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La pandemia in Italia: intervista al Dottor Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia

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Mentre in Italia, c’è un grande aumento di casi, da persone affette dal virus covid-19,  i quali rendono la pandemia un evento sempre più difficile per la vita di  tanti cittadini, il governo cerca nuove misure per contenere questa infezione.

Per capire cosa sta accadendo,   abbiamo voluto intervistare Il Dottor Giovanni Maga, virologo e direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia.

La variante Omicron

Dottore,in Italia  abbiamo questa nuova variante del virus Covid -19, detta omicron. Cosa si conosce fino adesso?

Al momento i dati ci confermano che questa nuova variante è altamente contagiosa, più della variante Delta che è stata predominante in questi mesi. Non sembra però più “cattiva”, nel senso che non dà forme più gravi. Anzi, i dati del Regno Unito, quindi in una nazione fortemente vaccinata, indicano che il rischio di ricovero in ospedale a causa dell’infezione della variante Omicron è del 40% più basso rispetto alla variante Delta. Questo però non significa che non ci sano casi gravi e considerando che Omicron è 3-4 volte più contagiosa della Delta, anche un rischio più basso se moltiplicato per un grande numero di contagi si traduce in un numero significativo di ospedalizzazioni. Per questo è importantissimo adottare tutte le misure per arginare le infezioni.

Il virus più aggressivo

Un altro aspetto strano è il fatto che questo virus durante un periodo dell’anno, dimostrato dall’aumento del numero dei casi, sembra che diventi molto più aggressivo. Per quale motivo accadequesto?

Tutti i virus respiratori, raffreddore, influenza e simili, inclusi i coronavirus, tendono a dare più contagi in autunno-inverno. Questo dipende sia da fattori climatici, come temperatura e umidità, che da un lato facilitano la circolazione del virus e dall’altro hanno un effetto negativo sulle nostre difese immunitarie, sia dal fatto che si tende a stare più a lungo in luoghi chiusi e affollati e meno in spazi aperti. Inoltre, la variante Omicron oltre ad essere più contagiosa ha anche una certa capacità di contagiare i vaccinati, soprattutto se hanno fatto solo due dosi da più di 4-5 mesi.

Vaccinarsi e rispettare le norme comportamentali

I vaccini, sono un’arma molto importante per combattere questo virus.

Cosa bisognerebbe fare oltre a vaccinarsi?

I vaccini sono fondamentali anche contro la Omicron. I dati clinici e di laboratorio confermano che la terza dose aumenta di oltre 20 volte la protezione contro questa variante. Per cui vaccinare con tre dosi, soprattutto le persone più a rischio come gli anziani o i malati cronici è importantissimo. Oltre alla vaccinazione è essenziale l’uso della mascherina in tutti i contesti in cui si è in presenza di altre persone anche all’aperto e evitare il più possibile assembramenti non necessari.

La quarta dose

In Israele, è stata somministrata per   la prima volta la  quarta dose di vaccino.

Pensa che questo succederà anche in Italia e perché?

Due elementi hanno spinto Israele a decidere di effettuare la quarta dose: il fatto che la variante Omicron è in grado di contagiare i vaccinati e il fatto che l’immunità da vaccinazione non dura per sempre ma tende a diminuire col tempo. Al momento, nel nostro paese la terza dose offre una protezione significativa anche contro questa variante, ma se si dovesse vedere una diminuzione della sua efficacia nel tempo, allora penso che si potrebbe pensare ad una quarta somministrazione anche da noi.

Vaccinare i bambini

Oggi, hanno deciso di vaccinare  anche i bambini. Secondo lei se si fossero vaccinati tutti gli adulti, non avrebbero fatto questo?

No. Il principio fondamentale della vaccinazione è estendere l’immunità al maggior numero di persone possibile. Innanzitutto quelle più a rischio e poi via via a tutti. I bambini rappresentano una popolazione molto suscettibile all’infezione e in grado di trasmetterla ad altri. Vaccinarli diventa importante sia per proteggerli dalle conseguenze della malattia, sia per limitare sempre più la circolazione del virus. Ogni volta che vacciniamo una persona è come se chiudessimo una portale attraverso cui il virus altrimenti potrebbe entrare nelle nostre case.

Vaccinare il mondo intero

Si sta parlando di vaccinare il terzo mondo e liberalizzare i brevetti potrebbe essere un’ottima soluzione per uscire dalla pandemia?

Vaccinare tutti e io aggiungo in fretta, è fondamentale. Fino a che esisteranno nazioni o interi continenti, come l’Africa, in cui il tasso di vaccinazione è basso o quasi nullo, avremo sempre nuove ondate epidemiche da questo virus. E’ necessario mettere in campo tutti gli strumenti legislativi ed economici atti a facilitare l’accesso e la distribuzione dei vaccini nei paesi più poveri, come è stato fatto con la poliomielite.

Quando finirà la pandemia

La pandemia sembra essere infinita, quando finirà secondo lei?

Ogni pandemia finisce, in genere dopo due-tre stagioni di grande intensità, anche se il virus non scompare. Il destino di questo virus sarà molto probabilmente quello di diventare endemico, ovvero circolare stabilmente nella popolazione umana, con un andamento sempre più stagionale. L’anno prossimo avremo almeno altri due vaccini di diversa concezione rispetto a quelli attuali e si stanno già sperimentando vaccini “su misura” per la variante Omicron. Se riusciremo a mantenere alta l’immunità della popolazione e limitare così i ricoveri e i decessi, questo potrebbe avvenire già il prossimo anno. Però oltre alla vaccinazione è importante utilizzare al meglio le terapie esistenti e svilupparne di nuove sempre migliori. Abbiamo imparato molto sulla gestione del paziente, ma servono investimenti importanti per rafforzare il nostro sistema sanitario, così da poter gestire al meglio le persone ammalate di Covid, senza dover togliere spazio e risorse per l’assistenza a tutte le altre malattie. Ricordiamo che il Covid non ha fatto sparire tumori, diabete, malattie cardiache, eccetera, ma piuttosto ne ha diminuito la possibilità di diagnosi e cura.

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