Isola di San Giulio
Meno nobile delle isole del vicino Lago Maggiore, più piccola, ma con un suo fascino tutto particolare.
Pochi minuti di navigazione separano il borgo di Orta dall'Isola di San Giulio, che si trova a circa 400 metri dalla riva piemontese del Lago d’Orta.
Alcuni ritrovamenti archeologici che provengono dall’isola fanno supporre che fosse già abitata nel neolitico per poi conoscere un periodo di decadenza sotto i romani.
Secondo la leggenda, verso la fine del IV secolo d. C. l’isola era diventata un covo di serpi e di draghi, fino a quando San Giulio non vi arrivò utilizzando il suo mantello come barca. Dopo aver cacciato la bestie selvatiche, il santo eresse una chiesetta che, dopo una lunga serie di trasformazioni, divenne la basilica arrivata fino ai giorni nostri.
Verso gli inizi del VI secolo l’isola divenne un capoluogo del ducato longobardo di San Giulio e fu governato dal duca Mimulfo, che dopo essersi ribellato al suo re, venne catturato e quindi decapitato. Dopo essere stata una fortezza inespugnabile nel medioevo, l’isola venne occupata dal palazzo del conte - vescovo della Riviera e dalle case dei canonici e dei borghesi.
Dall’imbarcadero, che si trova presso l'estremità sudovest dell’isola, si arriva da una scala coperta alla Basilica di San Giulio, uno dei più insigni monumenti romanici del novarese.
La chiesa, di impianto romanico e a croce latina, è suddivisa in tre navate, risale al XII secolo, anche se subì numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi.
Nel transetto sinistro troviamo il pancone “dei morti”, ornato da intagli lignei seicenteschi, mentre vicino al quarto pilastro sinistro vi è l’opera d’arte più importante della basilica, un ambone in marmo nero di Oira, risalente alla fine del secolo XI, poggiato su quattro colonne e con un parapetto ornato dai simboli degli evangelisti. Sotto all’ambone, anche se l’accesso è reso difficoltoso da una delle colonne che lo sorreggono, si trova la scala che porta alla cripta.
L’isola è occupata nella parte centrale dal grande edificio di un ex seminario, mentre le sponde sono punteggiate da ville e palazzi con giardini cinti da alte mura che arrivano fino alla sponda del lago, mentre si aprono a tratti nei muri una serie di passaggi che conducono a ripide discese verso la sponda e verso i moli galleggianti, solitamente privati e non protetti, mentre se si percorre l'unica stretta stradina che fa il giro dell'isola si arriva all’imbarcadero da cui si è partiti.
Leggi anche: