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Simbolo Lega Nord: la truffa

  • Stefano Todisco

chiesa-sconsacrata-galdo-degli-alburniNota dell'autore: col presente articolo non si intende dare il via a polemiche ideologiche, trattandosi di un pezzo a tema iconologico ed iconografico.

Tuttavia è bene ricordare al lettore che un po' di cultura non guasta mai, soprattutto se si sceglie di essere rappresentati da entità politiche che credono in certi ideali e vi si identificano.

Un simbolo, tanti nomi

"Fiore della vita", "rosa celtica" "sole delle Alpi" o ancora "rosa carolingia": queste sono le più comuni denominazioni di un simbolo molto antico ma alcuni di questi nomi sono stati dati a torto, senza nessi precisi, specie se si vuole identificare questa immagine con un preciso popolo o una determinata etnia.
Il termine "rosa" appare poco appropriato poiché nell'araldica questo fiore presenta soltanto cinque petali.
Altrove è indicato come "fiore della vita" ma non abbiamo prove scientifiche della sua connessione con la concetto materiale e temporale del vivere, eccezione fatta per le scoperte in ambito funerario italico che lo collocano quindi in una prospettiva di riscatto e di auspicio ultraterreno.

Sole delle Alpi? No, sole etrusco-africano

Purtroppo invece "Sole delle Alpi" è la denominazione più in auge recentemente, dopo la nascita del partito della Lega Nord.
La fantasia e l'entusiasmo dei "padri leghisti" è stata più veloce di un'accurata documentazione che sarebbe assai indicata visto che sono incappati in un grave errore sia culturale sia iconologico: non convince affatto il connubio tra l'astro e la catena montuosa del nord Italia.
Nella nostra penisola il simbolo compare indistintamente dalla Puglia alla Lombardia passando per la Campania e la Toscana meridionale (si vedano le foto) 

simbolo-su-una-parete-del-museo-faggiano-a-Lecce-connesso-a-presenza-templare-nel-salento

stele-funeraria-arcaica-da-vetulonia-museo-archeologico-falchi-castiglione-della-pescaia-gr

 

"Padania Saudita"

Se poi si considera l'antichissima a presenza dell'immagine esa-raggiata in altre località come il Golfo Persico, su una stele funeraria greco-seleucide di III-II secolo a.C., dall'isola di Tarut (Arabia Saudita) dove si legge l'epigrafe del defunto a caratteri greci: "Abeibel Nouma chaire" cioè "Salve, Abeibel Nouma".
Anche nelle aree di influenza cartaginese (Africa, Sicilia e Sardegna) torna la presenza di questa immagine sacra (su una stele funeraria con la dea Tanit).
Dunque il quadro interpretativo risulta più ampio di quello che attualmente la Lega Nord possa idealizzare. Insomma, il "sole delle Alpi" non ha alcun riscontro archeologico né scientifico in ambito esclusivamente "padano"; gli esempi presenti nel nord Italia sono di epoca romana (I secolo d.C.), medievale e postmedievale di ambito commemorativo, religioso e funerario.

Tale rappresentazione iconologica non fu prerogativa solo dei popoli del nord Italia e, se qualche leghista indignato può ribattere che anche i simboli viaggiano, al pari dei popoli e delle lingue, deve tristemente rammentare che il simbolo del Fiore a sei petali o Stella a sei raggi è attestato per la prima volta nella Toscana meridionale, alle porte col Lazio, nel VII secolo a.C., epoca in cui i Celti non esistevano ancora in Italia poiché un primo embrione di questa civiltà iniziava appena a nascere nel centro Europa!!!
Nel medioevo il fiore-stella a sei punte fu spesso associato ad ambienti legati ai cavalieri Templari, come si vede su una parete del museo Faggiano di Lecce, città influenzata dalla presenza di questi monaci-guerrieri.
Tuttavia non vi sono dubbi sulla carica simbolica e sulla valenza dell'immagine in questione: simbolo luminoso che si approccia coi ritmi vitali, legati forse alle stagioni e al movimento rotatorio, la stella a sei raggi compare talvolta iscritta in un cerchio.

stele-araba-da-tarut-museo-di-riyad

 

Elenco di luoghi celebri di rinvenimento del simbolo (da sud a nord):

Stele araba da Tarut al museo di Riyad (Arabia Saudita, III-II secolo a.C.)
Stele con l'effigie della dea fenicia Tanit (Tunisia)
Parete del museo Faggiano (Lecce)
Chiesa sconsacrata a Galdo degli Alburni (Salerno)
Chiesa dello Spirito Santo a Ischia Ponte (XVII sec.)
Urna cineraria di VII a.C. da Civitella Paganico (Grosseto)
Stele funeraria arcaica da Vetulonia (museo archeologico Falchi, Castiglione della Pescaia, Grosseto)
Ara romana, nella rocca di Angera (Varese)
Epigrafe funeraria di Publio Marcio, I secolo d.C., Clusone (Brescia)

 

 

ara-romana-angera

Nota (dolente) dell'autore: Purtroppo in internet si può incappare in imbarazzanti pagine pseudo-culturali in cui, senza uno straccio di bibliografia, si cerca di far collimare l'ideologia leghista col rigore scientifico archeologico e antropologico. Prima tra tutte si deve segnalare la sezione della lega Nord di Varese www.prov-varese.leganord.org/doc/solealpi.htm 

Bibliografia

Routes d'Arabie: Archéologie et histoire du royaume d'Arabie Saoudite (catalogo della mostra tenuta a Parigi, 2010).

M. PALLOTTINO 1942, Etruscologia, Tav. 50. (settima edizione, 2002)

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