San Carlo Borromeo, l'anti Lutero
Il 4 novembre la Chiesa milanese festeggia San Carlo Borromeo, suo patrono, unitamente a Sant'Ambrogio.
Carlo nasce ad Arona nel 1538, dalla nobile casata dei Borromeo, e dopo aver studiato diritto civile e canonico a Pavia, a vent'anni giusti, in seguito alla morte del padre, diventa amministratore dei beni di famiglia. E nel 1539 consegue pure la laurea in utroque iure.
Quando suo zio (ramo materno), Giovan Angelo Medici di Marignano, diventa Papa, assumendo il nome di Pio IV, Carlo si trasferisce a Roma e viene nominato, giovanissimo, cardinale. In tale veste, partecipa da protagonista al Concilio di Trento.
Morto lo zio, nel 1566, Carlo si trasferisce a Milano e attua, nella importantissima porzione ecclesiastica, i dettami tridentini.
Rifonda i seminari, quali scuole di formazione al sacerdozio, dotandoli di docenti competenti e scrupolosi. E riforma la sua diocesi, nella quale la disciplina ecclesiastica è del tutto persa perché da quasi un secolo gli arcivescovi titolari, risiedendo altrove, l'avevano abbandonata a se stessa.
Carlo subisce, nella sua opera moralizzatrice, durissimi contrasti. I governatori spagnoli lo ostacolano, il Senato milanese lo minaccia, i frati minori conventuali lo aggrediscono con bastoni mentre i canonici di santa Maria alla Scala lo sconfessano. Le monache agostiniane prendono le distanze e dalle religiose di Lecco viene vilipeso. Per un pelo scampa alla morte, quando un sicario dell' ordine degli Umiliati lo ferisce alla schiena con un colpo d'archibugio.
Il Borromeo rivaluta il valore del celibato sacerdotale ed ha una particolare predilezione per le famiglie cristiane, unite dall'amore e dalla fede.
Amico dei Barnabiti, spesso, al tramonto, cena con loro nel convento di via della Commenda a Milano, condividendo il pane materiale (scarso) e quello spirituale (sovrabbondante).
Almeno una volta visita tutte le parrocchie della sua immensa diocesi, bramando che esse lo sentano vicino, come padre amorevole e sollecito.
Detesta i divertimenti mondani e tenta ripetutamente, senza successo, di cancellare il carnevale dal calendario sociale.
Durante la terribile peste del 1576 assiste personalmente i malati, senza temere il contagio, edificando i fedeli per il suo coraggio e la sua abnegazione.
Il 2 novembre del 1584, Carlo, febbricitante, di ritorno da una visita pastorale sul Lago Maggiore attraverso il Naviglio Grande, a bordo del famoso "Barchett" di Boffalora, dapprima sosta a Cassinetta di Lugagnano e poi a Corsico, per riprendersi. Indi, prosegue per la città ambrosiana in lettiga. Ma la febbre diventa un febbrone e alla sera del 3, alle dieci e mezza, si spegne. Aveva 46 anni.
Nel 1610 Papa Paolo V lo canonizza.
San Carlo Borromeo, un campione della Controriforma, una vita spesa per il cattolicesimo e intrisa di carità. Qualcuno l'ha definito l'anti Lutero per eccellenza.
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