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A spasso per Milano in compagnia di Piero Chiara

P.z Sant'AmbrogioA spasso per Milano in compagnia di chi? Di uno scrittore, e precisamente di Piero Chiara che, un bel giorno decise di trascorrere parte della sua giovinezza nella nostra Milano.

Chiara, nacque nel 1913 a Luino, cittadina sul Lago Maggiore, e morì a 73 anni a Varese. Scrittore e poeta di piccole storie, che si meritò l'onorificenza di Cavaliere di gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Precisato quanto, vediamo di percorrere, tramite il suo racconto dal titolo "Faccia di palta", tratto da "Le corna del diavolo", una passeggiata tra le vie della città milanese.

Appena giunto a Milano, prese alloggio da un amico, precisamente in via Anfiteatro, poco lontano dall'Arena Civica. Per soddisfare l'appetito andava nelle osterie di Corso Garibaldi, di via Varese, di via Palestro o, alcune volte, verso la Bovisa o il Greco, due quartieri di Milano, il primo situato a settentrione della città, il secondo nella zona nord-orientale. L'Autore descrive anche cosa queste osterie offrivano di buono da mangiare, e ricorda la Trippa in brodo, le Cotolette milanesi panate, i teneri lessi di manzo accompagnati con salse verdi e mostarda di Cremona, cipolle lesse e insalate, insomma, un buon ricordo della cucina milanese che ancora oggi i buongustai non disdegnano.

Con i primi guadagni Piero cambia abitazione, ed eccolo in "zone meno malfamate", così dice lo scrittore, ritenendo evidentemente quelle zone poco raccomandabili. La prima nuova abitazione era situata in via Terraggio, nei pressi di via G. Carducci, per poi trasferirsi in via Sant'Agnese posta nelle adiacenze, in un localetto affittato da una signora che faceva la sarta. Nelle vicinanze era, e lo è ancora, posta la caserma di Piazza Sant'Ambrogio, dove i soldati ivi presenti, in particolare colui che aveva il compito di dare la sveglia mattiniera con un suono di tromba, immancabilmente lo svegliava dal suo sonno.

Poiché il nostro scrittore era un buon e assiduo giocatore di biliardo, spesso andava in un caffè di Corso Italia a farsi una partita. Purtroppo l'autore non precisa di quale caffè si tratti, e chissà se ancora esistente. Per stare al fresco d'estate e al caldo d'inverno e per dedicarsi alla conoscenza, eccolo presente all'Ambrosiana, la famosa e conosciuta Biblioteca, Pinacoteca e Accademia Ambrosiana, sita in piazza Pio XI, oppure alla Biblioteca Nazionale Braidense, sita in via Brera.

A volte curiosava anche in qualche libreria della zona e nelle bancarelle di libri che si trovavano in Piazza Cairoli, bancarelle che sono presenti anche oggi. Un caffè bazzicato da Chiara era il "Grande Italia", sito in Galleria, dove vi erano anche presenti dei bigliardini, di cui però non sono riuscito a trovare traccia, dove conobbe una ragazza che abitava in via San Giovanni sul Muro, nei pressi del teatro Dal Verme.

In fondo a questa via esisteva una chiesa antica, siamo nel 1039, che fu demolita nel 1786. il termine "sul Muro" è probabilmente dovuto al fatto che la chiesa venne eretta lungo le mura di epoca romana chiamate augustee. Il nostro scrittore fece la sua comparsa anche al dancing, termine che sta per sala o locale da ballo, "Carminati", che era in Piazza Duomo, descrivendolo sul gusto del Museo Grevin, che un Museo delle Cere di Parigi.

Un altro ristorante frequentato dal poeta era l'A.B.C. che si trovava sull'angolo tra via Manzoni e Via Verdi, e dove si poteva pranzare a due diverse tariffe, sei lire se si voleva anche la frutta, quattro lire e mezza senza frutta. Un giorno Chiara seguì un distinto signore dentro il famoso e rinomato Biffi, e si mise a guardarlo giocare al biliardo sino a quando il Commendatore non lo sfidò; l'idea non fu felice, infatti, Piero riuscì a vincergli una somma notevole. Dopo questo episodio tornò nella sua abitazione di via Sant'Agnese e, fatto la valigia, se ne partì da Milano. Era l'anno 1932.

Anche questa piccola e interessante passeggiata è terminata.

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