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Milano, nel nome un destino

anagramma MilanoAvevo impartito ordine al mio cervello di mettersi al lavoro e di pensare a qualcosa di un poco originale da scrivere sulla mia Milano, quand’ecco l’idea! Milano, sei lettere, da un’emme a una o; però in mezzo ci stanno altri caratteri, e se questi li mischiassi? Se le spostassi di qua e di là per vedere che cosa ne sortisce? E così eccomi a provare e, di anagramma in anagramma mi sono accorto di quanto le lettere che compongono Milano, in realtà descrivono l’animo del nome. Ne volete la prova? Vi accontento subito.Museo leonardo 1

Da Milano nasce LIMA, e tutti sappiamo che cosa sia una lima e qual è il suo utilizzo. È uno strumento di lavoro che perfeziona, che ottimizza, che dà la giusta consistenza, che rende usufruibile un attrezzo; ebbene, la nostra città non è forse una città operosa, che offre lavoro, che lavora ottimizzando il lavoro? Pensiamo alle fabbriche nate o stabilitesi nel territorio milanese, a quanti operai e maestranze hanno dato lavoro, a quante “lime” nelle officine che hanno plasmato il materiale. Il lavoro è inseparabile dalla MANO, dalle MANI, e Milano racchiude anche questa grande parola. Milano operosa che lavora e che fatica; Milano che “ ti dà una mano”, che tende le mani per aiutare e offrire appoggio, è sempre stata una qualità meneghina quella dell’accoglienza.

Restando ancora nel campo lavorativo, troviamo MOLA, e che cosa rappresenta una mola se non ancora l’operosità? La mola serve per smerigliare, ma è anche la ruota in pietra impiegata nelle macine, soprattutto per i cereali. Dal prodotto grezzo si arriva alle farine e da queste al pane, o alle farine per polente o focacce, come la “ mola salsa”, una focaccia di farro utilizzata dagli antichi romani nei riti religiosi. Anche in questo caso ritorniamo al lavoro, al produrre.

Qui il richiamo al pane non può passare inosservato, elemento, il pane, che rientra nella storia dell’intera umanità, che richiama all’unità della famiglia riunita attorno alla tavola, dove il pane rappresenta, simbolicamente, il matrimonio e la famiglia, l’ospitalità, il lavoro e la fatica. È citato nella massima preghiera cristiana del Padre nostro – “ dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Un detto milanese, a mio avviso ancora attuale dice: “ chi vòlta el cuu a Milan le vòlta al pan”, credo che chiunque capisca il senso. Insomma, anche nel termine “mola” Milano ci sta a pennello.

Adesso abbiamo l’anagramma NOLI, plurale di nolo.  Nolo è un termine che identifica un contratto di noleggio, tutti conosciamo il riferimento al nolo marittimo, ebbene, Milano è la città dei contratti, dei noleggi, degli scambi finanziari e non, interni e internazionali. MINA dice l’enciclopedia Treccani a questa voce, “ordigno esplosivo di vario genere…”.

Ora, si potrebbe dire, che ci azzecca mina con Milano? Eppure se ci pensiamo bene, anche questo termine è Milano, infatti, la metropoli a volte è esplosiva, nel senso buono del termine ovviamente; esplode con le sue risorse, con le sue opere ingegneristiche, con le sue iniziative culturali, con i suoi spettacoli, con le iniziative sportive, eccetera. Questi oggetti non servono solo per distruggere o fare del male, anche se purtroppo la nostra città ha patito anche questo, ma sono sapientemente usate nella tecnica delle costruzioni e nell’attività mineraria, che, anche in questo caso, significa lavoro.

Adesso abbiamo LINO, che è una fibra vegetale che, a secondo il grado di finezza, trova diversa utilizzazione, ad esempio per tele pregiate, per fare pizzi e merletti e per il ricamo; tessuti per la biancheria della casa e per l’abbigliamento estivo maschile e femminile. Con la parte più grezza, come la stoppa, si fanno corda e spago e produzione della carta. Milano non è forse la capitale della moda? E il lino non richiama anche questo?

Dal lino passiamo ora a una pianta, l’Olmo, “OLMI” in Milano. (ricordo che nella simbologia il plurale è un rafforzativo). Questa pianta può raggiungere un’altezza di 20-25 metri, tuttavia l’aspetto che qui m’interessa rilevare non è quello botanico, ma quello simbolico. In araldica questa pianta simboleggia l’amicizia, il sostegno, la protezione, l’amore fraterno e coniugale, le aspirazioni. L’Olmo è l’albero che dà sostegno alla vite senza togliere a essa sostanza nutritiva. Con queste premesse penso si possa evidenziare come questa simbologia ben si adatta alla nostra città, basta pensare solo alle aspirazioni, per vedere come Milano sia stata, nella storia sia passata che attuale, in prima fila nel voler primeggiare, l’Expo 2015 ne è un chiaro ultimo esempio. (probabilmente è un po’ anche per questo che ci danno dei “bauscia”).

Nel nome Milano figura anche l’aggettivo possessivo MIO/A, che un vero meneghino lo pronuncia, quasi inconsciamente, nella frase “la MIA Milano”; d’altro canto quando si è innamorati quest’aggettivo, è in auge. Bisogna però ammettere che è un possessivo difficile da gestire, perché si scontra con lo spirito altruista e con il detto milanese “Milano col cuore in mano”, dal cui si deduce che bisogna usare il buon senso e la ragione, e lasciare all’istinto il ruolo che gli compete senza che si “allarghi troppo” in zone non di sua competenza. Un'altra parola che può seguire l’aggettivo è MALI, e tutti sappiamo che spesso l’egoismo è proprio una delle cause principali di male. La nostra città, nella sua millenaria storia, di male ne ha visto, subito e, purtroppo, anche causato.

Questi sono ALONI, altra parola in Milano, che continuano a lasciare la loro, traccia, la loro macchia, e lavarli per riportarli candidi purtroppo, a volte, non è più possibile, e questi aloni non fanno certo onore alla nostra città. Per aloni s’intendono anche quei cerchi luminosi che si formano attorno al sole o alla luna, o altre fonti luminose, per effetto della rifrazione, però anche in questo caso è un derivato e non l’origine.
Nel nome Milano ci sta anche il termine ANO, che subito ci porta a quella parte, poco nobile, del corpo umano, eppure la sua funzione è indispensabile. Eliminare il non necessario, l’inutile, ciò che farebbe danno, ciò che non produce nulla per cui diviene ostacolo che, alla fine, comprometterebbe il buon funzionamento dell’organismo umano. Trasportiamo la visione alla città e allora ci accorgiamo di questa necessità di Milano di togliere da se tutto ciò che è peso inutile, ingombro e ostacolo al bene della città stessa e al bene comune.

Per ottenere questo è necessario avere la volontà e le capacità per farlo. Dopo quanto poco fa detto, un’altra parola che trova, in un certo senso, affinità, è LIMO. Questo è del fango, del terriccio fine che si trova negli stagni, nelle paludi. Tipico è il limo lasciato dal fiume Nilo, che apportava terreno fertile per le coltivazioni, e proprio da questo terreno fertile l’uomo ne traeva beneficio. Ebbene, Milano non è stata, e lo è tuttora, città e territorio fertile? Passiamo ora al termine AMI, inteso non come voce del verbo amare, ma come strumento per la pesca, quello formato da un ago d’acciaio ricurvo che, legato alla lenza, serve per catturare il pesce. Anche questa parolina di tre lettere è adatta a Milano, infatti, quanti ami sono stati gettati e quanti “ pesci” hanno “abboccato” facendo grande Milano! Singole persone, famiglie, genti di ogni dove, ognuna con un nome.

Quanti NOMI sono passati per Milano, molti conosciuti ma più ancora anonimi, eppure tutti indispensabili, importanti, per se stessi e per la storia della città. La città che con le sue ALI ha saputo e continua a volare nella storia, senza perdersi d’ANIMO, ma sempre con la forza e la volontà di essere protagonisti nella storia del nostro paese. Sì, non tentenno nell’affermare che io AMO Milano, e concludo con una parola latina che è presente in Milano, ossia OMNIA, che significa tutti, e Milano è una città per tutti e di tutti.

Adesso però, mi concedo una salutare passeggiata nei boschi, penso che al mio cervello possa concederglielo.

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