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Leggi, burocrazia, il-legalità: quante norme contro la legalità

burocraziaRitorno ancora una volta sul tema della burocrazia, affiancandogli le enormità di norme che offuscano la legalità.

Nel nostro bel Paese abbiamo in vigore più di 100.000 atti normativi, senza contare quelli regionali, una enormità! Facciamo un esempio attinto dalla quotidianità: il signor Ulisse vorrebbe aprire un negozio, mettiamo un ristorante, e chiede delucidazioni in merito.

Gli viene detto che nel Decreto Bersani è tutto definito, per cui per aprire la sua attività l'Ulisse deve compilare la Segnalazione certificata di inizio attività, che deve inoltrare allo Sportello Unico delle Attività Produttive. Fatto ciò deve iscriversi al Registro esercenti di commercio e poi frequentare il Corso per la somministrazione di alimenti e bevande. Compiuta anche questa incombenza, deve stilare una dichiarazione che non ha subito condanne per pene detentive superiori ai tre anni e che non ha mai dichiarato fallimento.

Finito? Nossignore, adesso deve ottenere dall'ASL l'agibilità dei locali, sperando che non sorgano normative che prevedano le distanze tra i ristoranti o che non vi sia incompatibilità d'uso. Agibilità ottenuta? Bene, però non è ancora finita per il nostro intraprendente Ulisse, infatti, dovrà aprire una partita Iva, indi iscriversi alla Camera di Commercio, all'INPS e all'INAIL, non scordando che tutti queste incombenze portano seco altri documenti da compilare.

Gli serve magari di ricorrere alla richiesta del suo Isee, non si allarmi, deve solo leggersi e seguire le 36, diconsi trentasei, pagine che l'Inps ha predisposto. Vuole consultare l'Agenzia delle entrate per dei chiarimenti e/o approfondimenti? Tranquillo, deve leggersi la guida di sessantuno – 61 – pagine che la stessa ha redatto definendola guida di breve e facile consultazione. Il bello è che a volte in una norma ci trovi altre disposizioni che ti rimandano magari ad altre norme; peggio di una caccia al tesoro!

Tutte queste leggi, leggine, norme, lacci, lacciuoli, vincoli che senso hanno se non quello della volontà dello Stato, o chi per esso, di controllo sul privato cittadino, il quale si trova ad essere come un nanetto di fronte a un gigante.

Si parte dalla, a mio avviso errata concezione, anche se non sempre, che il cittadino parta con l'intenzione di fregare lo Stato, quindi ecco la catena della burocrazia che serve a imbrigliare il cittadino. Tu cittadino, dice lo Stato, mi devi dimostrare che sei un bravo cittadino, onesto, sincero e che ami lo Stato. Parte già, lo Stato, con l'idea che tu – cittadino – lo voglia fregare; ma potrebbe anche essere il contrario però!

Mi sovvengono le parole di Tacito che diceva: "moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto". Una locuzione su cui meditare. Un diluvio normativo non fa altro che imbrigliare e ostacolare, ad esempio, la libera imprenditoria, la libertà di opinione, di stampa, eccetera eccetera.

Io sono convintissimo che tra persone oneste che nulla hanno da nascondere sia sufficiente la parola data – ricordo mio nonno che, a parte il gesto poco sano, si sputava sulla mano che poi stringevano all'interlocutore, che faceva lo stesso gesto, e si poteva stare certi che ambedue mantenevano quanto pattuito. Dicevano che questa era la consuetudine e che non c'era nessun bisogno di compilare carte e documenti vari. Che bello!

Quante volte abbiamo sentito la predica che bisogna snellire la burocrazia, che le leggi sono troppe e via dicendo, ma poi... ritorna la canzone di Mina, "parole, parole, parole, solo parole". Mi sorge poi una domanda che vuol essere di riflessione: siamo proprio così sicuri che non siano tutte queste leggi, pratiche, documenti, insomma una burocrazia asfissiante l'origine di alcune illegalità?

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