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Montagnier morto? La Francia risponde, la testimonianza contro Fauci

  • Elena Bianchi

Nelle ultime ore, si sta cercando di apprendere quanto accaduto al premio Nobel Luc Montagnier e, dunque, rendere chiare le voci sulla sua presunta morte.

“Chi lotta per la libertà ha sempre le porte aperte”, una frase divenuta simbolo in questo momento che, purtroppo, continuiamo a vivere al quale si accosta anche un’altra notizia che ha fatto scalpore. Parliamo di una notizia priva di fondamenta, in quanto sarebbe priva di conferme. Facciamo riferimento all’improvvisa scomparsa di Luc Montagnier.

Un decesso che ha creato numerosi dissapori, oltre a molteplici (e leciti) quesiti che, nel corso delle ultime ore, tutti si stanno ponendo. Inutile negare gli innumerevoli messaggi di cordoglio che racchiudono un’infinita tristezza da parte di tutti coloro che consideravano il premio Nobel un’icona del mondo contemporaneo. Un Uomo di (quasi) 90 anni in grado di rappresentare l’anticonformismo. Parliamo di un anticonformismo al contrario, lo stesso che, nato in Francia, fa capolino anche nella scienza proprio grazie all’emblematico Montagnier. Le sue parabole arrivavano dritte al cuore ed erano sinonimo di speranza, nonostante le numerose critiche ricevute da alcune “figure non all’altezza” che hanno solo saputo denigrare un uomo che ha cambiato le sorti dell’umanità. E “se questo è un uomo” che ha conosciuto e ci ha tramandato la verità, rendergli onore, ricordarlo e dare merito al suo cuore pulito e onesto sarebbe la miglior cosa da fare. I messaggi di cordoglio e la testimonianza contro Fauci Come dicevamo prima, sono davvero molteplici i messaggi di cordoglio rivolti al premio Nobel 2008, Luc Montagnier.

Una scomparsa che resta, che affligge e che segna un momento che resterà impresso nella storia proprio come le sue gesta, il suo sguardo dolce e gentile, oltre alle sue parole intrise di verità bagnate da lacrime sincere di coloro che hanno saputo apprezzarlo e che continueranno a onorarlo. Vittima del sistema? Di certo, le informazioni forniteci dai notiziari confondono le idee, ma in fin dei conti, come spesso accade nel corso degli ultimi anni, le risposte ci vengono fornite da coloro che, puntualmente, vengono censurati. D’altro canto, pare che in Francia i maggiori organi di informazione non si siano esposti su questa tragedia. Di certo pare che ci sia solo il fatto che a fine settimana avrebbe dovuto testimoniare contro Fauci. Per volontà, decidiamo di non addentrarci in quest’altra prospettiva, piuttosto tendiamo a instaurare un regime di amore, fratellanza, stringendoci tutti intorno a lui perché i giusti saranno sempre ricordati e, per questi grandi uomini, la morte sarà solo un etereo epitaffio.

La notizia apparsa su ANSA

L’ANSA riporta la dipartita del premio Nobel: "All'età di 89 anni (18 agosto 1932 - 8 febbraio 2022), il professor Luc Montagnier si è spento all'ospedale americano di Neuilly-sur-Seine. Il dottor Gérard Guillaume, uno dei suoi più fedeli collaboratori, ci ha confidato che se ne è andato in pace, circondato dai suoi figli", si legge sul controverso di France Soir. Françoise Barré-Sinoussi e Luc Montagnier nel 1983 scoprirono il virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Barré-Sinoussi è nato il 30 luglio 1947 a Parigi, Francia. Ha trascorso le sue vacanze d'infanzia nella campagna dell'Alvernia nel centro della Francia, dove è rimasta affascinata dalle meraviglie della natura. Il suo interesse per la scienza è diventato evidente sin dalla tenera età. 35 anni dopo, nel 1982, Françoise Barré-Sinoussi e il suo collega Luc Montagnier furono allertati di un'epidemia allarmante su cui decisero di indagare. Nel gennaio 1983 avevano scoperto l'HIV, il virus che causa la malattia da immunodeficienza AIDS. Due anni dopo la loro scoperta, è diventato disponibile il primo esame del sangue commerciale per rilevare l'HIV. Barré-Sinoussi e Montagnier hanno condiviso il premio Nobel 2008 per la fisiologia o la medicina "per la loro scoperta del virus dell'immunodeficienza umana."

Le parole di Luc Montagnier a Milano

Le parole del premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, si è espresso con parole forti facendo il punto della situazione e illustrando ciò che accadrà ai vaccinati. Non solo, ha anche aggiunto la pericolosità dei medesimi qualora i genitori decidessero di sottoporre alle iniezioni anche i propri figli.

Ma scendiamo nel dettaglio e scopriamo cosa ha detto nello specifico: ”Chiedo a tutti i miei colleghi di fermare le vaccinazioni contro il Covid con questo tipo di vaccini. Ne va di mezzo il futuro dell’umanità. Il dopo dipende da voi, soprattutto dai non vaccinati, che un domani potranno salvare l’umanità, mentre i vaccinati dovranno essere salvati dai centri medici”. Il virologo e biologo ha ricevuto mille critiche da parte della comunità scientifica, soprattutto dopo aver partecipato alla manifestazione organizzata da Italexit di Gianluigi Paragone in piazza XXV aprile nella città meneghina. In fin dei conti, anche il simbolismo vuole la sua parte dato che l’intitolazione della piazza rappresenta un giorno importante, lo stesso a cui, molto probabilmente, auspicano i no vax e no green pass. Si prosegue, poi, con lo scienziato 89enne che, parlando in francese e con la traduzione in italiano, ha detto che i vaccini in questione non impediscono la trasmissione del contagio e, dunque, non funzionerebbe. Anzi, sempre secondo Montagnier il vaccino favorirebbe anche altre infezioni. “La proteina usata per il vaccino è un veleno - spiega Montagnier - e tocca organi come il cuore, tanto che molti atleti si stanno ammalando”. Per tale motivo, conclude il premio Nobel, inoculare questo vaccino ai bambini è un crimine assoluto!

terra dopo coronavirus

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