L'Altare nell'arredo Liturgico
Tutti, chi più chi meno, conoscono che cosa s’intende per “altare”, tuttavia ritengo che tracciarne una breve storia, aiuti a renderci più consapevoli del suo significato, soprattutto nella liturgia cristiana cattolica.
Il termine altare è composto di “alta” e “arere, ara”, che significa bruciare, ossia luogo del fuoco dove si brucia la vittima offerta. La storia degli altari è molto antica, nell'antichità si distingueva l’altare propriamente detto, eretto come blocco o lastra di pietra sottomurata, e che serviva al culto degli dei, mentre una tavola più piccola, detta Ara, era riservata per azioni meno importanti, legate soprattutto al culto dei morti.
A volte l’altare era inaccessibile ai fedeli, ma solo i sacerdoti potevano accedervi, vedi le vestali romane o i sacerdoti ebraici. Nel servizio cristiano, all'inizio ci si serviva di tavole di legno rotonde, incurvate o quadrate nelle Domus private, adattate a “case di preghiera” o “piccole chiese domestiche”. Un affresco del III secolo nel cimitero di Priscilla a Roma, raffigurante la “frazione del pane” dei sette commensali, testimonia proprio l’interno di una “casa di preghiera”.
Queste tavole furono poi sostituite da altari di legno in forma di tavola, a ricordo della “mensa domestica” e legata all’Ultima Cena di Gesù. Nel IV secolo subentrarono altari più massicci in pietra; qui qualcuno vuole vederci il nesso tra l’altare in pietra e le tombe dei martiri, e mettere all’interno una reliquia lo identificava anche come sepolcro, facendo così primeggiare l’aspetto sacrificale del rito, forma che poi muterà in conviviale. A volte erano creati ed eretti altari di metallo particolarmente sfarzosi e finemente lavorati, vedi al proposito in Sant’Ambrogio a Milano il rivestimento in oro e smalto del “paliotto”.
Tra il VI e VII secolo si determinò la posizione dell’altare contro la parete, questo perché il celebrante, come i fedeli, si volgesse verso oriente, con riferimento al sole che nasce, dove il sole altro non è che il Cristo. Con l’avvento del concilio Vaticano II si riprende l’antica consuetudine. Molto spesso compaiono dei “baldacchini”, oppure, dietro l’altare s’innalzano delle pareti di pietra che, ornate di sculture, servono da parete ornamentale o anche come scrigno o contenitore di reliquie. Sulla mensa dell’altare sono posti alcuni oggetti: la croce, i candelabri, il calice coperto dalla palla e posto sopra il corporale, e il libro liturgico appoggiato su un cuscino con la funzione di leggio. L’altare è coperto da due tovaglie, una più corta e l’altra più lunga che lo copre sino a terra. Secondo l’interpretazione teologica vi sono, in un altare, tre significati, un primo è strettamente letterale, ossia rappresenta la tavola dove lo stesso Gesù ha celebrato l’Ultima cena con i suoi Apostoli, per cui testimonia Gesù che è presente; un secondo aspetto è allegorico, ossia l’altare come il corpo di Cristo, tolto dalla croce e adagiato nel sepolcro.
Il panno bianco, la tovaglia più corta, simboleggia il sudario, le cinque croci che sono incise nella consacrazione alludono alle cinque ferite, e perciò fonte salutare del sangue di Cristo, i gradini che conducono all'altare vogliono simboleggiare i corpi dei martiri che hanno sacrificato la loro vita per Cristo. Il terzo significato è quello morale, legato alle preghiere che nascono dal cuore dei fedeli e che salgono al Cielo. L’altare è stato inteso, a partire dal IV secolo, come luogo di riparo e di asilo, dove persino il più incallito criminale non poteva essere catturato in chiesa, specialmente se vicino all'altare. Nelle nostre chiese cattoliche e in quelle cristiane, vi è l’altare maggiore, che è quello principale sul quale sono tenute le regolari e più importanti celebrazioni eucaristiche.
La sua posizione è molto visibile, e si trova solitamente nel presbiterio, che è la parte riservata al clero officiante, posto nell’abside, che è l’arco o volta che forma la cupola, se presente, o posto all'incrocio tra la navata, che è la suddivisione interna di un edificio, o il transetto, che è quel corpo architettonico che interseca perpendicolarmente all'altezza del presbiterio la navata. Nelle nostre chiese abbiamo anche la presenza di altari laterali, questi sono stati inseriti nelle navate delle chiese, dal Concilio di Trento, perché fossero dedicati alla Vergine Maria o ai Santi. Simbolicamente è il fedele che, sull'esempio dei Santi, s’incammina verso l’altare maggiore dov'è la presenza di Cristo stesso.
Il Barbapedana