Magenta oltre la battaglia
A circa 30 km, a sud di Milano, troviamo la città di Magenta, carica di storia antica, di testimonianze di fede, immersa nel Parco del Ticino, ma soprattutto luogo di una delle battaglie più importanti della seconda Guerra d’indipendenza.
Le origini di Magenta risalgono al V secolo a. C, quando i Galli Insubri si stabilirono in un appezzamento di terreno vicino alle sponde del Ticino, allora conteso tra Celti e Romani.
Nel 222 a. C i Romani riuscirono a conquistare il paese e lo integrarono nel percorso della via consolare ad Vercellas.
Dopo la caduta dell’impero, Magenta divenne parte della curia di Corbetta, per poi subire nel 1162 le ire di Federico Barbarossa, che, per vendicarsi dei comuni ribelli, ne devastò gravemente le coltivazioni.
Verso il 1301 il paese ebbe l’onore di ospitare l’imperatore Arrigo VII, bloccato da una forte nevicata mentre stava marciando verso Milano.
In segno di gratitudine, Arrigo concesse a Magenta il diritto di essere un borgo, difeso da un presidio armato e con un mercato, che dal 1410 cominciò a svolgersi tutti i giovedì.
Sotto i Visconti il borgo divenne parte dei terreni della Certosa di Pavia, che iniziarono una coltivazione intensiva con abbondante uso d’acqua dei fontanili della zona del Naviglio Grande.
All’inizio del Seicento, Magenta venne ceduta dagli spagnoli al conte Melzi, per poi nel 1706 diventare parte del Lombardo – Veneto austriaco.
Con l’arrivo di Napoleone divenne uno dei distretti della Repubblica Cisalpina e venne avviata la costruzione del ponte sul Ticino, completato poco tempo dopo il ritorno degli Austriaci.
Il 4 giugno del 1859 Magenta visse la pagina più importante della sua storia, infatti presso Casa Giacobbe si svolse la battaglia decisiva della seconda guerra di indipendenza tra gli Austriaci e le truppe francesi ed italiane comandate dal generale Mac Mahon.
Grazie a quella vittoria il borgo venne annesso al Regno d’Italia, ma solo nel 1947 Magenta riuscì ad ottenere dal presidente De Nicola il conferimento del titolo di città.
Naturalmente oggi la maggior attrattiva della città lombarda è una visita presso i luoghi della battaglia di Magenta, come Casa Giacobbe, dove non solo troviamo una raccolta di cimeli ed oggetti risorgimentali, ma dove è ancora possibile vedere, osservando l’esterno della casa, i danni che furono provocati dal lungo assedio dei Francesi allo stato maggiore austriaco, che vi si era rifugiato mentre i loro soldati stavano fuggendo.
Inoltre sono da visitare l’Ossario dei Morti, inaugurato nel 1872 con la sua forma piramidale e il monumento al generale Mac Mahon, il principale artefice della sconfitta austriaca.
Ma Magenta è anche una città ricca di fede, come dimostra l’esempio di Gianna Beretta Molla, medico e madre che nel 2004 venne proclamata santa da Giovanni Paolo II per le sue virtù eroiche.
Oltre alla basilica di San Martino, dove la santa si sposò con Pietro Molla nel 1955, e dove sono conservati molti suoi ricordi, sono da visitare anche la chiesa di San Rocco, della seconda metà dell’Ottocento e quella di Santa Maria Assunta, eretta nel Medioevo e nota per i suoi pregevoli dipinti.
Per chi ama la cultura a Magenta ci sono il Teatro Lirico e la Biblioteca Oriana Fallaci, che consentono un full immersion nella letteratura e nel cinema, oltre alla Casa Segreta, dove nel 1944 i magentini aiutarono la famiglia Molho a sfuggire ai nazisti.
E gli amanti della natura non potranno lasciarsi sfuggire una bella passeggiata nel Parco del Ticino, che proprio quest’anno compie quarant’anni.
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