L’umanità vuole una nuova guerra mondiale?
Un titolo che mi nasce con una precisa domanda e che, sicuramente, se potessimo chiedere a ogni persona esistente sul nostro pianeta, salvo eccezioni di guerrafondai e sporchi affaristi, tutti direbbero assolutamente no, e allora come mai si tace? Perché si permette che uno e più esaltati al potere portino la guerra nel mondo, asserviti da militari di alto grado o diplomatici servi del padrone, guerrafondai e omicidi?
Mi permetto riportare quanto il Papa ha detto nell’Angelus di ieri, 2 ottobre, festa degli Angeli custodi e dei nonni/e, con questi ultimi che non nascondono una certa preoccupazione, e con ragione, per i propri nipoti di cosa potrebbe accadere.
Il primo appello papa Francesco lo rivolge a presidente russo Vladimir Putin affinché fermi questa spirale di violenza e di morte. Lo ascolterà? Ho seri dubbi in quanto il suo cuore è pieno di odio e di mania di grandezza; due sentimenti difficili da sconfiggere.
Si è poi rivolto anche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affinché sia aperto a “serie proposte di pace”. Una richiesta sacrosanta, bisogna però capirsi come devono essere queste “proposte di pace”, e il termine “serie” penso ne qualifichi il senso.
Papa Francesco ha anche deplorato l’annessione delle quattro regioni ucraine, ossia Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, parzialmente occupate dall’esercito russo e annesse con un referendum farsa. Ha, e giustamente, chiesto il rispetto della sovranità e integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze. Mi pare una richiesta doverosa e più che retta. Proviamo a fare un esempio, anche se molto riduttivo: siamo nella nostra casa e, improvvisamente, arriva un esaltato che, con la forza, pretende di levarcene un pezzo, e che se noi non facciamo opposizione alcuna, è disposto a concedere la pace. Quale sarebbe la nostra risposta? L’invasore accampa pure un diritto storico poiché una volta era un suo territorio – una volta il terreno su cui ora sorge la nostra casa era di proprietà dei suoi avi – lo riterremo un diritto valido? Si? Bene allora per cortesia rivediamo tutta la storia e ridiamo a ciascuno il suo.
“Mi affliggono – ha aggiunto il Pontefice – i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai!”
Ogni persona che abbia anche solo un briciolo di umanità ritengo che di fronte a queste vittime innocenti come i bambini/e, senza parlare degli anziani o dei ricoverati negli ospedali, in case di cura o nelle carceri, colpiti da bombe feriti e uccisi, non possa non provare orrore e rabbia di fronte a tanta inutile crudeltà.
“Che cosa deve ancora succedere, quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo una distruzione?” Si è chiesto il Papa. Già, cosa deve succedere? Forse una nuova guerra mondiale?
“La grave situazione creatasi aumenta il rischio di un’escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale”. Un rischio solo campato per aria o manifestato per impaurire o piuttosto un rischio reale? Per la situazione che si va palesando al momento mi fa pensare al peggio, speriamo che la comunità internazionale, nessuno escluso, voglia prendere provvedimenti prima che si arrivi all’irreparabile. Il ricorso alla diplomazia può risolvere le questioni? In parte sicuramente, ma solo se si è tutti uniti in un unico intento, altrimenti sono solo soluzioni tampone che hanno breve durata.
Francesco, ovviamente, invita anche l’umanità a pregare affinché Dio possa illuminare le menti e intenerire il cuore di chi ritiene che la guerra sia la soluzione migliore per ottenere ciò che si pretende. Questa raccomandazione a mio avviso la ritengo estesa anche a quei governi che stanno facendo una “guerra” ad esempio di tipo economico, commerciale, di egemonia, e anche a coloro che con la guerra si arricchiscono sulle sofferenze e sulle morti altri.
Si ritorna sempre al solito punto di partenza, ossia che se l’uomo non cambia il cuore, cioè non ha dentro di sé l’amore, che non nasce da un albero ma dal Trascendente, per se stesso e il prossimo, che è preludio alla vera Pace, ci potranno essere tutte le manifestazioni che si vogliono, ma le cose non cambieranno.