Campari: il rosso rubino di Milano
La storia di Campari, il rosso liquore simbolo di Milano, parte nel 1860 da una sperimentazione di Gaspare Campari, con una formula ancora oggi rimasta segreta.
Con l’apertura del Caffè Campari in Galleria Vittorio Emanuele II, Campari divenne in pochi anni un aperitivo di successo e fedele compagno degli avvenimenti sociali milanesi.
Il 7 gennaio 1889 compare il primo annuncio pubblicitario di Campari sul Corriere della Sera e un anno dopo furono pubblicati i primi manifesti per pubblicizzare Campari.
Nel 1900 i primi calendari Campari hanno un ritratto di donna ideato da Cesare Tallone, ma furono molti artisti che prestano la loro opera per rappresentare Campari, tra questi il pittore e cartellonista triestino Marcello Dudovich (1878-1962) e l’incisore, illustratore e scenografo ferrarese Adolfo Magrini (1858-1931).
Dopo la prima guerra mondiale, nel 1920 Marcello Dudovich firmò il celebre manifesto del bacio appassionato di due innamorati, colti nell’angolo di un salottino privé e virato tutto di colore rosso,
come il liquore Campari che pubblicizzava.
Tra gli artisti che hanno lavorato per Campari in quegli anni Leonetto Cappiello realizzò una serie di manifesti tra cui lo Spiritello avvolto nella buccia d’arancia, Enrico Sacchetti (1877-1967); Primo Sinopico (1889- 1949) che per Campari creò originali manifesti, il grande artista fiorentino delle silhouette di carta ritagliata Ugo Mochi (1889-1977), il cartellonista francese Achille Luciano Mauzan (1883-1952), Sergio Bruno, in arte Ugo Riberson e Giorgio Federico Dabovich.
Nel 1930 arrivò sul mercato Camparisoda, bottiglia monodose disegnata da Depero e prima bevanda premiscelata commercializzata al mondo.
Per tutti gli anni Trenta ci furono varie pubblicità d’arte firmate, tra gli altri, da Romoli, Nos, Duse, George Guillermaz, Alessandro Pomi, Alberto Bianchi, Daniele Fontana e Gino Boccasile.
Con la fine del secondo conflitto mondiale il torinese Carlo Fisanotti in arte Fisa ideò una nuova campagna pubblicitaria di Campari, legata allo sport con una serie di manifesti di Felice Mosca, Attilio Rossi e Giovanni Mingozzi, mentre Nino Nanni (1888-1969) inventò l’immagine della bottiglia di Campari che gira intorno alla terra come uno Sputnik.
Gli anni Sessanta videro una svolta grafica per il marchio Campari grazie a Leonardo Stroppa (1900-1991), Guido Crepax (1933-2003) e Franz Marangolo e nel 1964 Bruno Munari ideò manifesto Declinazione grafica del nome Campari in occasione dell’inaugurazione della prima linea della Metropolitana Milanese, oggi presso il Modern Art Museum di New York.
Con l’avvento della televisione i testimonial illustri Campari furono David Niven, Humphrey Bogart e Nino Manfredi, celebre attore italiano dell’epoca e nel 1980 il grande regista Federico Fellini, per la prima volta in tv, lavorò a uno spot Campari.
Negli stessi anni l’architetto Matteo Thun realizzò gadget e oggetti firmati Campari, come le bottiglie in edizione limitata Foscarina nel 1990 e Dogaressa nel 1992, mentre Franco Scepi lavorò a uno spot pubblicitario con Kelly Le Brock.
Con il 1990 il pittore Ugo Nespolo realizzò un manifesto e uno spot pubblicitario in occasione dei mondiali di calcio che si tengono in Italia, con il concetto di red passion che utilizzava toni anche trasgressivi per esprimere la propria idea di passione.
Da allora il mondo di Campari per TV e stampa segue sempre i quattro valori fondamentali del brand: passione, internazionalità, unicità e prestigio.