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Alessandro Manzoni: “Fermo e Lucia”

Alla scoperta della prima versione dei Promessi Sposi

fermo luciaLa prima versione dei Promessi Sposi è molto diversa da quella che Manzoni darà alle stampe nel 1840, dopo un ventennio di lavoro ininterrotto.
Il romanzo, composto da quattro volumi, venne scritto dallo scrittore in pochi mesi ed intitolato Fermo e Lucia, come i due protagonisti.

La vera novità, rivoluzionaria per l’epoca, era il fatto che i protagonisti erano appartenenti al ceto umile calati in una ambientazione rurale, coinvolti in situazioni che sono universali e potrebbero vedere coinvolto chiunque, ma che vengono presentate da Manzoni con notevole realismo come la peste, la guerra, il rapimento della protagonista, oltre a una clamorosa conversione.
Ma il romanzo in questa prima stesura non lasciò molto soddisfatto l'autore che chiese un consiglio agli amici Visconti e Fauriel, ricevendone in cambio i suggerimenti per numerosi tagli sostanziali, che ne modificarono sia la struttura, molto ricca di digressioni e sottotrame, che la lingua, un toscano molto letterario con numerosi lombardismi e francesismi, portando ad una lettura ben poco agevole e lontanissima dalle intenzioni manzoniane.
Nel 1825 Manzoni ridusse i quattro volumi a tre, con un sviluppo della trama più agile e organico, mentre nel 1827 esce la prima edizione dei Promessi Sposi, che vende ben duemila copie durante i primi due mesi.
Ma il lavoro dello scrittore sul romanzo non si fermerà fino alla pubblicazione nel 1840 della versione definitiva dei Promessi Sposi.

Il Fermo e Lucia comprende trentasette capitoli per quattro volumi, con ben due Introduzioni che analizzano la lingua del romanzo e presentano il fittizio documento del Seicento che avrebbe acceso l’interesse del Manzoni.
Ma le differenze tra il Fermo e Lucia e i Promessi sposi sono più di una.

La prima e più importante riguarda il nome del protagonista, che è Fermo, nome molto diffuso nella Lombardia seicentesca, quasi a simboleggiare il carattere forte e paziente del giovane.
Nel secondo volume troviamo una digressione in cui Manzoni si difende per aver omesso la descrizione dei sentimenti dei due innamorati, spiegando che ciò avrebbe suscitato pensieri peccaminosi nei lettori.

La vicenda di Geltrude, la monaca di Monza e della sua storia con Egidio ha caratteristiche molto più gotiche, tra l’altro la donna è aiutata da due consorelle, di cui una si incaricherà di uccidere la novizia che aveva scoperto tutto, mentre Egidio ne occulterà in seguito il cadavere.
Molto diversa è la figura dell’Innominato, qui denominato il Conte del Sagrato, per via dell’omicidio di un suo creditore commesso sul sagrato di una chiesa, che presenta una caratterizzazione molto più fredda e scostante.

Una differenza molto significativa riguarda la morte di don Rodrigo, mentre nei Promessi sposi viene lasciata fuori campo e solo nei capitoli finali, nel Fermo e Lucia viene narrata con particolari inquietanti: quando nel lazzaretto il signorotto impazzisce vedendo Lucia assieme a Fermo e ormai in preda al delirio, fugge a cavallo morendo poco tempo dopo.

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