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Inizio nuovo anno scolastico: intervista al Prof. Paolino Marotta, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici

paolino marotta copy

Sono passati pochi giorni da quando le porte di tanti istituti hanno aperto, lasciando entrare circa 8 milioni di studenti, dai più piccoli ai più grandi, desiderosi di iniziare il nuovo anno in presenza.

L’auspicio del personale scolastico, cosi come quello di studenti e famiglie è che si ricominci in sicurezza, senza ricorrere più a chiusure e aperture e soprattutto senza DAD , la didattica a distanza che ha tenuto studenti e personale docente incollati al proprio pc per ore ed ore, privando ognuno di una vera socialità.

Prof. Marotta, quali problemi hanno dovuto affrontare le scuole in questi primi giorni di funzionamento e quanto, secondo lei, la scuola è davvero in sicurezza al momento?

L’inizio del nuovo anno scolastico è stato segnato dall’introduzione del Green Pass obbligatorio per il personale della scuola. La procedura di controllo del possesso della certificazione, se pur resa più veloce con l’implementazione della piattaforma SOGEI, ha comportato qualche problema amministrativo in ordine alla sospensione dal servizio del personale sprovvisto di certificazione e alla comminazione del taglio della retribuzione. Per il resto i problemi sono rimasti quelli dello scorso anno: non ci sono spazi aggiuntivi né organici ulteriori per sdoppiare le classi sovraffollate, non sono state istituite corse dedicate agli studenti, i protocolli di sicurezza sono identici a quelli dello scorso anno, rimane l’obbligo di indossare la mascherina in classe (con eccezione dell’infanzia).

Credo comunque che, grazie alle alte percentuali di personale e studenti vaccinati e ai cospicui finanziamenti corrisposti dal Ministero alle scuole, le attività didattiche siano partite quest’anno con una marcia in più, anche grazie al know how maturato dalle scuole nei due anni precedenti. Si ha davvero la sensazione che stiamo uscendo dall’emergenza.

L’obbligo del Green Pass è stato oggetto di tanta discussione. Cosa pensa di questa nuova normativa e come il GP è stato vissuto dal personale scolastico e soprattutto dai dirigenti scolastici, che hanno la grande responsabilità di verificarne il possesso da parte del personale scolastico?

 Il decreto legge n.111 del 6 agosto scorso, che ha introdotto l’obbligo del Green Pass anche per il personale della scuola, ha suscitato un forte dibattito tra gli addetti ai lavori. La nostra associazione ha sostenuto da subito che si tratta di “una misura assolutamente necessaria, che va assunta come atto di responsabilità professionale e sociale”.  Quello che non ci convinceva, però, era il sistema di controllo ipotizzato nel decreto, per cui con una successiva nota abbiamo denunciato al Presidente Draghi e al Ministro Bianchi l’impraticabilità della procedura prevista e abbiamo suggerito di implementare “una piattaforma interistituzionale” per la gestione condivisa dei dati del sistema sanitario e del sistema informativo dell’Istruzione, in modo da velocizzare i controlli agli ingressi. Ci hanno ascoltato. La piattaforma è stata attivata dalla SOGEI il 12 settembre e l’indomani, al primo suono della campanella in nove regioni e una provincia, il sistema ha dimostrato di funzionare bene, senza errori e con tempi straordinariamente rapidi.

Non tutti gli studenti sono vaccinati, il Governo anzi sta cercando di invogliare anche loro a compiere questa scelta. Crede che la vaccinazione dei ragazzi potrebbe essere utile a ridurre gli effetti della pandemia?

Dall’inizio dell’estate abbiamo chiesto al Governo di avviare una campagna di informazione scientifica sui benefici del vaccino, in modo da poter intercettare la maggior parte degli studenti over 12.

Credo che nelle ultime settimane la maggioranza degli adolescenti abbia preso molto seriamente l’ipotesi di vaccinarsi a fronte della maggiore contagiosità della variante Delta, non solo per abbattere il rischio di contagio per sé e per i propri familiari, ma anche per poter disporre di un “passaporto” per partecipare alle lezioni in presenza, agli eventi sportivi, ai concerti, ecc.

Rimane il problema dei bambini al di sotto dei 12 anni, che costituisce una popolazione al momento non vaccinabile. Sulla questione i pediatri italiani si sono già espressi favorevolmente, comunque bisognerà attendere il via libera al vaccino under 12 da parte dell’Agenzia europea del farmaco EMA preannunciato per l’inizio di novembre.   

La paura di chiudere e di riaprire c’è sempre, cosi come quella di dover riprendere la didattica a distanza.

C’è, secondo lei, il rischio di un ritorno alla DAD?

Le notizie di stampa degli ultimi giorni riferiscono di centinaia di classi già in quarantena. Un po’ dovevamo aspettarcelo, dal momento che non sono stati realizzati interventi risolutivi sul trasporto urbano, non è stato avviato un sistema di screening sistematico del personale e degli studenti, le regole sul distanziamento si possono derogare in presenza di limiti logistici, non sono stati installati sistemi di aerazione e ventilazione delle aule.  Di questo passo l'ambizioso obiettivo del Ministro di garantire la scuola in presenza in tutte le istituzioni del sistema nazionale rischia di fallire nei fatti.

E così, a poche settimane dalla prima campanella, tocca prendere atto che c’è il rischio di un ritorno alla didattica a distanza, se pur per un numero limitato di giorni e per un limitato numero di classi.

Certamente quest’anno le condizioni sono diverse e, grazie agli alti numeri degli immunizzati, non avremo più i lunghi periodi di DaD vissuti nei due anni scolastici precedenti.

Cosa le piacerebbe dire agli studenti che hanno incominciato questo nuovo anno?

L’augurio più scontato che si può formulare agli studenti alla ripresa delle lezioni è senz’altro quello che imparino a cogliere l’importanza dello studio come mezzo di conoscenza, strumento di affermazione nella vita e nel lavoro, ma anche come percorso di scoperta delle proprie potenzialità e del proprio valore.

Credo però che oggi i ragazzi avvertano ancora forte il timore di poter rivivere la sofferenza del distanziamento sociale. L’emergenza pandemica è stata dirompente soprattutto per loro, perché ha cambiato tempi, ritmi e modalità del vivere quotidiano. Il ricorso alla didattica a distanza, inoltre, ha stravolto la routine scolastica, facendo insorgere in molti ansia, depressione, aggressività, noia, dovute non solo al ritmo incalzante delle video lezioni quanto piuttosto al venir meno dello spazio psicologico della classe fatto di sentimenti, relazioni, socialità.

Vorrei, pertanto, augurare ai ragazzi di non dover più sperimentare la sofferenza della “chiusura” e del distanziamento, proprio perché l’adolescenza esige la rottura del recinto familiare, l’esperienza dell'apertura a nuovi orizzonti, la ricerca dell’infinito. Auguro loro di riuscire a tornare presto ad una normalità senza paura. 

Vorrei, infine, augurare ai ragazzi di ritrovare il piacere degli abbracci, dei sorrisi, degli incontri con le persone che riempiono il cuore.

E che pieni di questa carica possano andare oltre….. alla ricerca della propria unicità.

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