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Modi di dire milanesi sull'Amore

amoreMezz de parlà de chi l’è innamoràa, ovvero, modi di dire di chi è innamorato, espressioni che si sentivano pronunciare soprattutto dai nostri nonni o bisnonni quando a Milano il dialetto era di casa.

  • L’amor, la famm e la toss hinn tre còss che se fann conoss. Un’arguta sentenza che non lascia nessun dubbio, e che probabilmente tutti abbiamo provato e sperimentiamo ogni giorno.
  • Troà l’anima gemella. A volte capita, ecco allora l’incontro tra due persone che manifestano un’affinità sentimentale e spirituale talmente profonda da far presumere un amore che dura nel tempo.
  • Al coeur se comanda no. Qui il discorso si fa complicato e ci porterebbe a filosofare, per cui mi limito a suggerire di non mettere da parte la ragione, ma di conciliare tra questa e il sentimento. Se poi per cuore, si vuole intendere l’istinto, allora è doveroso che sia la ragione ad avere il sopravvento.
  • Toeù ona cotta. Chi non c’è passato almeno una volta alzi la mano, penso nessuno. Prendere una cotta per qualcuno è come dire che l’attrazione che provo mi ha “mandato in cottura”, anche se, a volte, tutto finisce a breve.
  • Minga avegh occ che per….. Non avere occhi che per lei, per lui. L’innamorato/a, si sa, è come perduto in un mondo tutto suo, e davanti agli occhi è come se avesse sempre il suo amore, tanto che ci si può sentir dire: te finìi de fa l'occ de triglia! Che è lo sguardo tipico dell’innamorato perso.
  • Fa girà el còo. Innegabile, ci sono uomini, ma soprattutto donne, che hanno la capacità di distogliere lo sguardo da qualsiasi cosa per ammirarne il fascino. Ti fanno proprio girare la testa e, diciamola tutta, fanno nascere anche qualche pensierino temerario.
  • Avegh i parpai in del stomegh. I parpai sono le farfalle, è come se, quando si è innamorati, mille farfalle ci mettessero in agitazione e, oltre al cuore, anche lo stomaco ne è interessato, infatti, spesso all'innamorato o mangia di gran gusto o quasi non tocca cibo.
  • Portà acqua cont le oregge. Cosa non farebbe un amante, persino portare l’acqua con le orecchie pur di accontentarla/o.
  • Vun sta citto e l’alter scolta. Quando si è davvero innamorati, a volte, le parole non servono, parlano gli occhi!
  • Duu coeur e ona capana, e anche, vess duu corp e on’anima solla. Si dice di quando una coppia è in perfetta sintonia, e con il loro amore sono pronti a sfidare ogni avversità.
  • Mièe e boeu di paes tò. Moglie e buoi dei paesi tuoi, un detto che ancora oggi si sente pronunciare, sarà poi proprio così vero?
  • Vorè la bott piena e la miee ciocca. Anche questo modo di dire è ancora pronunciato, e con ragione, poiché è impossibile pretendere due cose che per loro natura si escludono a vicenda.
  • Fa el sposalizzi cont i fich secch. Frase che assomiglia, per significato, a quella sopra, infatti, si dice di chi vuol fare grandi cose con mezzi inadeguati.
  • Sposalizzi d’argent, d’or e diamant. Tempo fa erano le uniche tre date importanti per un matrimonio ben riuscito; ai 25 anni si festeggiano le nozze d’argento, al 50° anno quelle d’oro, e al 60° quelle di diamante. Oggi la fantasia dei buontemponi ha aggiunto altri simboli, ad esempio al quinto anno si festeggia el sposalizzi de legn, al decimo anno de stàgn, al 15mo de porcellàna, al 70° de ferr, e qui non hanno tenuto conto che il ferro arrugginisce, e al 75° de platin. La lista è però più lunga, ma lascio a voi il piacere di andarla a curiosare.

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