Storie di una volta: la donna che segnava
Una volta nei paesi montani o nelle nebbiose campagne, quando la televisione era ancora sconosciuta, alla sera, soprattutto nelle fredde sere invernali, ci si riuniva nella stalla, che era un luogo caldo, e, dopo aver recitato il santo Rosario tutti insieme, qualcuno, di solito una nonna o un nonno, si mettevano a raccontare una storia ai bambini/e presenti, i quali restavano a bocca aperta prestando la massima attenzione al racconto. Un patrimonio che non deve andare perduto, ma che è bene riscoprire. È proprio per questo che ho deciso di raccontare alcune di queste storie, qualcuna perché l'ho sentita personalmente, come quella che vi racconto adesso, altre recuperate da vecchi libri o fattemi raccontare da persone oggi anziane. Questa volta vi propongo una storia che qualcuno dice sia stata vera, lascio comunque a ognuno trarre le conclusioni.
La donna che segnava
La storia che vi voglio narrare questa volta racconta di personaggi realmente esistiti di cui però non ne farò il nome. Esisteva in un piccolo paese una donna che si diceva "facesse i segni" e che qualcuno, se pur a bassa voce, tacciava di essere una strega.
Come è risaputo, nei piccoli borghi le strade sono piuttosto strette e la distanza tra le case non è molta, per cui un giorno, o meglio una sera molto tarda, una signora, che chiamerò Margarita, presa da un bisogno fisico decise di recarsi al bagno che, all'epoca, non era in casa ma posto all'esterno. Aperta la porta della camera mentre si stava avviando al bagno posto sul ballatoio, il suo sguardo si posò sulla via sottostante e nonostante la luce non fosse delle migliori, riuscì a intravvedere che una donna, vestita di scuro e avvolta in un grande scialle, stava facendo strani segni verso la casa di rimpetto, e in specifico verso una finestra dove si trovava la camera da letto in cui riposavano alcune sorelle.
Margarita, presa dal timore di essere vista, rientrò in camera ripromettendosi di andare alla latrina quando quella se ne fosse andata via. Non dovette aspettare molto perché tutto ritornasse tranquillo. Il giorno dopo Margarita era agitata, non sapeva come comportarsi poi decise di andare dal Batta, il capo famiglia della casa di rimpetto, e raccontargli quel che aveva visto, e così fece.
Il Batta era solito, terminato il lavoro come carbonaio, sedersi fuori dalla stalla per aggiustare attrezzi vari, tra cui gerle, cesti eccetera fumandosi un sigaro. Molto spesso la "donna dei segni" gli passava davanti, e ogni volta gli chiedeva se poteva dargli un po' di tabacco; aveva il vizio di tabaccare. Batta non glielo aveva mai rifiutato, in fondo un poco di tabacco regalato non era una perdita così rilevante. Avvenne due giorni dopo e, appena dato il tabacco la apostrofò così: "mi hanno detto che ti hanno visto fare dei segni strani verso la finestra della mia casa, ti avverto di non farti vedere da me perché quattro legnate non te le leva nessuno, così se mi dovesse capitare qualche disgrazia a me o alla mia famiglia so chi è la responsabile.
Si può sapere che segni stavi facendo?" La donna giurò e spergiurò che lei non aveva fatto nessun segno, e chi glielo aveva detto era un visionario e un bugiardo. La questione tra i due finì così, anche se qualche dubbio sull'effetto di quei segni rimase.
Si racconta anche che questa donna possedesse uno strano libro, scritto in un linguaggio oscuro, questo a detta di chi lo aveva visto. Si racconta anche che, prima di morire, doveva cederlo a qualcuna o qualcuno a cui avrebbe insegnato a leggerlo.
Venne anche per la "donna dei segni" l'ora di lasciare questa terra, e poiché a quella chiamata non si può dire di no, se ne andò. E il libro? In paese si dice che quel libro è passato in mano a un'altra donna che a sua volta lo ha ceduto ad altra che dovrà, a sua volta, cederlo.
Leggende? Fantasie di un tempo passato? Riprendendo il titolo di una passata trasmissione televisiva, anch'io dico: chissà chi lo sa.
Potrebbe interessarti anche:
Storie di una volta: i ballerini con i piedi di capra
Storie di una volta: la lanterna del morto