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Angelo Mangiarotti: alla ricerca della correttezza

mangiarotti 1Un uomo e un architetto milanese che per tutta la vita rimase fedele al suo motto “La felicità viene dalla correttezza”

Appartenente a una buona famiglia milanese del primo dopoguerra, Angelo Mangiarotti nacque a Milano il 26 febbraio del 1921.

Dopo un’infanzia serena, il giovane Angelo si iscrisse agli studi di Architettura presso il Politecnico di Milano, dove si laureò nel 1948.

Il suo primo lavoro, in quello stesso anno , fu quello di allestitore per la VIII Triennale di Milano,  impegno che rinnovo nel 1951 per la nona edizione.

Dal 1953 fino alla fine del 1954 Angelo lavorò negli Stati Uniti, con una serie di concorsi tra cui quello per il “LOOP” di Chicago e incontrò personalità come Frank Lloyd Wright e Mies van der Rohe.

Nel 1955, al suo ritorno in Italia, Mangiarotti aprì uno studio a Milano con il collega e amico Bruno Morassuti, che rimase aperto fino al 1960.

Uno dei primi incarichi importanti del nuovo studio fu, nel 1957, la riqualificazione del quartiere Feltre di Milano.

Ma la vera svolta nella vita del giovane architetto avvenne nel 1959, quando realizzò la prima versione della sedia 59”, che sarebbe diventata una delle sue creazioni più famose.

Con l’arrivo degli anni Sessanta, Mangiarotti iniziò ad interessarsi al mondo dell’automobile, tanto che nel 1961 progettò per l’Alfa Romeo molti modelli e studi di automobili componibili, allo scopo di trovare delle soluzioni volumetriche e pratiche sempre differenti tra di loro.

mangiarotti 2Inoltre l’architetto elaborò una galleria del vento e una pensilina per lo stabilimento Alfa Romeo di Arese, ma entrambi i progetti non vennero mai completati.

Dal 1963 Mangiarotti dedicò gran parte della sua attività alla progettazione di oggetti di uso comune, come le lampade Lesbo e Saffo per la Artemide, la libreria Cavaletti e la sedia Tre3 per la Agape e una intera collazione di lavabi in marmo di Carrara.

Uno dei suoi lavori più noti è la poltrona 301 del 1968, progettata per la Zanotta e conservata nella collezione permanente della Triennale Design Museum.

Tra gli anni Ottanta e i Novanta, Mangiarotti collaborò con la Colle Cristalleria con brocche, decantatori e altri oggetti tutti ideati in cristallo.

Sempre negli stessi anni l’architetto aprì uno studio nel cuore del Giappone a Tokyo.

Gli ultimi anni videro Mangiarotti impegnato in una battaglia per le problematiche produttive industriali e i processi di pre – fabbricazione, allo scopo di diluire l’impatto ambientale di molti dei suoi progetti architettonici.

Ormai vecchio e malato da tempo, Angelo Mangiarotti mori nella sua casa di Milano il 30 giugno del 2012.

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