Le macchine dei Tridui: storia e origini
Sicuramente le persone di una età più matura si ricordano di aver visto, in qualche chiesa, un apparato ligneo posto dove sorge l'altare, chiamato appunto "macchina" del Triduo. Oggi purtroppo quest'usanza è andata sempre più scemando, anche se, per fortuna, non del tutto. Ma che cosa si intende per "macchina" del Triduo?
Innanzi tutto preciso che la parola "Triduo" deriva dall'aggettivo latino triduus, ed indica un periodo di tre giorni nel quale la Chiesa, a ricordo dei tre giorni che intercorrono tra la morte e la resurrezione di Cristo, celebra particolari funzioni religiose dedicate al suffragio dei defunti dove, per l'occasione, si allestiva appunto una "macchina" del Triduo.
Questa era una costruzione in legno dorato completamente illuminata da centinaia di candele, al centro della quale era collocato l'ostensorio contenente l'Ostia consacrata per l'adorazione. Vi si potevano trovare altri addobbi lignei che venivano utilizzati per le funzioni del Triduo, sono gli "Scudi", dipinti con lo stesso colore dell'apparato e appesi alle colonne della chiesa ed anch'essi illuminati da alcune candele; inoltre poteva trovarsi, tra una colonna e un'altra la "Chioccia" che a suo volta portava altre candele.
Nel territorio bergamasco e bresciano, in cui per fortuna si possono ancora vedere queste "macchine" allestite, e che vi assicuro lasciano a bocca aperta per la loro bellezza ed eleganza, questa modalità avrebbe avuto origine nel secondo o terzo decennio del 1700, e riporta a due battaglie avvenute in territorio bresciano tra i Gallo-Ispani e gli Austro-Tedeschi, precisamente a Chiari nel 1701 e a Calcinato nel 1703. Le battaglie causarono molti lutti anche tra la popolazione inerme, e questo portò a ideare una commemorazione dei defunti. Tuttavia vi è anche un'altra ipotesi, ovvero che all'origine delle solennità vi sia la risposta cattolica alla negazione del Purgatorio da parte dei Protestanti che, negandolo, rendevano inutili le celebrazioni delle Messe di suffragio per le anime dei propri morti.
È anche vero che impianti lignei si possono riscontrare anche in cerimonie più laiche ed effimere approntati in occasione di grandi eventi. Ricordo ad esempio quando a Milano, durante la dominazione spagnola, venivano erette sculture lignee per festeggiare l'arrivo in città di sovrani, principi, autorità ecclesiastiche, usate anche in caso di esequie.
La costruzione di queste "macchine" richiedeva manovalanza esperta, guidata da architetti, affiancati da noti pittori, scultori e abili artigiani, scelti spesso tra coloro che lavoravano nella Fabbrica del Duomo.
È indubbio che la funzione estetica aiutava la funzione religiosa accentuando l'invisibile potenza dei segni.
Quando finì il dominio di Venezia sul Lombardo-Veneto e venne la nascita delle Repubblica Cisalpina, il Decreto di Napoleone del maggio 1807 proibisce " in tutto il Regno le Confraternite, le Congregazioni, le Compagnie, ed in generale tutte le società religiose laicali, eccettuate le Confraternite sotto la denominazione del SS. Sacramento delle quali potrà esisterne una sola presso ciascuna parrocchia". Questo Decreto napoleonico diede un grave colpo anche agli apparati legati a quelle cerimonie religiose, che andarono via via spegnendosi. Fortunatamente alcune " macchine" sono sopravvissute ed anche oggi, in alcune parrocchie, vengono esposte.
Provo a descriverne alcune.
- Una "macchina" piena di fregi, specchi, festoni di frutta e fiori, elementi ornamentali, cornici curvilinee traforate con sovrapposizione di motivi scultorei e architettonici. Infissi su chiodi si trovano lumini ad olio. L'opera risale al 1770, è in legno dorato, intagliato, dipinto con colori verde, rosso e blu. L'intera struttura ha una base di m. 8,40 e l'altezza di ca m. 10. La si può vedere nella chiesa di Schilpario (BG).
- La "macchina" che si può ammirare a Malonno (BS) presenta linee morbide e sinuose, le cornici, i fregi, gli elementi architettonici ed ornamentali a volute sono dipinti su tavola di legno e si accostano a un linguaggio barocco. Risultati illusori molto ben riusciti sono dati dalla pittura, mentre sul retro della reggera vi sono dei vetri colorati. Vi sono anche addobbi per la chiesa: 4 chiocce di 18/20 candele e gli scudi di cm 45x80, con tre candele ciascuno. La "macchina" è datata 1772 ca, e l'intero arredo ha una base di m 10,80 e una altezza di m 17,80.
Altre "macchine" sono quelle dette delle Quarantore, molto simili ma più piccole di quelle dei Tridui, anche se lo spettacolo che offrono è comunque di grande effetto. L'idea di questo tempo liturgico nasce a Milano nel 1527 ad opera della Compagnia del Santo Sepolcro, in occasione della Pentecoste, dell'Assunzione e del santo Natale. Cito, come esempio, la " macchina" delle Quarantore di Bienno (BS), il cui complesso in legno intagliato, dorato e a sfondo di velluto rosso misura m 9,80 per 13 circa.
Una occasione da non perdere per chi ha la fortuna di poterle osservare, perché non è possibile non rimanere estasiati.
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