MARCO DE MARCHI: mecenate, filantropo e filatelista
Sconosciuto ai più, ma non a tutti, ma noto soprattutto per aver dato il nome ad una via di Milano, Marco de Marchi nasce a Milano il 5 dicembre 1872 ed appartiene ad una ricca famiglia di origine svizzera.
La fortuna della famiglia De Marchi era stata ampliata e resa cospicua in Argentina, dove la famiglia era vissuta a lungo (il nonno era stato Console d'Italia a Buenos Ayres) fino al rimpatrio, avvenuto nel 1902.
Costituirono la base del patrimonio famigliare un'industria farmaceutica ed un'altra che produceva ghiaccio (molto redditizia, essendo l'Argentina una delle maggiori nazioni esportatrici di carne).
Nel 1893, a causa della morte del padre, interruppe gli studi scientifici intrapresi all'università di Pisa per dedicarsi alla direzione delle industrie familiari in Argentina. Questo, però, non gli fece abbandonare la sua passione per la natura, tant'è che proseguì, da dilettante, gli studi scientifici, interessandosi in particolare ai Trochilidi, famiglia di uccelli comunemente nota come colibrì.
Riprese più tardi gli studi universitari laureandosi con lode a Pavia nel 1901 con la tesi "I Trochilidi dell'Argentina" nella quale, oltre ad aggiornare ed ampliare la classificazione biologica delle specie di Trochilidi, dedicava un'ampia trattazione all'etologia dei colibrì (il corteggiamento, la nutrizione, il canto, ecc.) e al ruolo di questi piccoli uccelli nella cultura e nel folclore delle popolazioni atzeche.
Negli anni successivi si dedicò a studi di fauna lacustre; si occupò anche della fauna dei laghi alpini accertando anche la presenza di specie fino ad allora ancora non scoperte. La ricerca fu limitata dalla direzione dell'azienda famigliare, dalle numerose iniziative filantropiche e da incarichi governativi in commissioni relative alla pesca ed all'agricoltura.
Favorì lo sviluppo della Società Italiana di scienze naturali della quale rimase presidente fino al 1936. Fondò e finanziò la rivista Natura, che donò alla Società Italiana di scienze naturali. Arricchì le collezioni del Museo civico di scienze naturali di Milano con numerose donazioni ed impedendo che preziose raccolte bibliografiche fossero acquistate da musei stranieri.
Durante la Grande Guerra fondò l'Opera Pia per gli orfani dei caduti che finanziò fino alla sua morte e dette vita ad una Fondazione per aiutare le vedove indigenti; fondò anche la Clinica pediatrica con un attrezzatissimo Centro Cardiologico.
Aveva un sogno, condiviso dalla moglie Rosa Curioni (1865-1951): trasformare la villa di vacanze di Pallanza, sul Lago Maggiore, in un istituto di ricerca per lo studio delle acque interne. La morte prematura di Marco non impedì a Rosa di perseguire quel sogno e di farlo divenire realtà. Mentre era ancora in vita e in onore del marito da poco scomparso, Rosa donò allo Stato italiano la splendida villa ottocentesca di Pallanza e Villa Monastero, a Varenna, sul Lago di Como, affinché diventassero sede di quel centro di ricerca che tanto i due coniugi avevano progettato insieme. L'Istituto fu fondato nel 1938 come Istituto Italiano di Idrobiologia "Dott. Marco De Marchi".
Villa Monasterio è visitabile, in base a date ed orari prestabiliti, dove si possono ammirare immagini, documenti e preziosi abiti del secolo XIX – inizi '900, appartenuti alla gentildonna e recentemente donati dagli eredi.
Abnegazione, generosità e filantropia costituirono un pò la ragione di vita dei due coniugi che rimasero due mesi a Messina intenti a prestare soccorso alla popolazione dolorosamente toccata dal terremoto nel 1908.
Marco De Marchi ha ricoperto cariche pubbliche e ha dato il proprio contribuito a numerose associazioni culturali e scientifiche:
· Membro del Consorzio Interprovinciale per la Tutela della Pesca per le prov. di Como e di Sondrio.
· Membro del Consorzio Nazionale per il Parco del Gran Paradiso, in rappresentanza di S. E. il Ministro dell'Educazione Nazionale.
· Vice Presidente della Sezione di Milano della Dante - Alighieri.
· Membro del Consiglio della Sezione di Milano per la Croce Rossa Italiana.
· Consigliere del Touring Club Italiano.
· Membro del Comitato per la Difesa del Paesaggio Italiano.
· Presidente del Comitato per il Villaggio Alpino del Touring Club Italiano.
· Consigliere del Club Alpino Italiano.
· Presidente della Commissione Scientifica presso il Club Alpino Italiano Sezione di Milano.
· Membro della Giunta di Vigilanza della R. Università di Milano.
· Membro del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.
Si spense a Varenna il 5 dicembre 1936 nella sua Villa Monastero dove aveva installato, come aveva anche fatto a Pallanza, un laboratorio per lo studio del plancton. Entrambe le proprietà furono poi donate allo Stato Italiano. I lasciti di De Marchi, molti dei quali legati al nome della moglie Rosa Curione, non finiscono qui tanto essi sono stati: dalla scuola infermieristica Principessa Jolanda alla capanna rifugio "Marco e Rosa" nel gruppo del Bernina, dal laboratorio per lo studio della flora alpina alla Chanousia (Valle d'Aosta) al grande incubatoio, uno dei maggiori in Italia, presso la stazione di ripopolamento ittico dell'Istituto italiano di idrobiologia a Fiumelatte nel Lazio.
Appassionato filatelico, nel 1937 la signora Rosa De Marchi Curione, nel rispetto del desiderio manifestato più volte in vita dal proprio consorte, consegnava al Comune di Milano la collezione filatelica del marito.
Qualche anno prima della dipartita, il grande collezionista aveva steso un dettagliato piano tendente a riordinare il proprio complesso filatelico accumulato in decenni di paziente ricerca. Il compito fu affidato ad una commissione di esperti che seppe dare un'impronta storica all'enorme quantitativo di francobolli e documenti postali.
Grazie anche ad una sostanziosa donazione della vedova De Marchi venne costituito, presso il Museo del Risorgimento di Milano, un “Centro Studi Filatelici” destinato a diventare, per qualche tempo, il fulcro delle ricerche e delle esegesi connesse a quella grande disciplina che è la filatelia.
Nel 1940 una piccola parte della collezione “Marco de Marchi” fu presentata in una sala del Museo Sforzesco. Si trattava di sole 48 pagine accuratamente scelte tra le circa 3,000 – contenute in ben 80 volumi – che costituivano il lascito.
Nel 1948 la casa di via Borgonuovo 23, opera del Piermarini, già seriamente danneggiata dai bombardamenti e ricostruita a cura della moglie, fu donata al Comune di Milano per essere adibita a sede del Museo del Risorgimento.
L'importanza di De Marchi resta nell'attività di mecenate: finanziò società scientifiche, spedizioni scientifiche, pubblicazioni scientifiche, biblioteche, musei, borse di studio, ecc., e altro ancora.
Il violino, gli scacchi e i francobolli costituivano i suoi hobbies ai quali dedicava i momenti liberi con rara passione, acume e dedizione.
Poste Italiane ha emesso il 20 novembre 1987 un francobollo e relativa cartolina da Lire 500 per la Giornata della Filatelia col ritratto di Marco de Marchi col duomo di Milano sullo sfondo.