Terminato il nuovo ponte di Genova: successo italiano
Ritengo sia doveroso non far passare in sordina questo avvenimento, ossia la terminata costruzione, in tempo di record, del nuovo ponte di Genova, un successo tutto italiano. Come è stato possibile?
Per diversi motivi quali: le capacità tecniche delle maestranze, la collaborazione tra pubblico e privato e la messa da parte della soffocante burocrazia italiana, grazie al codice degli appalti europei. Il ponte è costruito completamente in acciaio, ha una lunghezza di 1067 metri ed è formato da 19 campate che poggiano su 18 pilastri alti 40 metri. Ora mancano le rifiniture, manto stradale eccetera, e si prospetta che entro il mese di luglio le automobili potranno circolare.
Nonostante parecchie avversità atmosferiche e purtroppo questo accidenti del coronavirus che hanno rallentato i lavori, si è riusciti nell'impresa. La domanda "perché ci si è riusciti?" non è poi così pellegrina, visto le molte "cattedrali nel deserto" di cui il nostro paese purtroppo mette in mostra. Il progettista Renzo Piano ha evidenziato, ed a ragione, che in Italia esistono, praticamente in ogni settore, tecnici e operai dotati di grande competenza, a cui il lavoro non spaventa.
La collaborazione tra pubblico e privato, che molti vedono come fumo negli occhi, si è invece dimostrata foriera di ottima iniziativa e capacità; non così la pubblica amministrazione, impastoiata tra burocrazia, giochi politici e di interessi. Un ponte nuovo costruito in dieci mesi, ditemi voi se non è un avvenimento degno di nota nel nostro paese italico!
Sentiamo troppo spesso parlare che è necessario, anzi urgentissimo, modificare e abolire la esagerata ed esasperante burocrazia, ma poi, ne siamo tutti testimoni, questa continua ad imperare indisturbata. Ecco allora il ricorso al Codice Europeo, approvato dalle magistrature europee a cui i magistrati dei vari stati possono e devono attenersi. Tutti? L'Italia no, continua imperterrita nel fango e nella nebbia della burocrazia, che rallenta o, peggio ancora, blocca ogni iniziativa, ogni attività. Documenti su documenti, carte di ogni tipo, quintali di carte, dozzine di firme... e intanto tutto va a Patrasso. ( il termine patrasso identifica qualcuno o qualcosa che finirà male, fallirà, andrà in rovina. Non ha nulla a che vedere con la cittadina greca di Patrasso, ma viene da una errata interpretazione della Bibbia dove dice: "ire ad patres" ossia andare a raggiungere gli antenati, morire insomma).
Speriamo davvero che quest'opera possa far aprire gli occhi e dare una spinta innovativa alla nostra Italia, ma non solo nel settore cantieristico, ma in ogni settore, perché l'ingegnosità e le capacità italiane non sono seconde a nessuno, certo, se sono messe però nella condizione di poter operare, altrimenti assistiamo alla fuga all'estero dei nostri giovani.
Comunque onore e riconoscenza a chi ha permesso e operato che avvenisse questo " miracolo" genovese.