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Vi racconto Gianluca Grignani un artista fuori dal tempo

Un viaggio a senso solo senza ritorno se non in volo, senza fermate ne confini solo orizzonti, neanche troppo lontani.

Cantava così Gianluca Grignani ai giovani del 1995, un ventenne della periferia milanese che si presentò a Sanremo  con un semplice maglione  e un folta chioma di capelli  armato di  poesia.

Nella sua esibizione un girotondo di anime danzavano con la chitarra che abbracciava accordi con i ricordi di un’amica lontana in Paradiso città.

Un viaggio nel tempo che ha portato “Destinazione Paradiso” a diventare una colonna sonora della musica italiana, con un testo forte toccante ed emozionante. La semplicità del giro melodico segna nuovi  orizzonti neanche troppo lontani.

Grignani sale in cattedra e con questa canzone prende “il suo posto”  nella musica d’autore. Un cammino nella sperimentazione del suono, mai scontata, a volte temeraria e sfidante della critica più dura.

Lui cerca sempre di raccontare le sue emozioni, le sue debolezze e le sue paure con la sua penna che diventa una sua amica pronto a capirlo ed aiutarlo. Si mette a nudo nelle sue canzoni, e non teme le derisioni, gli attacchi.  

La sua vita scorre nelle note, intonate e a volte stonate. Le sue esibizioni dal vivo non sono un prodotto preso da una vetrina del negozio di giocattoli. Continua a creare anche nel live, rischiando ed improvvisando. Una tempesta di emozioni difficile da contenere che  spesso scombina gli schemi conformisti e ben confezionati.

In una mia intervista a Gianluca, ho scoperto dei luoghi che non riuscivo a vedere. Mi ha preso per mano e siamo saliti su una montagna, sentieri nascosti e tortuosi, difficili da affrontare che scoraggiavano. A tratti pensavo di non farcela, non riuscivo a seguirlo. Volevo tornare indietro, avevo paura del mostro che ti insegue e ti porta via.  Lui mi spronava ad andare avanti, mi cantava e mi sussurrava “oltre la salita c’è la vita”.  Ad un certo punto, mi ha teso la mano che chiedeva aiuto e il suo cuore si è aperto  a me, sincero e leggero.  I miei occhi hanno iniziato a brillare, coma una stella cadente.

Finalmente eravamo su, sdraiati su un nuvola  mentre piovevano lacrime dalla luna. Il vento accarezzava i pensieri e sentivo emozioni nuove. Lui, seduto,  continua a parlarmi di mondi lontani oltre i boschi e le  città. Ad un certo punto ha spiccato il volo ed è volato via. 

Mi ha portato le vie paure e ho provato una strana sensazione, come “quanto ti manca il fiato”.  Nei suoi discorsi accartocciati  lui  descrive la realtà negli angoli più nascosti,  le sue canzoni come dighe riescono ad arginare le sue emozioni in piena. Il suo pensiero artistico è pieno di mondi spesso in conflitto tra di loro e difficili da capire ed intrepretare.  La sua visione della musica è spesso fuori dal tempo.

Dopo 30 anni, Grignani è ancora qua, colpisce forte con un’altra canzone che rompe il silenzio e dedicata al papà, specchio di  una realtà che spesso lotta contro la verità.

Grazie Joker per la tua sincerità!

grignani sanremo

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