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Lutto nel mondo dei trasporti: addio al Segretario Agostino Fornaroli di UTP Milano

E’ venuto a mancare nei giorni scorsi Agostino Fornaroli, segretario di UTP (Associazione Utenti Trasporti Pubblico) di Milano.

Ingegnere e funzionario dell'IBM, era un esperto di logistica e serbava il rammarico di non aver potuto svolgere un ruolo all'interno di un'azienda di trasporti come ATM. Ma, avvicinandosi al pensionamento, aveva recuperato il tempo perduto, impegnandosi nella direzione della rivista Mobility Lab e ricoprendo incarichi importanti nella gestione del trasporto locale a Parma.

Massimo Ferrari di Utp, commentaDal 2014 mi era subentrato nella gestione delle Serate Dibattito del mercoledì sera, un'idea che io avevo lanciato nel lontano 2002 e che cominciava a dare segni di usura. Dobbiamo riconoscere ad Agostino il merito di aver rilanciato brillantemente questo calendario di incontri su tematiche tecniche, politiche e culturali che hanno dato lustro alle attività di UTP a Milano, coinvolgendo spesso qualificati relatori anche da altre Regioni italiane e dalla Svizzera”.

Aveva viaggiato assiduamente in tutta Italia ed in numerose città europee - da Parigi a Minsk - curioso di conoscere le modalità di trasporto locali.

Agostino era un cattolico praticante, era affezionato al suo quartiere di Trenno per il quale aveva condotto numerose iniziative collaborando con le realtà sociali della zona. Ma era anche legato al lago di Como, dove trascorreva le vacanze fin da ragazzo, ed al Tigullio, dove aveva una residenza che raggiungeva spesso.

Conclude Massimo Ferrari: alla vedova ed ai figli, di cui spesso ci aveva parlato, citando le loro brillanti esperienze lavorative fino alla lontana Australia, porgiamo i sensi delle nostre più sentite condoglianze.

Riportiamo la lettera di Massimo Veneroni, Specialista tecnico presso Agenzia TPL - Milano, Monza, Lodi e Pavia, che ha lavorato a stretto con  il Presidente Fornaroli.

LETTERA PERSONALE

È noto ai più che nella vita, a volte, certe sensazioni possano percepirsi anche se all'interno della nostra mente è incuneato il dogma per cui le suddette sensazioni non si vorrebbero mai provare. Per nessun motivo giustificabile.

Questo è impossibile, proprio per natura, ma comunque non ce ne facciamo una ragione. Una sensazione, in particolare, pesa più di molte altre.

La sensazione del vuoto, d'un vuoto tutt’altro che fisico; un vuoto morale, nell'anima.

Siamo fatti, in grande parte, della stessa materia di cui si costituiscono le persone che più ci sanno interpretare. Persone rare a trovarsi, in contesti dove spesso il puro "lato umano" pare nemmeno abbia il coraggio di bussare sommesso alla porta.

È così, come se indirettamente ci fosse un tacito accordo tra le parti, saldo, dove il volersi bene e lo stimarsi, come storici amici, viene più che naturale e non pone alcuna condizione di contorno. Non c’è un copione, non c’è forse nemmeno un motivo vero e proprio; ed è il bello, fattuale, forse anche un po' mistico.

Caro Agostino, per me significavi questo. Sei stato tu che, ormai diversi anni fa, mi proponesti di entrare a fare parte di UTP, l’associazione Utenti del Trasporto Pubblico. Eri quella “classica persona atipica”, un po’ criptica e non sempre in grado di trattenersi, la quale non può che destare curiosità. Mobility Manager e Ingegnere dei Trasporti, ma dal fare squisitamente agreste. Curioso, appunto.

E la stessa curiosità, che repentino ho saputo tramutare in affetto ed ammirazione nei tuoi riguardi, è stata il traino portante per la mia carriera professionale. Chiunque inciti un giovane a proseguire, perseverare sui propri passi, con convinzione e determinazione, non può che vedere già oltre il limite che spesso per primi ci poniamo di fronte alle più banali difficoltà. E puntualmente mi incitavi, sempre. Anche nei momenti per me più ostici.

Ho avuto l’enorme fortuna di ricevere dalle tue mani, nel pieno del periodo pandemico, uno dei regali più belli ed inaspettati inerenti al mio ambito lavorativo. Sono stato l’unico a rispondere al tuo appello per lo sgombero del garage, dove tenevi i ricordi di una vita da viaggiatore incallito, rigoroso, ed in buona sostanza usando solo i mezzi pubblici. Giustamente, non volevi che quell'arsenale diventasse carta straccia.

Orari, mappe, turni e tabelle riassuntive, d’Italia, d'Europa e del mondo intero: una libidine per le mie meningi. Le ho portate a casa, opportunamente catalogate per tipologia e sfogliato le più interessanti. Documentazione di alto valore storico, soprattutto utile a comprendere l’evoluzione del settore, con visione olistica.

E la fortuna ha voluto che ti abbia detto tante volte “grazie” per tutto questo, ma mai avrei pensato che non ci sarebbe stato più il tempo per argomentarne di persona. Mi ero appuntato alcune domande, anche in base alle note ed ai commenti che eri solito apporre sugli spazi bianchi delle pagine od all’interno dei quadri. Domande che, all’evidenza, resteranno inevase.

Tra le tante “battaglie sociali” condotte, da uomo di lotta armata cui ti definivi, a questo giro hai dovuto alzare una piccola bandiera bianca. Eri stanco, e lo avevamo capito un po’ tutti. Iniziava a percepirsi il tuo distacco dalle serate on-line. E credimi, si percepiva parecchio.

Perché? Perché la tua verve era inconfondibile, il tuo fare vulcanico coinvolgente e piacevole, la tua capacità tentacolare di trovare sempre nuove argomentazioni e relatori per cui generare cultura e dibattito costruttivo: 168 serate, 19 stagioni, ogni primo mercoledì del mese, dal remoto 2002.

Eventi che hanno visto la presenza di grandi maestranze e soggetti politici, portatori d'interesse e storico/sociologi, con numeri di presenze talvolta superiori alle 50 unità.

Quanto espresso sopra lo dobbiamo in gran parte a te, che con Massimo e Mauro hai sempre alzato l'asticella giorno dopo giorno, dandoti forse il più nobile obiettivo di vita, che è quello di modellare e sviluppare la vera e concreta mobilità sostenibile e quindi il generare benessere nella società. E tu ci credevi più di tanti altri, alle volte ci credevi troppo e dovevamo fartelo capire. Ma era il bello del tuo spirito libero, veemente, perentorio, gagliardo.

Hai deciso di andartene in punta di piedi, contrariamente a quanto ci avevi abituato, forse anche per far comprendere meglio ed in completa autonomia un determinato messaggio. Il messaggio più importante di tutti, il messaggio che io, insieme ai diversi ragazzi che come me si sono avvicinati ad UTP, avremo il dovere morale di continuare a diramare ad alta voce. E lo faremo portando in cuore il tuo nome, ovunque sarà necessario proseguire questa nostra giusta missione culturale.

Ciao Ago, insegna a Dio che cos’era l’IBM e controlla per bene i tram di Milano da lassù.

presidente fornaroli

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