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Senza il Disastro di Pioltello: sarebbe cambiata la vita del pendolare?

rotaie trenoRicordo ancora quella mattina del 25 Gennaio dell'anno scorso. Mi accingevo ad andare al lavoro, quando su whats app leggo un link che parlava di deragliamento di un treno.

Sul momento ho pensato ad un treno merci, e non ho prestato attenzione al dramma che si stava consumando, preoccupato e speranzoso che tutto stesse andando bene sulla mia tratta ferroviaria.
Nel corso della giornata, il mio pensiero e quello di tanti pendolari è stato questo "Potevo anche io essere su quel treno" , il classico treno del pendolare o del viaggiatore.
Da quel momento in poi è partita la macchina mediatica sulla tragedia con fiumi di articoli, servizi televisivi, proteste dei viaggiatori, indagini della magistratura, e persino una lettera dei comitati indirizzata al Presidente della Repubblica.
Gli strascichi del deragliamento hanno destabilizzato l'azienda ferroviaria Trenord, e i pendolari delle direttrici hanno patito per mesi le variazioni di percorso.
I ritardi e disservizi sono stati "quasi metabolizzati" e accettati.. non c’è il tempo per partecipare alle eventuali manifestazione che vengono organizzate, non c'è il tempo per far sentire la propria voce unanime, si è sempre troppo presi nel correre per prendere il treno.

Quello che mi ha fatto "rabbrividire" è stata l'accettazione e il superamento anche di questa tragedia, che è rimasta solo scolpita nelle cronache.
A quasi distanza di un anno ora ci ricordiamo della tragedia, come se avessimo calenderizzato anche il dolore. Arriverà il 26 gennaio e tutto ritornerà come prima.
Nel frattempo, se avremo tempo, riusciremo ad intercettare le responsabilità dei colpevoli, nel gioco feroce di cercare "i capi del disastro".
Nel frattempo le famiglie si piangono i loro cari.
Tutto questo non è più accettabile.
La politica regionale ha fatto a "cazzotti verbali" in consiglio regionale, dandosi le responsabilità dei disservizi di Trenord, dando l'immagine di un parlamento regionale "solo litigioso".
Allora lancio una proposta al Consiglio regionale lombardo: che si apra una fase costituente sui trasporti in Lombardia, che superi il conflitto politico e pensi alla risoluzione dei problemi dei pendolari, parlando sia con Trenord ma anche con Rfi.
Manutenzione e programmazione non devono viaggiare su due binari separati, ma essere sinergici per il futuro della mobilità.
Se studiamo un Treno efficiente per fare la Domodossola Milano o un treno più veloce per raggiungere Roma o Venezia, dobbiamo pensare anche a binari ed infrastrutture adeguate.

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