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Bambini lockdown: dalla sindrome della tana all'ansia da separazione

  • Rossella Laria

bambini giochi camerettaSolo nelle ultime settimane si è tornato a parlare di bambini, rimasti ai margini del dibattito pubblico durante tutto il periodo del lockdown, ma lo si fa pensando alla scuola o alla necessità di trovare loro una sistemazione per permettere ai genitori di tornare alle loro attività lavorative.

Nei mesi scorsi sono state pressoché ignorate le loro esigenze di gioco, di movimento e di libertà, diversamente da quanto è accaduto per gli animali domestici, ed ora che si ha di nuovo la possibilità di uscire di casa per molti le problematiche che si presentano sono numerose e di diversa natura, ma di questo si parla ancora troppo poco.

Ma quali sono i problemi principali che i genitori si ritrovano a dover affrontare?

SINDROME DELLA TANA

Come il protagonista del racconto La Tana di Kafka, in questi mesi ci siamo “costruiti” la nostra dimora sicura, accogliente, protetta e lontana dai pericoli del mondo. 
In questo periodo kafkiano abbiamo dato vita a un’altra routine che settimana dopo settimana è diventata la nostra nuova normalità.  Anche molti bambini, ora, stanno bene a casa e non hanno tutta questa voglia di uscire e di lasciare il loro rifugio sicuro.

ANSIA DA SEPARAZIONE

La possibilità di uscire di casa sta andando di pari passo con l'assenza dei genitori che tornano al lavoro, e la separazione, per alcuni, potrebbe non essere così semplice: in questi mesi, giorno dopo giorno, abbiamo dato vita a una nuova routine sganciandoci dai ritmi serrati, rannicchiandoci sicuri sul divano insieme agli affetti più cari. I bambini hanno potuto “godersi” molto più di quanto potevano fare prima, si sono sentiti al sicuro, ed è normale che ora non abbiano nessuna voglia di separarsi da tutto questo.

SERVIZI POCO ADEGUATI

I campi estivi offerti dal Comune di Milano stanno arrivando, ma in e con una offerta che somiglia molto a quella di un addestramento militare: triage all'ingresso, gruppi di 7 bambini che non possono incontrarsi mai, mascherine, nessun gioco di contatto. Tutti accorgimenti che forse potevano già essere adottati durante la fase 1 per evitare di lasciare bambini e ragazzi chiusi in casa per mesi, ma che oggi fanno un po’ sorridere se pensiamo che, ad esempio, nei parchi pubblici ogni tipo di precauzione sembra ormai dimenticata.

Ci sarà da vedere se, dopo un paio di giorni con queste regole, i bambini avranno ancora voglia di frequentare queste attività e ci si chiede se sarà possibile riprendere, a settembre, ad andare a scuola seguendo regole di questo genere…

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