Skip to main content

Angelo Rizzoli, il Cummenda dell’editoria

angelo rizzoliAngelo Rizzoli nacque a Milano il 31 ottobre 1889 da una famiglia molto povera, tanto che una delle sue sorelle morì ancora in fasce, mentre il padre ciabattino si tolse la vita poco prima della nascita di Angelo.
Nel 1895 il piccolo venne trasferito all’orfanotrofio Martinitt, dove visse per ben dieci anni, mentre apprendeva tutti i segreti dell’arte tipografica. 
Fu così che, quando uscì appena diciassettenne dall’istituto, Angelo cominciò a lavorare per alcuni tipografi milanesi, dove si distinse per l’intraprendenza, al punto che nel 1909 iniziò a lavorare in proprio per conto terzi, con una produzione inizialmente imperniata su locandine pubblicitarie, cartoline, forniture per uffici e esercizi commerciali.
Ma la vera svolta per il giovane editore avvenne nel 1927, quando acquistò dalla Mondadori le riviste “Comoedia”, “La Donna”, “Il Secolo illustrato” e “Novella”, rilanciandole con nuovi contenuti e una innovativa veste grafica.
Contemporaneamente Rizzoli iniziò a pubblicare su commessa i fascicoli dell’Enciclopedia Italiana o Treccani, mentre nel 1929 venne inaugurato il nuovo stabilimento di piazza Carlo Erba. 
Negli anni Trenta il giovane editore fu attivo su più fronti, dal cinema con la casa di produzione Novella Film, a riviste come quella per le donne “Bella” oltre alle satiriche “Bertoldo” e “Omnibus” a cui collaborano nomi dal calibro di Giovannino Guareschi e Giovanni Mosca, per non parlare della prime collane dedicate a romanzi stranieri e italiani di fama mondiale, curate da Ojetti, Zavattini e Longanesi.
La seconda guerra mondiale fermò temporaneamente le attività della Rizzoli, che nel 1943 perse lo stabilimento di piazza Erba a causa di un bombardamento. 
Ma Angelo non si arrese e nel 1948 diede alle stampe Mondo Piccolo.”Don Camillo”, il primo volume della saga di Don Camillo e Peppone ideata dall’amico Guareschi, che nello stesso periodo ideò con l’amico Mosca il settimanale “Candido” un’analisi satirica e al tempo stesso amara dell’Italia del dopoguerra.rizzoli 2
Il 1949 è un anno cruciale per la Rizzoli, infatti uscì il primo numero della BUR o “Biblioteca Universale Rizzoli” che con le sue copertine grigie e il prezzo economico attraverserà gli anni Cinquanta e Sessanta fino a diventare uno dei simboli della casa editrice. 
Ma Rizzoli continuò a sperimentare nuove strade, dalla Cinebiz, dove vennero prodotti films destinati a diventare leggendari come “Don Camillo” e il mitico “Otto e Mezzo” di Federico Fellini, vincitore dell’Oscar nel 1964, a nuove e innovative riviste del calibro di “Oggi” e “Gente” dedicate al gossip e alla cronaca, grazie a giornalisti come Indro Montanelli ed Enzo Biagi, e in seguito anche Oriana Fallaci. 
Gli ultimi fuochi del poliedrico editore furono “La Scala” nel 1961, collana dedicata agli autori italiani e stranieri e “Il Rigogolo” del 1968, diretta da Raffaele Crovi, che presentò romanzi gialli scritti da autori nuovi per il genere.  
Ormai vecchio e malato, Angelo Rizzoli spirò a Milano il 24 settembre 1970, lasciando la sua azienda nelle mani del figlio Andrea e dei nipoti Angelo jr e Alberto.
 
Pin It