel 2020?
Circa il 75% in meno.
Avete ricevuto i ristori del Governo? Visto che si tratta di misure limitate, come avete fatto a coprire i costi?
Ristori ho ricevuto il primo (10% sul fatturato di aprile 2019). Il ristori bis invece per un errore dell'agenzia delle entrate che non ha letto il codice ateco corretto, lo sto ancora aspettando. Dopo essermi attivato e aver fatto notare l'errore, stiamo aspettando risposta dall'agenzia delle entrate.
Per coprire i costi abbiamo fatto affidamento sulle nostre forze. Siamo un'azienda che esiste dal 1996 e che ha sempre reinvestito, mai sperperato, e ci ha sempre creduto. E' dura comunque e anche una realtà solida come la nostra non può andare avanti all'infinito.
Come avete fatto a gestire i vostri lavoratori stagionali?
Questo è un altro tasto dolente. Quando si parla di ristoratori, si parla non solo di titolari d'aziende, ma di un mondo di persone che lavora direttamente o indirettamente nel settore. I miei ragazzi come me sono quelli più colpiti. Il nostro non è mai stato e non sarà mai un lavoro costante, ma è un lavoro principalmente stagionale.
Noi lo scorso anno abbiamo perso una stagione completa: l’ho persa io, l'hanno persa i miei ragazzi.
Quali sono le azioni che il Governo potrebbe adottare per aiutarvi/sostenervi?
Credo sia sotto gli occhi di tutti che i contagi non cambino quando vengono chiusi i ristoranti soprattutto se gli assembramenti continuano ogni giorno a scuola, sui mezzi pubblici, nei supermercati, nei centri commerciali. Penalizzare la categoria e puntare il dito contro di noi, è una delle cose che più mi ha fatto male.
Sarebbe bastato concedere poco, ma concedere qualcosa.
La mia idea da sempre è che in presenza di contagi alti, invece di chiudere si potrebbe dire: al ristorante si va solo se sei una coppia o se sei una famiglia, punto e basta; significa che al tavolo sei e sarai solo con persone con cui convivi sempre. Come dicono a Milano: piuttosto che niente, meglio piuttosto.
Hai un messaggio che vorresti mandare ai tuoi clienti?
Semplicemente di gratitudine immensa perché non ci avete mai abbandonato. Non vediamo l'ora di tornare a riprendere quella che è la nostra passione più grande: Ospitarvi e farvi sentire come a casa.