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Gli esami post covid non finiscono mai: dalla guarigione alla donazione del plasma per sconfiggerlo

A nove mesi dall’infezione da Covid-19 torniamo ad ascoltare Carlo per sapere come procede la sua ripresa e le cure.

Carlo, sono passati 9 mesi dalla infezione da covid-19, ora come stai?

Sto bene fisicamente, sto eseguendo sempre delle visite post covid in forma gratuita presso il Niguarda, dove sono stato trasportato d’urgenza per il peggiorarsi della situazione del virus lo scorso marzo e loro mi stanno sempre seguendo clinicamente fino a quando stabiliranno, che sarò guarito al 100%. Mentre psicologicamente è dura da riprendersi.

Sappiamo che è dura, cos’è che ti affligge psicologicamente, cos’è che ti fa stare ancora male?

Un discorso lungo che può essere sintetizzato con una sola parola “empatia”.

Sono molto vicino ai parenti, agli amici e a tutti quelle persone che perdono un proprio caro per via di questo virus, tanto vicino che a volte piango e mi chiedo “perché proprio io signore, come mai io sono vivo e altri non ce la fanno”; sarà forte il pensiero, ma queste morti mi sconvolgono sempre e mi sento sempre un privilegiato nonostante abbia lottato ardentemente per rimanere in vita.

Carlo, sappiamo che ultimamente questa tua angoscia ha trovato sollievo e forse pace con un atto che hai fatto da poco, parliamo di una donazione importante.

Sì, premetto che questo stato di angoscia di cui parli tu, era dovuto ad un senso di “debito alla vita”, al Niguarda che mi ha salvato e che mi cura ancora oggi e pensavo sempre su come pagare questo debito, su come essere tangibilmente utile per ringraziare questa possibilità che mi ha dato la vita e ho donato così il plasma iperimmune proprio al Niguarda.

Come sappiamo il plasma è una cura molto importante e non invasiva per chi è affetto da covid, nello specifico a cosa ti sei sottoposto?

Il plasma è una cura molto importante per la lotta al covid in attesa del vaccino, ma il plasma attualmente non è un rimedio al 100% effettivo e/o curativo. Il plasma è sempre soggetto magari a qualche integrazione di altri agenti per essere definito farmaco e io ho quindi ho partecipato con la mia donazione a un progetto molto importante denominato “TSUNAMI” .

Questo progetto è volto a garantire un approccio standard per tutti alla terapia con il plasma dei convalescenti, consentendo di ottenere una linea guida univoca e trasparente di informazioni e risposte alle domande sulla sua sicurezza ed efficacia quindi donando il mio plasma, lo stesso sarà analizzato per questa importante ricerca.

Un progetto importante, utile e che ti appaga: oggi quindi come ti senti alla luce di questa donazione?

Mi sento benissimo, un po' in pace con me stesso, la procedura non mi ha minimamente spaventato, non è altro che un prelievo “un po'più lungo” dove dal sangue viene estratto il plasma e lo stesso viene poi rimesso in circolo nuovamente nel corpo e una sacca prende solo la materia importante, che è il plasma che non comporta effetti di disturbo sul nostro corpo e si riproduce immediatamente.

A livello emotivo mi sono molto commosso, vedere quella sacca di plasma è stato emozionante, pensare di essere entrato in questa struttura da morto e adesso con il mio contributo poter donare vita non ha eguali.

Possiamo dire un cerchio che si chiude, hai un appello per chi come te è stato affetto da covid? Vuoi darci un ultimo messaggio?

Grazie, davvero, un cerchio che si chiude, dalla morte alla vita che mi aiuta a pensare sempre che una speranza ci sia alla lotta di questo maledetto virus.

Il mio appello per chi come me è stato affetto da covid  - per fortuna in vita - è ovviamente di donare il plasma; che è poco più di un prelievo che dura un’ora della vostra vita ma che serve a salvare delle vite, donate senza paura, non fa male e anzi fa bene all’anima.

“Donare il plasma oggi è speranza, ma donare ricordiamo sempre è vita!”

donazione plasma calogero

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