La storia del calendario di Frate Indovino
Con l'inizio del nuovo anno in ogni casa prende posto il nuovo calendario.
Come sappiamo ve ne sono moltissimi e di ogni genere, da quelli sportivi, paesaggistici, religiosi, di cucina, dialettali, degli animali, di figure femminili poco vestite o per nulla, e questi andrebbero eliminati poiché è chiaro il riferimento alla donna come mero oggetto sessuale, calendari finalizzati emessi da ditte o società per pubblicizzare il loro prodotto, insomma, chi più ne ha più ne metta.
Tuttavia uno dei calendari più acquistati e presente nelle case, è quello di Frate Indovino. Vediamo allora di conoscerne un poco la sua storia.
Il calendario vede la luce nel 1945 per merito di Padre Mariangelo da Cerqueto, al secolo Mario Budelli, che lo allegava in omaggio al periodico Voce Serafica. La stampa era affidata ai Cappuccini umbri, in ragione di duemila copie. Va precisato che, date le precarie condizioni di salute del frate, i superiori gli avevano affidato l'incarico di stilare un calendario, di modo che, pur tenendosi impegnato, non si affaticava eccessivamente.
L'idea del Frate si dimostrò valida, il calendario doveva entrare in più case possibili, a prescindere dal livello sociale o culturale delle persone. È doveroso ricordare che dal 1912 al 1915, vi era stata una esperienza editoriale simile, infatti, padre Costanzo da Perugia, anche lui frate cappuccino, pubblicava un calendario dal titolo Barba Bianca.
Il nome "Frate Indovino" gli fu dato già dal primo numero, e fu scelto dallo stesso padre Mariangelo in quanto era il soprannome da lui scelto per se stesso. Il calendario elencava tutti i giorni dell'anno con i relativi Santi, le fasi lunari, consigli pratici per massaie e agricoltori, le previsioni meteo e, naturalmente, non doveva mancare il messaggio francescano.
Due anni dopo il calendario raggiunge le 32.000 copie. Fu migliorata la grafica e il tipo di carta, rimanendo sostanzialmente, come contenuti identico, salvo l'aggiunta dell'attenzione agli ammalati e "i pronostici di frate indovino". Con l'anno 1948 il calendario uscì dai confini umbri, diffondendosi anche in altre regioni italiane. Alla fine del 1950 però, arrivò l'ordine di sospenderne la pubblicazione, e questo perché il vicario generale dell'Ordine dei Cappuccini, ravvisava una incongruenza nei termini "indovino" e "frate", e così l'anno 1951 non vide la nuova edizione.
I lettori affezionati inviarono decise proteste per questa presa di posizione e per aver sostituito il calendario con un almanacco. Nel prosieguo del tempo, il nostro frate apportò delle modifiche anche nel linguaggio, ad esempio il termine "massaie" fu trasformato in "donne", e nacquero anche nuove rubriche quali, ad esempio: Specola, lo sapevate? Il libro delle stelle, vedo e prevedo, il grillo sparlante e altri ancora, sino ad arrivare ai giorni nostri con le rubriche e i contenuti che ognuno può leggere. Alla morte di frate Mariangelo, nel 2002, l'incarico fu affidato a padre Mario Collarini. Oggi la tiratura del calendario si aggira intorno a sei milioni di copie; di strada ne ha fatta davvero tanta!
Personalmente anche nella nostra famiglia il calendario di Frate Indovino è presente ogni anno, ci siamo affezionati. Quest'anno il tema considerato e portato all'attenzione dei lettori presenta il titolo: "A voi nonni grazie di cuore", e per ogni mese vi è un preciso riferimento. Il 2017 era invece dedicato a: "I mestieri di un tempo: rivivranno ancora"?. Nel 2014 era "Nostra Signora della Fortuna", insomma, ogni anno un motivo nuovo per riflettere e imparare; un calendario utile e simpatico.