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Un cruciverba per un Ferragosto piovoso

E’ Ferragosto e cosa c’è di meglio che cercare di risolvere, sulla spiaggia, in montagna o a casa un buon vecchio cruciverba, magari della Settimana Enigmistica, la prima rivista italiana dedicata al magico mondo delle parole crociate?

Tutto ebbe inizio nel 1930, quando il conte sardo Giorgio Sisini sposò una ragazza austriaca e si trasferì a Milano, dove scoprì il fascino delle parole crociate.

Nato la vigilia di Natale del 1913, grazie all’idea dell’inglese Arthur Wynne, che fece pubblicare sull’allegato della rivista statunitense World uno strano schema in cui bisognava indovinare quali fossero le parole cui si riferivano le definizioni, in pochissimo tempo il cruciverba arrivò in Europa, dove venne arricchito con le caselle nere, che rappresentavano i vicoli ciechi delle definizioni, per poi arrivare nel 1925 sulle pagine della Domenica del Corriere, in cui era uno degli appuntamenti fissi del weekend.

Il conte si rese subito conto che era giunto il momento per ideare una rivista che presentasse molti giochi di abilità, tra i quali le sciarade e i rebus, che avevano raggiunto un grande successo nella Milano di allora.

Fu così che, il 23 gennaio del 1932, uscì nelle edicole di tutt’Italia il primo numero di La Settimana Enigmistica, che in copertina presentava l’immagine della diva Lupe Velez, ottenuta con la disposizione delle caselle nere del cruciverba.

Il successo fu immediato, e quelle sedici pagine con giochi e umorismo divennero uno dei passatempi preferiti dell’Italia fascista, grazie anche alla grande fantasia del conte Sisini, sempre pronto a ideare nuovi quiz e giochi per la sua rivista.

Nel luglio del 1945, a causa della seconda guerra mondiale, il numero 694 della rivista usci con un ritardo di due mesi e mezzo, fu l’unica volta, infatti, subito dopo la Settimana Enigmistica tornò a uscire al consueto ritmo settimanale.

Con gli anni Sessanta, arrivarono nella redazione della rivista due dei più noti enigmisti italiani, Piero Bartezzaghi e Giancarlo Brighenti.

Mentre il primo, nato a Vittuone, si specializzò nei cruciverba, inventando le parole crociate a schema libero, il secondo divenne, con lo pseudonimo di Briga, il re dei rebus e crittogrammi.

Nel 1972 il conte Sistini, che aveva continuato a ideare giochi fino alla fine, morì per un male incurabile e lasciò la Settimana nelle mani di Raoul de Giusti.

La rivista venne poi colpita da due gravi lutti: nel 1989 Bartezzaghi morì per un tumore al cervello e nel 2001 lo segui anche Brighenti.

Ma la Settimana Enigmistica, oggi diretta da Francesco Baggi Sisini, nipote del fondatore, continua il suo cammino, sempre rimanendo fedele al concetto di pubblicare giochi sempre nuovi e divertenti per grandi e piccoli.   

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