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Il tracollo del trasporto lombardo: perché i pendolari non scendono in piazza

ritardi trenoIn questa ultima settimana le altissime temperature stanno mettendo in ginocchio chi viaggia, in quanto ci sono state una raffica di soppressioni di treni,  riportate puntualmente sulle pagine dei comitati.

I pendolari e il personale viaggiante si sono trovati su treni con impianti mal funzionanti, in alcuni casi con carrozze prive di aria condizionata, con gravi rischi all'incolumità fisica (ricordiamo che l’età media della flotta pari a 20 anni , 8 anni di media per i mezzi più moderni,  ed oltre 30 anni per i materiali noleggiati da Trenitalia  e  90 convogli con più di 40 anni).

Racconti documentati su giornali, post su facebook, giri di sms su  whatsapp, cronache di viaggi che sembravano delle odissee. Tutto questo si ripeterà in futuro.

NeI frattempo i  comitati raccolgono le segnalazioni, elaborano dossier, presentano segnalazioni e proposte a Trenord, Rfi, l’assessore Terzi negli incontri in Regione e non solo.

Purtroppo nella vita reale  “sui treni” sembra che questo poderoso sforzo, non porti “grandi risultati o effetti”.

Pertanto sulle pagine facebook ogni volta che un treno viene soppresso o parzialmente soppresso, o non c’è una comunicazione nascono invettive, insulti, rabbia, esasperazione che sfocia nel solito: “facciamo lo sciopero del biglietto” oppure “blocchiamo i binari”

Amici pendolari, lo sciopero del biglietto è illegale, mette a rischio chi lo organizza, provoca danni alle aziende. Il blocco dei binari alla stregua, porta gli stessi rischi dello sciopero del biglietto.

Sarebbero opportune forme di protesta pacifica, sarebbe opportuno un attivismo non solo “verbale” ma anche scritto e coeso dei pendolari. Ma tutto questo sembra un’utopia. Veemenza nelle situazioni di emergenza e passività quando sembra che tutto “proceda” .

Perché allora non nasce la protesta, perché i pendolari non scendono in piazza? Cosa blocca i pendolari?

E’ il tempo che non “hanno” che hanno già perso tutti i giorni per colpa dei treni?

Dunque dove è finito questo tempo, chi lo ha sottratto? Dove lo andiamo a recuperare?

C’è qualcuno che ha grave responsabilità in tutto questo.

La vita del viaggiatore scorre veloce, frenetica, incastrando impegni lavorativi, famigliari e viaggi “speranzosi” e quel poco di tempo che rimane lo si cerca di dedicare “alla propria realizzazione personale”.  Purtroppo i viaggi, duri e a volte imprevedibili, rubano tempo, spazi di vita.

Chi governa Regione Lombardia   ha la responsabilità sui trasporti, sta sottraendo il tempo ai suoi cittadini,  ha tolto  tempo alla vita lavorativa e sociale,  e soprattutto tempo per la protesta.

Sui treni caldi di estate e freddi di inverno, osserviamo pendolari ammassati come sardine, che  hanno perso le forze per esprimere il loro disappunto, poi qualcuno ha inventato il social per connetterci sul virtuale, e sconnetterci dalla realtà.

Qualcuno potrebbe dire che Regione ha acquistato i 161 treni nuovi per i pendolari e che sono in arrivo altri treni dal Ministero dei trasporti, ma la politica è programmazione e non si risponde ai problemi attuali, correnti con futuri investimenti. Trenord vi aveva avvertito, ma avete sottovalutato l’allarme nascondendovi dietro gli indici e le statistiche.

Il tempo che stiamo perdendo ora, non lo recupereremo in futuro. Non lo compenserà con un messaggio  scuse di Trenord, né  un messaggio laconico del presidente della Regione “chiedo ai pendolari pazienza” e nemmeno un bonus sull'abbonamento.

Però i pendolari devono rialzarsi, ritornare a  manifestare nelle piazze  in maniera unitaria con i comitati,  per riconquistare il diritto base alla puntualità e ai servizi.

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