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Tazio Nuvolari: il mantovano volante, eroe dello sport e icona di Milano

  • Redazione MilanoFree.it

tazio nuvolarinuvolari 1“...non appena mi giunse notizia della sua fine partii per Mantova. Nella fretta mi persi in un dedalo di strade sconosciute della città. Scesi di macchina, chiesi a un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla macchina, per leggere la targa. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore. “Grazie di essere venuto“ bisbigliò commosso “Come quello là non ne nasceranno più”.

(Enzo Ferrari sulla morte di Tazio Nuvolari)

Nato a Castel d'Ario, Mantova, il 16 novembre 1892, Tazio Giorgio Nuvolari non era solo un personaggio emblematico di Milano, ma un'icona sportiva italiana che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia delle corse automobilistiche e motociclistiche. Conosciuto come il "Mantovano Volante" o "Nivola", la sua figura viene ancora oggi celebrata per le sue straordinarie capacità di pilota e le sue qualità umane.

Figlio di Arturo Nuvolari, un agricoltore benestante, e di Elisa Zorzi, Tazio crebbe con una passione innata per lo sport, ereditata dal padre e dallo zio Giuseppe, entrambi corridori ciclisti di talento. Questo interesse si trasformò presto in una carriera professionale, iniziata con le motociclette nel 1920 e culminata nel dominio delle corse automobilistiche.

Il suo debutto nel mondo delle auto avvenne nel 1921 con una Ansaldo 4CS, con la quale vinse la Coppa di Verona. Divenne famoso per le sue vittorie spettacolari, come quella sul circuito del Tigullio, dove arrivò al traguardo con una vettura quasi distrutta, e per la sua abilità nella "sbandata controllata", una tecnica poi attribuita a lui da Enzo Ferrari.

Nel 1928, Nuvolari fondò la sua squadra automobilistica, acquistando diverse Bugatti. Il successo non tardò ad arrivare, e la sua carriera vide momenti culminanti come la vittoria alla Mille Miglia del 1930, guidando un'Alfa Romeo 6C 1750. La sua fama crebbe, e l'ammirazione per il suo coraggio e la sua abilità di pilota attraversò i confini nazionali.

Nuvolari ebbe una vita personale segnata da tragedie, con la prematura scomparsa dei suoi due figli, Giorgio e Alberto. Tuttavia, continuò a competere fino agli anni '40, nonostante problemi di salute che alla fine lo portarono alla morte nell'agosto del 1953.

Oltre alle sue gesta sportive, Nuvolari lasciò un'eredità culturale, con canzoni dedicate a lui da artisti come Lucio Dalla e Sergio Bassi, e la sua apparizione nel film "Totò al giro d'Italia". Un canale televisivo dedicato ai motori porta il suo nome, e a Mantova è presente un museo virtuale in suo onore.

La sua scomparsa commosse molti, inclusi Enzo Ferrari, che lo considerava il più grande pilota di tutti i tempi. La tomba di Nuvolari porta l'epigrafe "Correrai ancora più veloce per le vie del cielo", un tributo perfetto per un uomo che ha fatto dello sport la sua vita, elevando l'onore dell'Italia nel mondo.

Ricorda Ferrari nelle sue memorie “Il mio primo incontro con Nuvolari risale al 1924. Fu davanti alla Basilica di Sant'Apollinare in Classe, sulla strada ravennate, dove avevano sistemato i box per il secondo Circuito del Savio. Alla partenza, ricordo, non avevo dato troppo credito a quel magrolino, ma durante la corsa mi avvidi che era l'unico concorrente in grado di minacciare la mia marcia. Io ero sull'Alfa 3 litri, lui su una Chiribiri. E in quest'ordine tagliammo il traguardo. La medesima classifica si ripeté poche settimane dopo al Circuito del Polesine…”.

 

nuvolari 2L’11 agosto 1953, l’uomo che Ferdinand Porsche aveva definito “il più grande pilota del passato, del presente e dell'avvenire” morì in solitudine nella sua casa di Mantova.

Sulla sua tomba è incisa l’epigrafe “Correrai ancora più veloce per le vie del cielo” .

Quale frase migliore per chi era stato definito Nivola, Il figlio del vento e il mantovano volante?

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