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La bicicletta con il volante e altre storie. Riflessioni dell’artista e scrittore Roberto Bombassei

  • Roberto Bombassei

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Arrivavano alla nostra casa tutti gli amici di Sagrogna: mi ricordo i due fratelli della prima casa, rimasti orfani di mamma.

Vivevano con il padre e la nonna.

Poi arrivava “pel di carota”, con i suoi capelli rossi e un viso angelico.

Arrivavano anche gli amici da Levego, un paesino vicino a Sagrogna, che aveva uno splendido campo di calcio, dove, dal primo pomeriggio fino a sera, facevamo partite interminabili.

Poi arrivava Giovanni. Era il mio amico preferito.

Alto, di corporatura esile, estremamente intelligente.

Aveva creato una bici particolare: aveva tolto il classico manubrio della bici e l’aveva sostituito con un volante di auto, per frenare usava il freno pedale. Uno spettacolo di bicicletta.

Con questa bicicletta facevamo delle meravigliose passeggiate in un posto, sopra al Sagrogna, chiamato la “Vena d’oro”.

salendo per la montagna, arrivavamo a questo luogo

Lì producevano acqua minerale.

Salendo un po’ più in su c’era una fantastica villa circondata da una cancellata di ferro. Lì c’era una specie di seminario.

Salendo ancora per la strada si arrivava all’entrata del bosco.

Noi ci fermavamo lì, perché c’era un campo di calcio e uno

straordinario albero. Ci mettevamo sotto a lui e stavamo li per ore.

Molte volte salivo con i miei genitori.

Nel bosco mio padre andava a funghi.

Io lo seguivo, camminando dietro di lui.

Si arrivava fino al fiume. Amavo sentire il rumore dell’acqua che scorreva. Tornavamo a casa sempre con un cesto di funghi.

Mia mamma invece prendeva bellissimi ciclamini con i quali, poi, ornava la casa.

foto 1IL CICLISTA

Mia nonna paterna si chiamava Maria.

Riservata e sorridente lasciò Belluno per lavoro, insieme a mio nonno Giovanni.

Qualche tempo dopo scoprii, attraverso i ricordi di mio padre, che la nonna era cugina di un grande ciclista: Ottavio Bottecchia, soprannominato il “Muratore del Friuli “.

Fu il primo ciclista italiano a vincere il Tour de France, nel 1924; nella circostanza portò inoltre la maglia gialla ininterrottamente dalla prima all'ultima tappa.

Successivamente Bottecchia iniziò l'attività di fabbricante di biciclette, utilizzando il proprio cognome come marchio.

Dopo la sua morte, l'attività continuò ad espandersi grazie alla famiglia Carnielli, e il marchio Bottecchia divenne

progressivamente uno dei più importanti nel settore delle bici da passeggio, da corsa e mountain bike.

 

SAGROGNA OGGI

La nostra casa di Sagrogna è esattamente come quando ero piccolo.

L'unica differenza è che abbiamo tolto il pergolato d'uva, tagliato l'albero centenario e tolto il cancello di rete e legno.

Chissà, prima o poi lo rimetterò…

Anni fa alcuni campi lungo la strada per il Piave vennero venduti. Bonificarono l'area facendo un grande investimento, creando dei laghetti dove si fa pesca sportiva, si pescano storioni.

Bello vedere come, dopo ore, tirano fuori enormi pesci.

Sulla collinetta hanno creato un agriturismo.

All'inizio del paese il mio caro amico Giovanni, il creatore della bicicletta con il volante, ha aperto una vineria.

Bellissima, ve la consiglio. Si chiama il “De gusto”.

Sagrogna è rimasto un posto splendido.

E la mia speranza è che continui ad esserlo per molto, molto tempo.

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