Il mese di Agosto nei detti meneghini
Conosciuto il mese estivo di Luglio, eccoci a quello di Agosto, Agost in dialetto meneghino. Coloro che sono nati in questo mese sono chiamati gustin o anche aostan. Vediamo adesso alcune curiosità su questo mese estivo.
- Un detto molto conosciuto è quello che dice: La prima acqua de agost la rinfresca el bosch; chiaro riferimento che si è ormai avviati verso l'autunno poiché il clima inizia a rinfrescarsi. Il popolino milanese usava anche questa espressione più tracagnotta La prima acqua de agost la pòrta via on sacch de pures e de mosch, ovvero ci libera dal fastidio di insetti o da persone fastidiose.
- Agost, giò el sô l'è fosch, le sere si fanno più corte e più brumose.
- Il 10 di agosto vi è la ricorrenza di san Lorenzo, ed ecco subito la frase pronta: per san Lorenz la gran caldura pòcch la dura, e poiché in questa notte del santo vi sono le stelle cadenti, si diceva: varda i stell che se mocchen.
- El quindes l'è feravost, ossia è ferragosto giorno di festa. Si festeggiava anche la Madonna di tencitt che era poi la festa della Madonna votiva dei carbonai. Questa era una pala votiva fatta erigere dai carbonai che, inspiegabilmente, furono risparmiati dalla peste del 1630. Il dipinto fu realizzato sul muro esterno dove vi era la casa-albergo dei carbonai. Col tempo il dipinto venne meno, sino a che, nel 1993, un avvocato milanese che ha voluto mantenere l'anonimato, per un voto di riconoscenza, lo ha fatto restaurare. Il nome "tencitt" deriva da "tinti", così chiamati poiché tinti di sporco del nero del carbone di antracite. Arrivavano con i barconi lungo il Naviglio dove avevano i loro depositi-negozi, che erano detti "sciostra" e "sciostree". Vengono anche ricordati come "i tencitt de la sciostra del laghett de l'Ospedaa", il laghetto che sorgeva dove ora vi è lo slargo di via Laghetto, proprio a ridosso dell'Ospedale Maggiore, la Ca' Granda.
- El ventiquatter l'è san Bartolamee, san Bartolomeo, e in questa data vi era il rientro delle mandrie dagli alpeggi, così iniziava la produzione degli "stracchini", i "stracchitt", così definiti perché prodotti col latte ricavato dalle mucche stanche per il lungo viaggio di ritorno. Un tempo, in questa data, nei pressi dell'Arco di Porta Nuova, che era all'imbocco dell'attuale via Manzoni, si svolgeva la festa delle pampare. La pampara era una lunga canna con dei braccioli su cui vi erano infilate le ciambelle, offell in dialetto, fatte di pasta frolla e ricoperte di zucchero caramellato che venivano date alle bambine e bambini che per la prima volta subivano il taglio dei capelli.
- A san Bartolamee tacca el lumm al telee. Appendi cioè la luce al telaio perché le giornate iniziano ad accorciarsi.
- A san Bartolamee l'acqua l'è bòna de lavà i pee. Con questo detto si voleva sottolineare che l'acqua nei campi è del tutto inutile.
- Visitando il Duomo ci si imbatte nella statua di san Bartolomeo, che i milanesi così definivano: san Bartolamee con la pell taccada sul carcamm, ossia scorticato. Vicino alla statua vi è una porticina, realizzata nel 1576, che porta a un passaggio sotterraneo verso l'arcivescovado.
Anche per questo mese ho adempiuto al mio impegno, per cui... arrivederci per il prossimo.
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