SONO SBAGLIATA: un libro di Filomena Drago
SONO SBAGLIATA: è questo il nome del titolo che Filomena Drago, ha valuto dare al suo nuovo libro.
La dottoressa Drago, nata a Messina e cresciuta a Martone in provincia di Reggio Calabria, da circa quarant’anni si occupa della prevenzione e la cura di tantissime famiglie , adolescenti, bambini e soprattutto persone violate.
Dottoressa, il suo ultimo libro si intitola: “SONO SBAGLIATA”.
Di che cosa che cosa si tratta e perché ha deciso questo titolo?
Il titolo di questo mio ultimo scritto è consequenziale a tutte le storie che ascolto giornalmente. Moltissime donne iniziano i colloqui esordendo con: “sicuramente sono io quella sbagliata”… Quando ho voluto trasferire su carta questo racconto, non ho avuto dubbi sul fatto che dovesse chiamarsi necessariamente SONO SBAGLIATA. È questa una frase che risuonerà spessissimo durante il racconto e che spesso diventerà una dolorosa reiterazione anche quando la terapia avrà fatto molto del suo cammino e avrà aperto molte finestre buie nell’anima di Rosa. Non è un caso che abbia voluto dare alla protagonista il nome di un fiore poiché è mia abitudine affidare ed ogni donna della quale scrivo il nome di un fiore poiché penso che nulla in questo mondo sia più delicato, gentile e forte come un fiore che porta in sé i semi delle future generazioni. Appunto per questo ho scritto di Viola, Azalea, Dalia, Camilla, Margherita, Fiore di loto…
Lei oltre ad essere una scrittrice, svolge la professione di psicoterapeuta, si occupa della cura e la prevenzione di persone violate tra cui tantissime donne. Quanto può essere utile la lettura di questo libro?
Prima di essere una scrittrice, io sono e mi sento soprattutto una psicoterapeuta e il mio compito fondamentale è prevalentemente questo. Ho deciso, da qualche anno, di scrivere poiché penso che tutta la mia esperienza debba essere condivisa anche con tutte le donne che mi hanno “insegnato la vita” attraverso il loro dolore, il loro coraggio e la loro capacità di rinascita.
Si, SONO SBAGLIATA può essere d’aiuto a tutti coloro che lo leggono aldilà del genere a cui appartengono poiché di fatto, racconta un percorso dentro l’anima in cui ognuno può vedere qualcosa di sé.
Spesso sono proprio le donne ad essere private dei propri diritti, sia dal punto di vista di opportunità lavorative che sociali.
Un banale esempio, nel nostro paese potrebbe essere la vita politica.
L’Italia è tra i pochi paesi europei a non aver mai avuto una donna come primo ministro, aspetto che in molti paesi come Germania, oppure Finlandia è accaduto e oggi sono paesi amministrati con successo.
Cosa pensa di tutto questo e perché nel nostro paese , Le donne fanno molto fatica ad inserirsi?
È sempre un problema di cultura. Non si può affrontare la problematica a partire dalla fine, bisogna partire dal principio e dalla tipologia di educazione a livello familiare e sociale. Purtroppo il retaggio dell’educazione patriarcale, nonostante il terremoto del sessantotto, si pone a gamba tesa sulla possibilità di emancipazione reale del genere femminile. Io mi sento soprattutto un’educatrice e so bene quanto sia importante l’educazione precoce, effettuata a tutti i livelli in maniera continuativa. La famiglia è importante e la scuola è importantissima. Non mi stancherò mai di ripetere che è necessario l’inserimento già dalla scuola materna dell’educazione emotiva nelle attività curriculari. Certamente non si può affidare anche questo compito alle insegnanti che già effettuano un compito gravosissimo dentro la scuola. È dunque necessario che la scuola venga aperta ad esperti nel settore che affianchino, supportino e interagiscano con gli insegnanti in maniera continuativa. L’educazione al rispetto di sé e dell’altro va avviata precocemente ed è da lì che necessariamente dobbiamo partire anche se è un’azione a lunga scadenza ma, secondo me, è l’unica strategia incisiva e duratura anche per la prevenzione del maltrattamento e della violenza di genere.
Sicuramente tanti nostri lettori saranno davvero incuriositi dalla sua intervista. Perché consiglia di leggere il suo libro?
Come ho già detto precedentemente è un libro dove chiunque può trovare qualcosa di sé.
Questo scritto va letto molto attentamente poiché ogni parola non è lì per caso ma apre un mondo di riflessioni, di pensieri e di confronti con se stessi. Non a caso alcune parole sono virgolettate o scritte in maiuscolo per essere evidenziate e permettere al lettore di soffermarsi su quanto legge. Ad esempio Lui è scritto sempre in maiuscolo perché ogni donna che mi racconta del suo Lui non palesa il suo nome ma me lo presenta quasi come un Dio che tutto sa, tutto vede e tutto sa consigliare. Ricorre inoltre spesso la parola DESIDERIO che racchiude l’incontro con tutti i sogni e le speranze coltivate da bambine e dimenticate poi strada facendo soprattutto nell’incontro così agognato e poi purtroppo, per molte distruttivo, del principe azzurro. Ricorre spesso inoltre, durante il romanzo, il carattere corsivo che dà voce alle riflessioni e ai pensieri della terapeuta che non si palesa mai e che interviene solo, a volte, con frasi brevissime che tendono a rimarcare le parole di Rosa o a creare nuove aperture. Il romanzo si compone di due parti. La seconda parte è la protagonista stessa a raccontarla attraverso una narrazione fiabesca tra “fiaba e realtà”.