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Le terapie domiciliari non hanno basi scientifiche: intervista alla dott.ssa Lucia Piantoni

Le terapie domiciliari hanno infuocato il dibattito dopo il Convegno che si è tenuto in Senato.

Torniamo nuovamente su questo argomento con delle riflessioni pervenute in redazione da parte della dottoressa Lucia Piantoni, medico di medicina generale a Canegrate da circa 10 anni, con un lungo e articolato percorso formativo.

La dottoressa commenta:  il Congresso tenuto nelle sale del Senato è da definirsi scandaloso, in quanto avallare delle cosiddette "terapie domiciliari" per Covid19 diffondendole e nobilitandole come se fossero di certa efficacia, e come se qualcuno avesse proibito completamente ai medici di base di praticare qualsiasi tipo di terapia per i propri pazienti, non è solo inappropriato, ma è anche fuori dal reale.

Non c'è alcuno studio che dimostri che le "terapie domiciliari" per covid19 abbiano qualche efficacia, inoltre la risposta alle mie proteste (basate sulla scienza) è pervicacemente antiscientifica:

sostenere che non si possono praticare studi clinici in alcuni pazienti, in quanto non sarebbe etico e allo stesso modo non poter disvelare quali siano i trattamenti utili in quanto sono personalizzati per paziente, sono affermazioni senza contenuto scientifico.

La pura verità sta da un'altra parte, e lo esemplifico con i numeri della mia esperienza: non tutti i medici si sono barricati negli studi. Fuori dai momenti di severa emergenza, in cui era indispensabile farlo anche per ridurre la circolazione delle persone, come altri professionisti, non ho affatto smesso di lavorare.

Inoltre, a causa dei ritardi nelle attivazioni delle USCA sul nostro territorio e dei lunghi tempi di attesa per gli interventi, ho sempre visitato i miei covid19 quando necessario, come moltissimi colleghi, molti tra i quali si sono ammalati, e credo o sommessamente che taluni sono anche deceduti!

Dall'inizio della pandemia ho avuto su circa 1600 utenti 186 casi di covid19.  Almeno 4 hanno subito ricoveri lunghi (il più grave dai primi giorni di Aprile 2020 a metà luglio 2020), e uno tra essi è stato in rianimazione lungamente, uscendone vivo (paziente relativamente giovane).

Mentre 7 persone sono decedute.

Tra queste le esemplifico quante sono state da me "curate" a domicilio: zero.

Queste persone hanno avuto quasi tutte una forma gravissima e molto rapidamente evolutiva di malattia, passando velocemente in insufficienza respiratoria, e sono decedute.

Una tra di esse (giovane: 65 anni, donna) ha negato l'evidenza della malattia chiamandomi dopo ben sei giorni di sintomi, e solo per lei ho immediatamente attivato il 112: dopo due ore è stata intubata, e dopo 3 giorni è deceduta.

Tutti gli altri sono stati a domicilio. per la maggioranza di essi non sono stati necessari particolari interventi farmacologici, ma per altri (che ho visitato, ovviamente, non solo sentito al telefono!) possono essere state utili le terapie che noi medici sempre poniamo in campo nella contingenza delle sindromi respiratorie virali complicate: antinfiammatori, antibiotici, mucolitici, ossigenoterapia, in casi selezionati anche steroidi, o eparine a basso peso molecolare per allettamenti prolungati o fattori predisponenti alle trombosi.

Ritengo di non essere affatto l'unica ad avere avuto questo tipo di atteggiamento diagnostico e terapeutico, ma al contrario che la maggioranza di noi abbia esercitato la professione in scienza e coscienza anche in questa difficile situazione, comportandosi quasi da subito da medici, sebbene siamo stati presi in contropiede e non avessimo alcune cognizione di causa.

Conclude la dottoressa: “Fare un congresso per dire che bisogna dare le vitamine e farmaci talvolta gravati da una serie di effetti collaterali "a sentimento", spacciando per grandi successi il fatto che è ormai noto ovvero che moltissimi guariscono (e guariscono da sè) è increscioso, antiscientifico, pretestuoso e fuori dal reale, ed è anche un insulto a chi ha lavorato con impegno, ha tracciato, monitorato, curato decine e decine di persone, spesso mettendo a repentaglio la propria sicurezza.

Che qualcuno si inventi "COVIDOLOGO" è come minimo vergognoso: lo fa ovviamente per mero lucro, come taluni che si espongono mediaticamente millantando la soluzione al problema pandemico lo fanno per mera vanagloria. 

(immagine che gira sul web)

ricetta

 

Mi consola il fatto che l'Ordine di Milano stia indagando sul "Collega" odontoiatra che ha steso la terapia delle foto a lei nota, perché bisogna essere severi con chi (è del tutto evidente dalla prescrizione) non sa di cosa stiamo trattando, e non è in grado di prescrivere appropriatamente delle terapie: quel cocktail potrebbe anche uccidere qualcuno, e non scherzo.

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