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I vini più amati in Italia: un pronostico da rileggere nel 2024

  • Redazione MilanoFree.it

Per i produttori di vino il 2023 è stato un anno problematico. Ciò nonostante la filiera produttiva nostrana si è rimboccata le maniche e ha compreso l’importanza di investire in innovazione per proteggere le coltivazioni dagli stravolgimenti metereologici che le hanno distrutte.

Per i consumatori tutto questo non si è tradotto in disservizi o cali di qualità, anzi, tutto il contrario. La minor disponibilità di bottiglie e di raccolti ha ridimensionato le produzioni di scala, consentendo così alle aziende minori di emergere.

Questo è avvenuto anche grazie al web, un mercato sempre più dinamico nel quale i vini più richiesti sono il Chianti classico Riserva, il Lambrusco romagnolo e il Montepulciano (in base a quanto emerso dalla ricerca di Circana presentata in occasione di Vinitaly). A tale proposito, oggi, tenendo conto della ricerca in questione, confronteremo i dati di consumo dello scorso biennio per provare ad individuare quali saranno i trend di consumo futuri e ipotizzare le chiusure dei bilanci del 2023.22739 la bellezza della natura in un bicchiere di vino porta 1

I dati storici

Il 2022 ha rappresentato un anno impegnativo a causa del calo complessivo delle vendite del 5,4%. I vini rossi, in particolare, hanno subito una contrazione del 7%, un dato non allarmante e in linea con i trend di consumo del vino pro-capite in Italia.

Nella classifica dei vini rossi più venduti nella Grande distribuzione nel 2022 troviamo, come anticipato, il Chianti (Toscana), seguito dal Lambrusco (Emilia Romagna) e dal Montepulciano, con quest'ultimo che ha registrato oltre 12 milioni di litri venduti.

Nonostante le citate avversità, alcuni vini hanno mostrato una crescita significativa nel 2022 e incoraggiante per il 2023. Tra gli “emergenti", figurano la Valpolicella Ripasso (Veneto), il Pinot Nero (Internazionale) e l'Aglianico (Basilicata, Campania, Puglia, Molise), i quali hanno registrato i tassi di crescita più elevati rispetto all'anno precedente.

I dati attuali

L'analisi prospettica di medio termine indica che alcuni vini, come Montepulciano d’Abruzzo, Chianti, Salento (Negroamaro), Lambrusco Emilia e Rubicone Trebbiano, stanno tornando verso la "normalità" dopo le difficoltà degli anni precedenti. Ciò nonostante il settore si dimostra essere consapevole circa le sfide future legate agli aumenti dei prezzi e alle conseguenti dinamiche di consumo.  

Le principali catene della Grande distribuzione sono impegnate a gestire con attenzione il pricing, collaborando con le iniziative varate dal Governo e dalle associazioni di settore, impegnate nel contrastare l’inflazione con prezzi bassi bloccati per un trimestre.

Il futuro?

Probabilmente l’industria vinicola italiana guarderà, come fa già oggi, con cautela al futuro, nell’ottica di prendere decisioni più oculate sulla tutela dei vigneti. Si spera anche per una tregua dall’inflazione e per un risanamento dell’economia, in modo tale da dare maggior fiducia e potere d’acquisto ai consumatori.  

Ad aver influenzato le performance del settore, infatti sono state maggiormente le tensioni inflazionistiche, a causa delle quali le già ridotte quantità di vino in vendita, hanno rischiato di stagnare più a lungo per via dei rincari.

Questi sono gli aspetti salienti sui quali il settore dovrà ragionare, in modo tale da anticipare i disastri metereologici e garantire al consumatore prezzi più accessibili mantenendo alta la qualità che contraddistingue il mercato vinicolo italiano sulla scena globale.

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