La manager Marilena Manzoni: come è cambiata la comunicazione nelle aziende durante la pandemia
L’avvento della pandemia ha completamente rivoluzionato il mondo del lavoro con lo smart working, le riunioni on line e la progressiva riduzione degli spazi aziendali.
Anche il modo di fare comunicazione è stato stravolto negli ultimi anni. Oggi ne parliamo con Marilena Manzoni che dopo una formazione in studi economici all'università Bocconi di Milano (economia delle pubbliche amministrazioni ed istituzioni internazionali - CLAPI) ha maturato una consolidata esperienza in ambito comunicazione e marketing manager nell’ambito di un importante gruppo bancario sito nella città di Milano.
Nel 2017 e nel 2021 sei stata premiata come donna comunicazione aziende. Quali sono state le iniziative o le idee che hai portato nella tua azienda che ti hanno portato a questo successo?
Nel mio lavoro sono quotidianamente chiamata ad affrontare nuove sfide. Sfide che riguardato principalmente come guadagnarsi e mantenere la fiducia del proprio pubblico offrendo prodotti e servizi che corrispondono alle loro esigenze e aspettative. Il cambio di passo è stato il porsi in una maniera diversa rispetto al percepito, valorizzando il patrimonio intangibile composto dalle persone che lavorano “dietro la macchina”. Il nostro obiettivo è stato, ed è, quello di consolidare un rapporto di fiducia reciproca attraverso l’organizzazione di momenti di ascolto formativi per entrambe le parti. In una delle iniziative lanciate in questo periodo, ad esempio, sono stati proprio i colleghi a presentarci progetti imprenditoriali sul quale investire perché, conoscendo il cliente, ne conoscevano la storia e il potenziale. In questi due anni l’essere vicini nonostante tutto, è risultata una prerogativa indispensabile per l’azienda.
La pandemia ha cambiato il mondo del lavoro. Come sta cambiando la comunicazione?
Questa pandemia è stata foriera di un’accelerata nel nostro modo di fare comunicazione impensabile fino a qualche anno fa. L’adozione dello smart working, la scuola a distanza, gli eventi gestiti da remoto, per citare esempi che hanno coinvolto tutti, hanno contribuito a trasformare il potenziale in realtà, dimostrando come la tecnologia applicata al mondo della comunicazione da frontiera lontana fa già parte del nostro agire.
Un cambio di passo che, nel fare comunicazione, comporta inevitabilmente l’adozione di una nuova mentalità e un diverso modo di approcciarsi al lavoro.
Come immagini la comunicazione nei prossimi anni?
Secondo me alcune delle sfide della comunicazione verteranno sul creare contenuti efficaci veicolati attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima sta diventando sempre più un’alleata preziosa per il nostro lavoro, perché capace di migliorare l’individuazione dei target, la personalizzazione dei messaggi l’assistenza al cliente. Il Virtual Assistant e le Chatbot sono solo alcuni degli esempi di contatto utilizzati dal Customer Care aziendale per l’assistenza al cliente. Non solo, l’intelligenza artificiale è utile anche per l’automatizzazione di parte dei processi aziendali interni che permette di dedicare più tempo allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e per la sicurezza.
La sostenibilità ambientale come impatterà sulla comunicazione?
Anche la sostenibilità di impresa rappresenta una delle sfide dei prossimi anni. Stiamo assistendo alla necessità di bilanciare il cambiamento ambientale con la protezione e il sostegno della società. Chi fa comunicazione, in primis, ha la responsabilità di impegnarsi per comunicare nella maniera più corretta e trasparente il percorso di cambiamento che sta interessando le aziende e che riguarda il modello di business, i processi e i prodotti. Un esempio concreto è il bilancio di sostenibilità, un documento dove sono descritti gli impegni e i risultati raggiunti dall’impresa nell’agire su queste tematiche.
Ai giovani che vogliono approcciare in questo mondo quali consigli daresti?
Essere curiosi, pronti, aperti ad afferrare il cambiamento e cavalcarlo senza preconcetti.
I giovani hanno dalla loro di essere cresciuti “a pane e digitale”, prerogativa che risulta un vantaggio competitivo importante nella ricerca di lavoro di oggi. Il loro contributo è indispensabile nello spronare le aziende al cambiamento.
Sogno nel cassetto?
Sentir cantare uno dei testi che ho scritto.
(foto Giampaolo Vercellesi)