Milano celtico-romana
Milano: una metropoli celtico-romana (222 a.C. – 286 d.C.)
Nel 225 a.C. si registrarono varie incursioni di Galli nei territori degli etruschi, in direzione forse di Roma che prontamente reagì inviando truppe in grado di annientare i 50.000 invasori. Il pericolo delle calate di celti e altri popoli nordici implicò per Roma una strategia politica tesa ad annettere i territori d’origine di questi.
Così, nel 222 a.C., le armate dei consoli Publio Cornelio Scipione e Marco Claudio Marcello sconfissero i galli cesati comandati da Viridomaro dapprima ad Acerrae, oggi Pizzighettone (Cremona), e poi definitivamente nei pressi di Clastidium, oggi Casteggio (Pavia); la conseguenza di questa penetrazione nella pianura Padana fu l’esposizione di Milano, allora capitale degli insubri, all’assedio.
L’arrivo in Italia di Annibale Barca, nel 218 a.C., rovinò i piani dei romani i quali videro infrangersi i propri progetti di controllo del Po con la devastazione delle neonate colonie latina di Cremona e Placentia (Piacenza): gli insubri vendicarono l’assedio delle loro città unendosi all'esercito punico.
Sconfitto il grande generale cartaginese, sul finire del III e gli inizi del II secolo a.C., il processo di romanizzazione del territorio milanese fu lento e la via Postumia, grande arteria stradale romana collegante Genua (Genova) e Aquileia e risalente al 148 a.C., non penetrò le pianure insubri.
La Lex Pompeia dell’89 a.C. concesse il diritto latino ai altri centri cisalpini tra cui Milano la quale chiuse la propria zecca. Il 49 a.C. segna l’ingresso nel diritto puramente romano di Milano con la Lex Iulia proposta da Giulio Cesare.
I centri minori e le aristocrazie locali trovano in Mediolanum un centro di potere e di aggregamento: munita di mura sotto Augusto e arricchita con un edificio teatrale, la città diventa un luogo protetto e autonomo.
I ritrovamenti archeologici offrono uno scorcio di una metropoli sempre più vivace e florida, a partire dal I secolo d.C., grazie alla monumentalizzazione architettonica (a quest’epoca risale l’anfiteatro mentre le “Colonne di San Lorenzo” sono del II secolo), alla pragmatica costruzione di vie di comunicazione e di canali navigabili che raggiungono i grandi fiumi e poi il Po permettendo la presenza di commerci su vasta scala e l’arrivo di pregiati manufatti orientali.
La fase di opulenza perdurerà anche nel III secolo d.C., periodo di “anarchia militare” e di crisi economico-sociale per l’impero.
Nel 260 d.C. l’imperatore Gallieno difese la città dall’invasione degli alamanni e vi istituì la zecca che rimase in attività (con alcune pause) fino al regno longobardo (VIII secolo).
Il pericolo alamanno attanagliò il territorio attorno a Milano ancora nel 270 a.C. distruggendo ogni cosa nei paraggi.
Poco dopo, nel 286 d.C., diverrà una delle quattro capitali imperiali atta alla difesa della penisola italiana grazia alla sua posizione privilegiata.
Bibliografia
D. CAPORUSSO, M. T. DONATI, S. MASSEROLI, T. TIBILETTI 2007, Immagini di Mediolanum. Archeologia e storia di Milano dal V secolo a.C. al V secolo d.C. Truccazzano (MI).
Stefano Todisco
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