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Truffatori d'epoca: gli Accattoni e i Falsi Mendichi che hanno ingannato l'Italia per secoli

Nella millenaria storia dell’umanità si può benissimo affermare che gli accattoni e i falsi mendichi abbiano sempre confermato la loro presenza, approfittando dei creduloni e dei semplici di buon cuore.

Con quest’articolo voglio portare a conoscenza dei lettori di alcuni di questi personaggi e di come venivano chiamati dal popolino della nostra bella penisola.mendicanti pix

Inizio con gli:

  • Accadenti, erano falsi mendichi così chiamati per la loro facilità di lasciarsi cadere a terra, fingendo di essere afflitti dal “mal caduco” ossia l’epilessia. Ovviamente solo in presenza di persone, altrimenti se ne guardano bene dal farlo.
  • Accapponi, questi falsi mendichi erano davvero astuti, infatti, usando penne abbrucciate e sangue di animali fingevano di avere orrende e dolorosissime piaghe nelle gambe, aggiungendovi una pietosa lamentela per impietosire i passanti.
  • Accattosi, mendichi tipici di un’epoca ormai lontana, fingevano di avere fratelli, moglie o marito, o parenti, prigionieri nelle mani dei Saraceni o Pirati, e chiedevano ai passanti del denaro per poterli riscattare. Non sono del tutto scomparsi questi disonesti, infatti, cambia la scenografia ma il fine è più o meno simile. Cronaca quotidiana insegna.
  • Acconi, così chiamati perché portavano appese al collo immagini di Santi, dandole a baciare ai passanti in cambio di una moneta.
  • Admiracti, nome di non facile pronuncia che identificava coloro che, con una parlantina che sapeva incantare, raccontavano di aver assistito a miracoli, e vendevano le figure di queste Madonne e Santi promettendo felicità e salute.
  • Affamiglioli, erano mendichi che piagnucolavano di avere una famiglia numerosa, figli piccoli e magari malati, o anziani a carico e di non avere lavoro, cercando di impietosire affinché gli si desse delle monete. (Non mancano neppure oggi).
  • Affarfanti, erano dello stesso genere degli admiracti, solo che questi possedevano una parlantina da far invia ad un avvocato di fama, mediante la quale raccontavano di avere commesso enormi peccati e che ora dovevano espiarli, e che per questo vivevano delle elemosine del prossimo. Ovviamente era tutto falso.
  • Affarinati, bisogna riconoscere che la fantasia, se pur distorta, a certi individui non è proprio carente, infatti, questi falsi mendichi raccontavano che dovevano raccogliere del denaro per poter comperare della farina per farne delle ostie o del pane che poi avrebbero portato a far benedire per poi donarlo al popolo fedele.
  • Alacrimanti, il termine già lascia intuire la strategia di questi falsi mendichi, ovvero quello di saper versare lacrime per impietosire il pubblico e recuperar moneta. Brevi attori non c’è che dire!
  • Alampadati, andavano di casa in casa a cercare l’olio che loro dicevano “serviva per le lampade che ardevano davanti al Santissimo Sacramento o all’immagine della Madonna o dei Santi”. Ovviamente non era vero, quello però raccolto, e pare non fosse poco, in parte lo usavano in famiglia e in parte lo rivendevano.
  • Apezzenti, dicevano di disprezzare il vino e di cercare solo pane per vivere, naturalmente per impietosire e ottenere dell’altro.
  • Ascioni, falsi mendichi che si fingevano malati mentali, o sordi e muti. Non chiedevano nulla, ma dalla loro bocca uscivano parole incomprensibili che avevano comunque l’effetto di ottenere qualche denaro per compatimento. (il termine ascione significa senza senso).
  • Attarantati, finti mendichi che si fingevano morsicati da animali e che li rendeva come pazzi, infatti, dondolavano la testa, le gambe erano tremanti e, quando sentivano un suono si mettevano a ballare. Ovviamente per impietosire chi in quel momento li osservava e ottenere qualcosa.
  • Attremanti, si fingevano paralitici e tremanti, soprattutto nelle mani quando mostravano il cappello all’ignaro che avevano di fronte.

 

È incredibile vero di quanta fantasia perversa l’uomo si inventa pur di sfruttare il prossimo? E pensare che sono solo alla prima lettera dell’alfabeto!

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